Piu che le canzoni di questo disco ricordo una frase tratta dalle liner note di copertina di "WAREHOUSE: SONGS AND STORIES" scritte presumibilmente da B. Mould, una poetica sull'infanzia , la prima neve, e altre cose, che si chiudeva con questa frase: “La rivoluzione comincia a casa, preferibilmente davanti allo specchio del bagno” che mi ha sempre colpito e a cui penso spesso perchè trovo gli Husker Du (il nome del gruppo in scandinavo significa piu o meno "Ti Ricordi?" ) una delle band piu politicizzate senza esserlo in senso militante, e allo stesso tempo dotata di una grandissima poetica intimista, quando i tre ragazzi di Saint Paul vicino a Minneapolis, incidono questo disco sono ormai arrivati alla frutta, i problemi con l'eroina del batterista, Grant Hart, e quelli di alcool del chitarrista Bob Mould hanno ormai minato i rapporti proprio nel momento in cui la formazione ha raggiunto una maturità artistica altissima e soprattutto un contratto discografico con una major , la Warner, aggiungiamo poi la scelta di dedicarsi alla cucina e aprire una pizzeria con la moglie,da parte del bassista, Greg Norton, la partita si chiude. Ma si chiude decisamente in bellezza, negli otto anni di attività sono passati dal rude suono adolescenziale hard-core punk di "Land Speed Record" all'attitudine concettuale di "Zen Arcade" uno sguardo sulla vita di un potenziale "Neo Candido" nel mondo occidentale di fine anni 70, a questo tipo di lavoro certamente assomiglia di piu "Warehouse." L'idea infatti è quella di raccogliere storie e riporle in una sorta di emporio come un mercatino dell'usato della vita, delle esperienze con l'avvertenza che la vita è breve e gli anni di gioventù sono i piu importanti, sono la tua vita!! ("THESE IMPORTANT YEARS"), le storie si dipanano nel doppio LP per circa 70 minuti di muro del suono violentissimo ma allo stesso tempo ricco di una melodia che per assurdo ricorda i "BYRDS" dei primi anni, infatti quando ancora incidevano per la SST records, pubblicarono un 45 giri con la cover di "Eight Miles High" , una delle piu belle mai registrate.
"Could You Be The One", "Ice Cold Ice", "Up In The Air" sono solo alcuni dei titoli di questo disco monumentale passato sotto tono al cospetto del Mainstream ma adorato dalla critica e da un "manipolo" di fan estasiati come solo per un disco dei "Ramones" lo si puo essere, ma in una versione piu "Colta" termine forse eccessivo e fastidioso anche, ma che rende l'idea di come gli husker avessero una forza unica, basti pensare a come influenzarono la scena di Seattle, per intenderci quel "Grunge" tanto decantato e che vedeva in Kurt Cobain uno dei grandi esponenti di quella scena ma anche estimatore della band di Minneapolis, che ispirò molto del lavoro dei primissimi Nirvana. Forse l'unica nota storta di quel lavoro è una produzione meno pulita di quelle di nomi quali "Sound Garden", "pearl Jam" "Alice in Chain" e degli stessi "Nirvana" decisamente di maggior impatto sonoro e che ad un attento ascolto fa capire la sostanziale differenza tra gli huskers e i figliocci di Seattle e dintorni, uscendo con un suono invecchiato, anche se da un punto di vista compositivo superiore a tante produzioni precedenti e successive alla loro fine. L'eredità è stata una serie di lavori solisti eccezionali "intolerance" di Grant Hart, quasi un seguito di "Warehouse", ma anche i lavori solisti di Mould arrivato ancor oggi a produrre dischi fantastici come "Workbook" altro seguito ideale di W. e il recente "Silver Age" per non parlare dell'esperienza "Sugar" negli anni 90 a metà strada ancora tra i Byrds ed il Britt pop di "Oasis" e "Blur", non sogno e ne mi aspetto una reunion in tempi in cui nessuno si è risparmiato, ma una maggiore considerazione in tempi a venire per questa band si, maestri loro malgrado di uno degli ultimi scenari rock veramente spontaneo.
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