Celebrate Yourself è un progetto fotografico che ha l'obiettivo di raccontare il mondo e la comunità lgbt. Sono state fotografate e intervistate 35 persone con l'intento di scoprire gli hobby, le passioni, il lavoro, principi e valori, andando oltre le etichette gay, lesbica, bisessuale, transessuale. Sono le storie di singoli, coppie e famiglie omogenitoriali con figli avuti da una inseminazione artificiale o da precedenti relazioni. Tra loro vi sono esponenti politici, dejeey, avvocati, poliziotti, giovani, studenti, attivisti, scrittori che hanno fatto coming out, raccontando la loro esperienza, contributo e vissuto.
Per realizzare le interviste e trovare persone disponibili a partecipare, la fotografa si è appoggiata ad alcune associazioni lgbt+ torinesi: Arcigay “Ottavio Mai”, Circolo Maurice glbt e Sunderam Identità Transgender. Le persone hanno aderito e dato la loro disponibilità, “mettendoci la faccia”, raccontando la loro storia: gioie, dolori, difficoltà, coming out con i genitori e amici, aneddoti simpatici e divertenti che hanno caratterizzato le interviste e gli incontri che l’autrice ha fatto singolarmente con ogni persona.
“Il mio obiettivo era raccontare la comunità lgbt+ andando oltre le etichette” spiega Alice Arduino. “Volevo che uscisse fuori la storia delle persone fotografate, i loro hobby, passioni, quello che fanno nel tempo libero, cosa leggono, guardano in tv, al cinema e che musica ascoltano. Chi legge le interviste deve trovare dei punti in comune con loro, familiarizzare, sorridere, commentare perché le cose che ci accumunano e uniscono sono molteplici. Il fatto che poi siano gay, lesbiche, bisessuali e transessuali è una cosa in più, una “etichetta” che gli altri ti attaccano e che non deve influire sul giudizio delle persone”. Se viviamo in una società dove i soggetti vengono spesso etichettati, con questa mostra si cerca di ribaltare questo principio, partendo dalla comprensione e uguaglianza attraverso ciò che si ha in comune con loro. E allora, Michela prima di tutto è una cuoca e pasticcera, Luigi uno studente di giurisprudenza impegnato con i migranti, Mimmo e Alberto sono rispettivamente uno stilista e un impiegato che amano la musica rock anni ’70 e ’80. L’attenzione si sposta su chi sono, cosa fanno, quali sono i loro pensieri, lasciando in secondo piano i loro gusti sessuali che caratterizzano la loro vita.
Fare coming out vuol dire “uscire allo scoperto”, dire al mondo cosa e chi ti piace non è così scontato per una persona omosessuale. Diventa pertanto un “atto di coraggio” un percorso di accettazione di sé stessi molto lungo e complesso. Quando avviene, si è pronti a dirlo agli altri, ci si mette letteralmente “in gioco”, affrontando il giudizio del mondo esterno, pur sapendo che le razioni potrebbero compromettersi.“Viviamo in un mondo dove l’eterosessualità è considerata la normalità e chi non appartiene a questa “categoria” spesso subisce un giudizio negativo. Se la relazione con gli amici è più facile, più complicata può diventare quella con i parenti o sul posto di lavoro. Qui possono nascere le discriminazioni più forti, l’indifferenza e l’allontanamento, portando molta sofferenza in chi la subisce [...] . “Non è una cosa così scontata e questa mostra lo dimostra. Molti mi hanno detto che non volevano essere fotografate perché i genitori non lo sapevano o perché avrebbero avuto problemi sul lavoro. Altri non erano sicuri perché ancora incerti. Non ho trovato nessuna famiglia arcobaleno disposta a farsi fare una foto, probabilmente per tutelare i figli/e. Questo dimostra che c’è ancora molto lavoro da fare non solo da parte delle associazioni lgbt+ e dei singoli ma anche delle istituzioni che hanno il dovere di promuovere progetti di sensibilizzazione e diffondere iniziative di rispetto e uguaglianza” dice Alice Arduino.
La mostra sarà esposta per tutto il mese di Maggio. Il 17 del mese è la Giornata Internazionale Contro l’Omo-Transfobia e per questo, presso la Galleria, si terranno alcuni dibattiti su tematiche importanti e poco trattate come la lesbofobia, la bifobia e la transfobia. Gli incontri saranno tenuti dalle Associazioni glbt+ Arcigay Torino, Circolo Maurice e Sunderam Identità Transgender.
PROGRAMMA:
VENERDÌ 4 MAGGIO ORE (18.00-21.30) : INAUGURAZIONE
VENERDI 18 – ORE 18.00
TRANSFOBIA: QUANDO IL GENERE METTE IN CRISI IL SISTEMA ETERO PATRIARCALE.
A cura di Sunderam Identità Transgender Torino Onlus. Sarà presente la presidente Sandeh Veet
SABATO 19 ORE 17.30
BIFOBIA: LA PAURA VERSO LE PERSONE BISESSUALI.
A cura di Arcigay Torino “Ottavio Mai”. Sarà presente il Vicepresidente Riccardo Zucaro
SABATO 19 ORE 19.00
LESBOFOBIA: QUANDO LA VIOLENZA OMOFOBA È RIVOLTA ALLE DONNE.
A cura del Circolo Maurice Glbtq. Sarà presente Roberta Padovano, attivista e femminista dell’Associazione
SABATO 2 GIUGNO: FINISSAGE – ORE 17.30
Interviste con alcuni protagonisti del progetto Celebrate Yourself che racconteranno le loro storie:
Quando: 4 maggio al 4 giugno 2018
Dove: MAU - MUSEO DI ARTE URBANA - Via Rocciamelone 7/c
Orari: Lunedì dalle 17 alle 19 o su appuntamento.
Info prenotazioni: info@museoarteurbana.it
Cell: 335.63.98351
Sito fotografa: www.alicearduino.com
INFO EVENTO FACEBOOK: https://www.facebook.com/events/602030866862648/
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