Arpa Piemonte ha pubblicato un rapporto relativo agli incendi in Piemonte dello scorso ottobre in cui spiega gli ambiti che hanno portato ai roghi e l’inquinamento che si è determinato.
In Piemonte il mese di ottobre 2017 è stato caratterizzato da condizioni meteorologiche che hanno determinato condizioni favorevoli per lo sviluppo e la successiva rapida propagazione degli incendi boschivi che hanno colpito la regione ed in particolare il territorio della Città Metropolitana di Torino. Lo sviluppo degli incendi ha inevitabilmente inciso in maniera significativa anche sulla qualità dell’aria, non solo nelle zone più prossime ai fenomeni ma anche nell’area urbana del capoluogo.
Il contributo aggiuntivo più importante tra gli inquinanti normati ha riguardato il particolato atmosferico PM10 e PM2.5. Il PM10 in particolare, ha raggiunto nell’area urbana torinese valori di media giornaliera dell’ordine di 200-300 mg/m3, che non venivano misurati da più di dieci anni.
Nei giorni più critici – vale a dire dal 24 al 27 ottobre – nell’area urbana torinese in media circa il 40% del PM10 è stimabile sia stato originato dagli incendi boschivi, tenendo conto sia del contributo primario diretto che di quello secondario dovuto alla trasformazione in particelle di sostanze emesse in origine in forma gassosa.
Per quanto riguarda l’influenza degli incendi sui valori limite di qualità dell’aria, l’unico effetto significativo prevedibile – che andrà naturalmente confermato quando sarà disponibile l’intera base dati per l’anno 2017 – riguarda il valore limite annuale di PM10 per quei punti di misura (in particolare delle stazioni di fondo urbano della città di Torino) nei quali la media annuale è inferiore ma prossima al limite stessi. In questi casi il contributo aggiuntivo dovuto agli incendi boschivi potrà comportare per il 2017 un superamento del limite annuale. Il contributo degli incendi boschivi, invece, non modificherà significativamente il numero di superamenti del valore limite giornaliero di PM10: nel caso peggiore, infatti, si può prevedere un giorno di superamento aggiuntivo nel 2017 nei punti di misura della città di Torino, fenomeno che risulta sostanzialmente ininfluente rispetto al già elevato numero totale di superamenti annuale.
I campionamenti puntuali di aerodispersi effettuati durante gli incendi boschivi che hanno coinvolto alcuni territori della Città Metropolitana di Torino, nonché il capoluogo, hanno permesso di acquisire informazioni importanti circa la natura e le concentrazioni degli inquinanti cui possono risultare esposti sia la popolazione residente, sia gli operatori impegnati nelle attività di controllo, contenimento e spegnimento degli incendi.
In particolare, alla luce dei risultati, si possono trarre alcune considerazioni:
– durante gli incendi boschivi si sviluppano numerosi agenti chimici pericolosi, alcuni dei quali sono stati identificati e quantificati con i monitoraggi specifici effettuati durante l’emergenza
– i risultati ottenuti confermano le informazioni riscontrabili in letteratura scientifica, soprattutto per quanto riguarda le possibili esposizioni del personale delle squadre antincendio e dei volontari
– di particolare interesse sono risultati i livelli di formaldeide, benzene, idrocarburi policiclici aromatici e acroleina, che si aggiungono al monossido di carbonio (parametro misurato in campo dai tecnici di Arpa Piemonte del servizio di reperibilità) e al PM10
– le concentrazioni di tali inquinanti in prossimità degli incendi risultano, infatti, relativamente alte, con valori sovrapponibili a quelli riscontrabili nei luoghi di lavoro in alcuni ambienti industriali
– in funzione delle condizioni meteo e della dispersione dei fumi le concentrazioni di tali inquinanti si riducono all’aumentare della distanza dai focolai, ma rimangono a livelli significativamente superiori a quelli normalmente riscontrabili in ambienti outdoor.
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