Questo articolo avrà la sua forza nel mero scandirsi delle tre cose gravissime accadute in Italia nell’ultima settimana. Non aggiungerò nulla di mio: nessuna riflessione, nessuna provocazione, nessuna analisi, nessun paradosso, nessuna morale. Sarebbe inutile dilungarsi con chi non afferrasse il baratro socio-culturale in cui è caduta la nostra Nazione; lo sarebbe altrettanto con quei pochissimi che tengono gli occhi aperti e ancora si disgustano: questi ultimi, credo, vorrebbero solo un abbraccio o un biglietto aereo per un’altra galassia o che dai fiori di loto si estraesse finalmente la bibita che dona l’oblio.
1
Roberto Saviano, dopo aver dichiarato che “la letteratura non è estranea a nessun territorio”, ho letto alcune pagine de “Le notti bianche” di Dostoevskij nello studio di Amici di Maria de Filippi. La puntata andrà in onda sabato 9 maggio. Ci sarà anche un flash-mob letterario.
(Per chi si stesse chiedendo cosa sia un flash-mob letterario, si consoli sapendo che nemmeno ciucciando LSD mi è riuscito di immaginarlo).
2
L’Inno di Mameli cantato, in modalità Zecchino d’oro incontra la Parocchia, dai bambini per l’inaugurazione dell’Expo Universale 2015 di Milano ha subito una variazione nel finale del testo. Al posto di “siamo pronti alla morte”, i ragazzini hanno detto “siamo pronti alla vita”. Plauso delle autorità presenti; ribaltamento tombale di milioni di nonni.
3
Per celebrare i 750 anni dalla nascita del sommo poeta Dante Alighieri, Benigni ha letto in Senato il XXXIII canto del Paradiso. Ovazione dei senatori, presidenti e cardinali presenti in aula. La battuta di punta dell’attore comico toscano è stata: “Del resto, si sa che i politici fiorentini hanno un caratteraccio. Non gli andava bene essere guelfo, bianco o nero, né ghibellino. Voleva far parte per se stesso, fondare il partito personale di Dante, insomma il Pd dell'epoca”.
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