Non ci dovremmo stupire, in un paese girato al contrario, di alcuni incredibili paradossi cui soccombiamo ogni giorno. Ma, come suol dirsi, la realtà riesce sempre a superare la fantasia.
Chi non ha mai urinato contro un muro, dietro cespuglio, su di un prato, alzi la mano! La maggior parte delle donne non l’alzeranno (e so per certo che molte invidiano gli uomini per questa facilità nell’operazione). È vero che non è un “bel gesto”. Come è altrettanto vero la quasi totale assenza di gabinetti pubblici per le nostre strade. A volte la “natura chiama” ed è difficile resistere. Così è capitato a Stefano Rho, professore di filosofia presso il Liceo Linguistico Falcone a di Bergamo.
Uomo sfortunato il nostro prof, colto in flagranza di reato da una pattuglia dei Carabinieri. Sanzionato, processato, condannato a una ammenda di 200 euro. Una multa mai arrivata, spiega durante un’intervista concessa a Rai1, ma la storia non finisce e il professore viene licenziato dalla scuola per non aver notificato a questa la denuncia subita.
Un peccato veniale ma, si sa, nel paese al contrario quelli perdonati sono i peccati capitali mica quelli veniali.
Effetto del Job Acts? Probabile. Eppure nel paese all’insù c’è ancora chi si ricorda da che parte è l’orizzonte e gli studenti del professore di filosofia hanno organizzato una massiccia contestazione (sabato 6 febbraio scorso), protestando contro l’arbitrio dell’ingiusto licenziamento di un valido docente di una materia che non è facile spiegare e far amare. Al grido di “O Capitano… mio Capitano” e di cartelli con l’hastag “#iostoconrho” hanno manifestato insegnando agli “adulti” che i giovani, quando incontrano la conoscenza, apprendono la misura di ciò che è giusto e di quello che non lo è.
Sono dunque pericolosissimi. Burocraticamente licenziamo allora il docente che apre le loro menti, e che loro rispettano; mica vogliamo che ci siano in giro teste pensanti… non scherziamo!
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