Sotto la corte di palazzo Carignano, a Torino, esiste una misteriosa sala ipogea realizzata fra il 1987 e il 1994, destinata a ospitare iniziative culturali ma mai utilizzata. A segnalarlo, con un’interrogazione a risposta immediata, è stata la consigliera Gianna Gancia (Lega nord), che ha chiesto chiarimenti in merito al mancato utilizzo e all’eventuale recupero della sala polifunzionale inspiegabilmente abbandonata e il cui progetto aveva comportato un esborso di quasi 28 miliardi di lire, provenienti in gran parte dal piano nazionale Fio (Fondo per gli investimenti e l’occupazione).
L’assessora alla Cultura, Antonella Parigi, ha spiegato che palazzo Carignano è di proprietà del demanio dello Stato e la realizzazione del salone ipogeo sottostante il cortile centrale fu condotto dalla Soprintendenza competente nell’ambito delle risorse del Fio, un programma di finanziamento molto vasto che interessò interventi fra il 1983 e la fine degli anni Novanta. I finanziamenti furono erogati dall’allora Ministero del Bilancio e Programmazione economica e coinvolsero vari ministeri. “Per quanto riguarda il Ministero per i Beni culturali il programma riguardò numerosi complessi monumentali su tutto il territorio nazionale”, ha precisato l’assessora. “Rispetto ai finanziamenti originariamente programmati, quelli effettivamente erogati furono notevolmente ridotti, pertanto numerosi interventi programmati non vennero portati a compimento”.
Benché ci si riferisca a interventi eseguiti circa 30 anni fa per i quali occorrerebbe consultare materiale d’archivio, per quanto riguarda il Piemonte si ha memoria di un programma finanziato per le residenze sabaude, ma non è da escludersi anche il coinvolgimento di altri complessi monumentali. Tenuto conto che i programmi Fio portarono all’erogazione di risorse anche ad altri enti, purché possessori di edifici monumentali, non si può escludere che anche la Regione possa essere stata beneficiata di risorse provenienti da questi programmi.
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