“La situazione politica italiana è grave ma non seria” scriveva Ennio Flaiano e purtroppo la citazione mantiene una sua attualità. Stimolato da molte voci positive e incuriosito dalle polemiche ho visto “Quo Vado?” di Checco Zalone, comico del quale ho apprezzato i film precedenti (Cado dalle nubi e Sole a catinelle).
Non so se sia una malattia contagiosa ma mi sono divertito pure io. Pare invece altri non abbiano gradito e ci scrivano su dei veri e propri trattati di sociologia politica antropologica. Eppure, concordando con Marco Travaglio, il film è semplice. Non ha pretesa di essere un’analisi di alcunché, non ha significati reconditi e misteriosi da decifrare, messaggi sublimi o subliminali da comunicare.
Fa ridere semplicemente; o sorridere se vogliamo essere più precisi. Di quel sorriso divertito ma amarognolo che ci tocca a noi Italici quando ridiamo di noi stessi, delle nostre piccolezze e ci rincuoriamo con le nostre piccole virtù.
Il Checco Zalone della storia è l’italiano nato e cresciuto senza alcuna ambizione se non quella del “posto fisso”. Non c’è tensione politica o interesse culturale o desiderio di riscatto sociale; solo uno spirito di sopravvivenza in un contesto mediocre e una vita piatta e sempre uguale ma rassicurante. Si ride. Di noi stessi. Come sappiamo fare noi Italiani che ridiamo dei nostri vizi esorcizzando la paura di cambiare. Sostituiamo con il riso la nostra incapacità di indignarci quanto basta per mutare le situazioni che sappiamo sbagliate. Ma puntiamo alla sopravvivenza.
Ecco lì il Checco impacciato, di scarsa cultura, che si confronta con il mondo europeo nel quale l’Italianità diventa infantilismo di fronte a popoli e paesi nei quali l’organizzazione, l’efficienza, l’educazione civica, sono la regola e non l’eccezione. Ma anche questo Checco ha il suo “riscatto”: l’umanità che si porta dentro e che si fa apprezzare e compensa la differenza culturale.
Un film comico, semplicemente divertente che ci mostra per come siamo e per cosa vorremmo essere; ma ci manca la voglia di essere migliori perché in fondo abbiamo il sole, il mare e il buon cibo e sappiamo che la politica non è una cosa seria.
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