Autore
Davide Amerio
Scorrevano gli anni '80, ero giovane e, un conoscente, saputo del mio desiderio di diventare giornalista, mi organizzò un incontro con Giancarlo Carcano, presso la sede della Rai di Torino, in via Verdi. Noto giornalista, e capo redattore del Tg3 Piemonte, mi accolse con cortesia e parlammo del mio desiderio. Fu molto sincero e schietto e, di quell'incontro, ricordo il consiglio finale offertomi con un certo affetto: lasciar perdere il mondo del giornalismo, del quale egli stesso non sembrava avesse gran considerazione.
Immagino, con la sua esperienza, già avesse consapevolezza delle trasformazioni in divenire di quel mondo che, da lì in poi, non avrebbe certo brillato per indipendenza e autorevolezza. Lo stesso intuito che avrebbe guidato un altro eccellente giornalista, Giorgio Bocca, che scrisse anni dopo uno dei suoi testi più sagaci: "Il Padrone in Redazione".
Il sogno giovanile fu riposto nel cassetto e proseguii la carriera di informatico. La sorte mi condusse, ironicamente, a frequentare gli ambienti de La Stampa di Torino, in via Marenco, come consulente informatico per un certo periodo. Non venne però mai meno l'interesse per la politica, la filosofia, l'economia, e per le materie umanistiche in generale.
Quando, nel 2013, ebbi l'occasione di conoscere il gruppo di amici che aveva dato vita al blog Tgvallesusa.it, fui entusiasta. Mi fu data la possibilità di scrivere articoli e riflessioni assecondando l'antico desiderio, collaborando con persone che avevano un fascinoso bagaglio culturale e personale.
A loro sarò sempre grato per l'opportunità offertami, e per quanto ho appreso dai loro insegnamenti. Se questioni di vita personali, e differenti opinioni sul modo di condurre quel "nostro" giornale (o che era tale per noi), hanno condotto successivamente alla dissoluzione del gruppo, ciò che resta, per me, è un percorso di crescita e di conoscenza di profondo valore.
Alcuni mi chiamano giornalista (e li ringrazio per l'apprezzamento), ma non lo sono. Non posseggo l'iscrizione all'Ordine, e non ci tengo neppure ad averla. Primo perché siamo l'unico paese occidentale a mantenere un Ordine dei Giornalisti come retaggio dell'era Fascista; secondo per la scarsa considerazione che ho della maggioranza dei sedicenti tali. Dei pochi, di cui conservo grande stima, non oso paragonarmi e usare lo stesso titolo da loro ampiamente meritato.
Sono quello che si definisce un blogger, un freee-lance, un libero osservatore che analizza e riflette. Un amante del dubbio, nemico del lassismo italico, delle sopraffazioni del potere, delle ingiustizie economiche e sociali, della irresponsabilità morale e politica diffusa nel paese. In sintesi: laico, libertario, scettico, eretico.
Rileggendo la produzione di quanto ho scritto dal 2013 sino ad oggi (marzo 2021) ho notato come una parte di essa contenga riflessioni e valutazioni ancora valide, che forse potranno interessare a qualche lettore. Alcune di esse sono comparse su altri siti, tra cui Scenarieconomici.it, dell'amico prof. A.M. Rinaldi che le ha ospitate, e sulla rivista Sovranità Popolare.
Chi vorrà avventurarsi tra questa pagine vi troverà osservazioni su fatti politici, sociali (vizi e virtù italiche, corruzione, grandi opere, laicità, droga, omosessualità, per citare alcune voci), sulla storia della mia adesione (vissuta e sofferta) al M5S (poi abbandonato), su questa Europa e sulla sciagura della moneta unica, sul disastro della cessione della nostra sovranità monetaria.
Il lettore potrà farsi un'idea del perché esiste una lotta NO Tav, delle falsistà raccontate dai media e dai politici in merito.
Una sezione è dedicata alle interviste, nel modo in cui le intendo: esplorazioni del pensiero e delle ragioni di economisti, giornalisti, politici, che dedicano il loro lavoro per migliorare il paese.
Nessuna pretesa di elargire verità assolute. Lo scopo dello scrivere è da me inteso come strumento per suggerire riflessioni, per stimolare il lettore a porsi delle domande, necessarie per capire il mondo nel quale viviamo, oltre le ortodossie, le frontiere, e le narrazioni di regime.
Fedele alla massima cartesiana "Dubito ergo cogito, cogito ergo sum", mi auguro di essere riuscito almeno un po' in questo intento, supportato dal conforto di quanti, in questi anni, hanno apprezzato e condiviso questi scritti.
Saggista per Caso - Riflessioni sbagliate su un mondo bislacco
di Davide Amerio
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Davide Amerio
On-line dal 27-04-2021 questa pagina
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