Milla Bandiera adopera la pittura come linguaggio prioritario, arricchendola di inserti materici ed oggettuali, in grado di meglio narrare l'evento evocato, inglobandolo nella leggibile realtà della bidimensione.
L'artista ha coltivato ed affinato la sua tecnica grazie agli studi presso l'Accademia delle Arti Applicate di Milano ed al lungo e tenace tirocinio presso gli studi gestiti nel Borgo Campidoglio, approdando ad un equilibrio formale che rende attualmente i suoi lavori fortemente riconoscibili ed in grado di competere nell'affollato panorama dell'arte contemporanea.
Dopo la ricerca di alcuni anni fa, caratterizzata da un'astrazione ritmica e musicale, dove il dripping si alternava all'inserimento di oggetti e tracce del vissuto quotidiano, nei lavori recenti la Bandiera ha spostato questa inclinazione all'essenzialità formale, dove il colore tende a sovrapporsi alla tentazione dell'immagine, verso una dimensione figurativa che diventa pretesto per una narrazione interiore, ma anche per messaggi di denuncia sociale non giocati sull'appiattimento verso il dato del reale, ma condotti verso una dimensione simbolica ed allegorica in grado di svolgere una funzione di maggiore impatto, perche in grado di coinvolgere non solo il sentimento, ma anche la mente dello spettatore.
Come sostenuto nell'Ottocento da Charles Baudelaire, raffinato poeta e critico d'arte con la teoria del "Surnaturalismo", autore cui la Bandiera ha dedicato un ciclo di opere dove brani della raccolta dei "Fiori del male" vengono riprodotti nella cornice essenziale di fiori materici, in una dimensione di tecnica mista che è tipica della poetica dell'autrice, che coniuga l'uso del colore acrilico e di pigmenti naturali con frammenti di plastica, vetri di Murano, cristalli, pietre dure e silicio, lamelle di acciaio tratte dagli scarti della lavorazione, unendo la poetica del recupero alla dimensione lirica della composizione.
Di esemplare efficacia è la tela J vs Whale, facente parte di un corpus di lavori oggetto di una suggestiva mostra allestita, sempre in Campidoglio, presso la sede di Pixtrip di Fabio Roncarolo in via San Rocchetto 24, insieme a Jean-Marie Martin, centrata su una denuncia dei disastri ambientali procurati dall'uomo in mari ed oceani, occlusi da plastiche ed altri materiali, ed alterati nell'equilibrio dallo sterminio di specie che dovrebbero godere della massima tutela e protezione.
Nella tela in oggetto , sormontata da un cerchio scuro contornato di giallo, che rappresenta il Giappone, una balena si protende verso l'alto colpita a morte, con un rivolo di sangue che scorre verso l'azzurro profondo del mare.
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