Il noto climatologo e meteorologo è intervenuto al convegno “Aria e clima: sfide odierne e prospettive future” che si è tenuto ieri, giovedì 10 ottobre, alla Biblioteca Nazionale di Torino.
Da sempre sostenitore dell’emergenza climatica, Mercalli sottolinea come ormai non ci sia più tempo per tergiversare su questioni oramai assodato. Prima su tutte: il cambiamento climatico esiste ed è in atto. Mentre infatti alcuni continuano a negare l’evidenza, i dati ci confermano che l’emergenza è in atto e lo scienziato, durante il convegno, smonta alcune notizie false o parziali diffuse da chi non ritiene veritiero il climate change.
A partire dallo scorso Maggio, mese tra i più freddi negli ultimi 30 anni per l’Europa ma non per il mondo. I detrattori del climate change infatti usano spesso questo espediente: verità parziali.
Il mese di Maggio è infatti stato si tra i più freddi in Europa occidentale, ma è stato anche tra i tre più caldi a livello mondiale degli ultimi 100 anni. E poi continua: “Quando sentiamo ripetere che in età romana e durante il medioevo c’era più caldo abbiamo spesso un problema di senilità di chi lo denuncia, a ripeterlo sono solo vecchi tromboni universitari che non si sono più aggiornati con quanto viene pubblicato recentemente sulla letteratura di settore”. Il climatologo spiega poi come i dati di cui oggi si dispone non siano di un solo ricercatore ma da tantissime fonti ed enti in tutto il mondo. Le fonti delle ricerche sono tante e variegate, si va dagli anelli di accrescimento degli alberi, dai pollini fossili, dagli isotopi di vari elementi, dai resti di microfauna lacustre e oceanica
“E’ vero che ci sono delle incertezze”, continua Mercalli, “ma dall’anno zero, dall’epoca romana fino ad arrivare all’anno 1000/1100 c’è stata una sostanziale stabilità della temperatura, a cui è poi seguita una piccola età glaciale in seguito alla quale la temperatura ha ricominciato a risalire fino a riprendere i suoi normali valori. Questi ultimi 30 anni sono stati al di fuori della variabilità termica naturale del clima. Basta con queste favole. Tutti gli sforzi della politica e dell’economia dovrebbero essere volti in questo senso”.
Infine Mercalli parla dei ghiacciai a noi vicini, quelli dell’arco alpino. I grandi gruppi del Gran Paradiso, del monte Rosa e del monte Bianco hanno perso addirittura due metri dello spessore del ghiaccio nelle alpi meridionali, mentre sul versante italiano si è avuta una perdita di 1,50/ 1,70 metri di neve.
“L’impegno di oggi è cruciale – conclude Mercalli – o si fa adesso o si apre la strada ad un cambiamento irreversibile che le generazioni future pagheranno senza possibilità di correggerlo”.
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