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Mario Guglielminetti - @mariogug
Il rapporto Istat 2015 sui consumi culturali Italia mostra un dato molto preoccupante: il 18,5% della popolazione – circa 11,3 milioni di persone - non svolge nessuna attività culturale, per quanto semplice e occasionale.
La non-partecipazione culturale implica che queste persone non visitano musei, mostre, siti archeologici o monumenti, non leggono il giornale nemmeno una volta a settimana, né un solo libro in un anno, non vanno mai al cinema, al teatro, a un concerto, a uno spettacolo sportivo, né a ballare.
Analizzando più nel dettaglio l’esclusione culturale si nota come, a partire dai 60enni i totalmente esclusi superino il 20% e aumentano costantemente al crescere dell’età. I picchi della non-partecipazione assoluta alle attività culturali sono rilevanti fra le donne (21% contro 15,8% degli uomini) e raggiungono i punti più alti le 75enni (50,7% contro il 35,5%). Nel Sud, la percentuale degli esclusi raggiunge il 28,2%, mentre nel Nord-Est si attesta al livello più basso 12,1%. Questo trend, inoltre, è particolarmente intenso tra coloro che risiedono nei comuni sotto i 2 mila abitanti (22%) che in Italia rappresentano una realtà territoriale molto importante.
I musei e le mostre sono disertati dal 68,3% per cento degli italiani (78,5% al Sud). La disaffezione si diffonde a partire dai 20 anni, e se raggiunge il massimo fra gli ultra75enni 88,3%, siano essi donne o uomini, caratterizza comunque il comportamento del 67% dei cittadini di età compresa fra 25 e 64 anni. Siti archeologici e monumenti, del tutto ignorati dal 74,7 per cento degli italiani, sono ancor più impopolari fra i residenti nelle regioni del Sud 81,4%. Gli italiani che vanno ai musei sono il 29,9% (circa 18,3 milioni di persone), mentre per i siti archeologici e i monumenti la presenza cala al 23,6%
I concerti di musica classica sono esperienze mai vissute dall’88,3 per cento degli italiani. Tra i meno coinvolti ci sono le giovani generazioni (tra i 6 e i 10 anni si tocca quasi il 91%) e gli abitanti del Sud e delle Isole oltre il 90%. Per i concerti di musica leggera la quota nazionale dei non partecipanti si attesta sul 78,8%, al Sud e nelle Isole supera l’80% Gli italiani che vanno ad ascoltare la musica classica sono circa il 10%, percentuale che raddoppia per altri tipi di musica.
Meglio non va per il teatro tanto che quasi l’80 per cento degli italiani non sono mai stati a teatro mentre il cinema, caso migliore, registra una non-partecipazione del 49% Tra i cittadini con più di 20 anni, il numero di chi diserta le sale cinematografiche aumenta con il crescere dell’età, fino a superare il 90% fra gli oltre 75enni. Gli italiani che vanno a teatro sono il 19,6% mentre per il cinema si registra la percentuale di partecipazione più lata 49,6%
La non-partecipazione a eventi sportivi è fortemente marcata da differenze di genere: il 62,5% dei maschi, rispetto all’81,9% delle femmine; la partecipazione si attesta invece mediamente intorno al 25%
Più della metà degli italiani, il 52% cento, nel 2015 non ha mai letto un quotidiano nell’arco di una settimana. I non lettori si concentrano fra gli abitanti del Sud (62,7%), tra i bambini, gli adolescenti e i giovani fino a 19 anni (con valori che passano dal 92% all’84,9% per coloro che hanno meno di 15 anni. Le donne che non hanno mai aperto un quotidiano sono più degli uomini (56,8% contro 46,7 %). Quanto ai libri, quasi 6 italiani su 10 non ne hanno letto nemmeno uno in dodici mesi. Tra i residenti nelle regioni del Nord-Est la percentuale dei non lettori di libri è la più bassa: 50%, mentre al Sud oltrepassa il 69%
Il dramma insito in queste percentuali, a cui si potrebbero anche coerentemente aggiungere i dati Eurostat che da anni mostrano l’Italia come fanalino di coda sia per il livello di istruzione che per la partecipazione culturale tra i Paesi aderenti all’Unione Europea, è divenuta un’evidenza trasparente, intangibile: si sa ma non si fa nulla, un dato di fatto su cui organizzare qualche convegno, a cui riservare venti minuti in talk-show televisivo o, al più, di cui fare materia di denuncia dell’ennesimo libro “SOS Italia” che, come mostrano i dati, leggeranno in pochi.
Recentemente il Ministro dei Beni culturali ha, giustamente, evidenziato l’anno record dei visitatori nei musei, nei siti archeologici e nei monumenti statali italiani che sono statti visitati da 43 milioni di persone. Ma quanti sono gli italiani, se come ho evidenziato, molti di loro non vanno a vedere la bellezza del loro Paese? Da un conteggio fatto in base ai dati espressi sopra essi sono circa 16,3 milioni, ovvero il 38% dei visitatori complessivi e da ciò consegue, quindi, che circa due visitatori su tre risultino essere stranieri: un dato che rimane sostanzialmente costante negli ultimi dieci anni.
Le cause di questo drammatico fenomeno sono sostanzialmente quattro:
- Venti anni di disinvestimento pianificato nell’istruzione, specialmente universitaria, con picchi molto forti sotto i Governi di centrodestra.
- Mancanza di politiche di avvicinamento e accompagnamento alla partecipazione culturale che partano dalla scuola elementare e proseguano per tutto il corso della vita delle persone.
- Incapacità di promuovere la cultura come fattore differenziante del proprio stile di vita, come momento di autosviluppo e utile al riposizionamento sociale in tempi di continuo cambiamento.
- Tendenza a riorganizzare le Istituzioni culturali più importanti (musei, parchi, teatri…) come Enti privati senza che però esistano, tolto qualche caso, manager in grado di coniugare efficacemente interessi economici e politiche di accesso.
In conclusione, se appare chiaro a (quasi) tutti che la bellezza di un Paese si dovrebbe manifestare prima di tutto nella sua cultura (dal museo al teatro, dal film al libro), occorre capire che, se è ad appannaggio di pochi, tale bellezza diviene ogni giorno un fattore sempre meno pervenuto, spesso poco riscontrabile e, quindi, quasi mai valorizzante.
Occuparsi degli italiani culturalmente è un compito difficile, forse il più arduo, ma anche stimolante, ma stranamente, per quanto l’Italia rappresenti con il suo ineguagliabile patrimonio di bellezza, la cultura in queste terre ricche di arte e poesia è nel 2016 l’ultima frontiera che tutti noi, nessuno escluso, dobbiamo ancora o scoprire partecipandola o attraversare vistandola o stabilizzare raccontandola.
Mario Guglielminetti - @mariogug
On-line dal 19-01-2016 questa pagina
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