Autore
Stefano Qualizza
3 Luglio 2018: Terzo incontro tra il Mental Coach, Dott. Daniele Turini ed i nostri atleti.
L’incontro si è basato essenzialmente su elementi importanti quali il rimanere concentrati, sulla gestione dello stress e dell’ansia in ambito sportivo e sulle tecniche di rilassamento finalizzate al raggiungimento di questo obiettivo.
E’ stato chiesto al dott. Turini quanto sia importante l’aspetto psicologico in una disciplina come il judo. Egli ha citato, in proposito, un workshop “Mente e sport da combattimento: aspetti psicologici della prestazione sportiva” organizzato dal Comitato Regionale Ligure FIJLKAM qualche anno fa dove veniva sottolineata l’importanza della connessione tra questi due aspetti nell’essere atleta. Le gare di judo sono spesso competizioni lunghe, con un elevato numero partecipanti e con tempi d’attesa, anche lunghi, tra un incontro e l’altro. Tutti fattori di stress che mettono a dura prova gli atleti.
Il nostro Mental Coach ha voluto, a sua volta, porre delle domande specifiche ai nostri atleti che trovate qui di seguito:
A seguito di un confronto con gli atleti si è parlato di come gli aspetti mentali nelle competizioni siano tanto importanti quanto quelli fisici, ma di come spesso questi vengano trascurati perché ritenuti poco importanti o non determinanti ai fini della prestazione . Si è parlato, anche, di come a livello internazionale si dia per scontato che gli atleti ‘’di punta’’ siano tutti ad un livello simile per la forma fisica, la forza, la resistenza, la competenza tecnica e l’esperienza e di come invece analizzando i risultati conseguiti alle Olimpiadi, si possa notare come le vittorie siano determinate, a volte, da differenze minime. Così, cercando la ‘’sfumatura vincente’’, si può notare che spesso, la differenza, è stata data dalla preparazione mentale e dall’attitudine agonistica nel gestire particolari momenti…”.
Si è discusso di come essere mentalmente preparati diventi ancora più importante nel judo, dove gli atleti si trovano a gestire un numero diverso di variabili alla volta e affrontano direttamente il proprio avversario combattendo dunque il confronto è diretto.
La prestazione ottimale non può basarsi solo sul bagaglio di conoscenze tecnico-tattiche bensì su una triade di fattori che sono: preparazione fisica, tecnica e preparazione mentale.
A supporto di questa tesi sono stati presentati i fattori psicologici fondamentali da considerarsi nell’allenamento mentale di un judoka che sono: la motivazione, l’auto-efficacia, la gestione dello stress e delle emozioni, la combattività, la scelta degli obiettivi, il supporto dell’allenatore.
Sono state eseguite delle attività ed esercizi di visualizzazione/focalizzazione e di ancoraggio.
Infine si è parlato di come sia fondamentale avere sempre un ‘’Self Talk’’ positivo con se stessi prima di prepararsi ad agire (usando esempi e parole positive.. “ ..Sarà un successo.. .Ce la farò !!..) , di come si a importante al variare delle circostanze attivare, focalizzando, l’ attenzione, usando al momento opportuno la” distrazione”, scegliendo eventualmente di “ spezzettare i risultati”, imparando ad utilizzare il rilassamento, e prendendo confidenza con l’ambiente circostante e dell’utilità di sviluppare dei rituali e delle abitudini positive.
La trave portante del Self Talk è la focalizzazione sui pensieri positivi e sugli obiettivi, in modo che essi portino al comportamento desiderato attraverso lo sviluppo di affermazioni, parole chiave o frasi stimolanti da ripetere a se stessi in modo da sostituire eventuali pensieri negativi con stimoli positivi.
L’uso del dialogo interno, conosciuto come tecnica del Self Talk, per controllare ed organizzare le cognizioni degli atleti è stato dunque proposto come elemento chiave per una prestazione di successo; per questo risulta frequentemente incluso nei training di preparazione mentale psicologica
Arrivederci a mercoledì prossimo per un nuovo incontro con il Dott. Daniele Turini.
Stefano Qualizza
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