Autore
Davide Amerio
di Fabrizio Bertolami.
L’Amministrazione Comunale di Villafocchiardo ha organizzato un ciclo di incontri sul tema del rapporto tra occidente e mondo musulmano dal titolo: “Una convivenza fra culture diverse è possibile?”. Dopo l’inaugurazione di Venerdì 29 con un concerto di “Voci per la Pace”, Sabato 30 si è tenuto l’incontro su “Cristianesimo ed Islam”, relatore il Professor Ermis Segatti, docente di Storia del Cristianesimo presso la Facoltà Teologica di Torino.
Il tema è ampio ed una sola serata per sviscerarne tutti i contenuti non può certo bastare, è però un tema che non può essere lasciato ai soli teologi o ai politici o ancora agli specialisti in televisione. Oggi l’incontro-scontro fra culture è diventato un avvenimento “condominiale” nota scherzosamente Segatti. Sempre più i vicini, i compagni di scuola dei figli, i colleghi, i commercianti, appartengono originariamente ad un’altra cultura spesso di confessione musulmana. Parlare una lingua franca, come l’italiano, può non bastare a comprendere valori, atteggiamenti e psicologia dell’altro-non-italiano .
Ecco perchè la prima esortazione del professore è stata proprio quella a leggere i libri sacri come la Bibbia ed il Kuran. Un esortazione che il professore ha indirizzato tanto ai cristiani quanto ai musulmani stessi, i quali, sottolinea Segatti, hanno del libro una conoscenza che è a volte superficiale e che è fonte di manipolazione da parte di entità integraliste che “leggono” il Kuran in maniera utilitarista.
Il professore indica qui una prima differenza tra i due libri sacri. L’attuale versione del libro, dopo succesive integrazioni con altri codici e frammenti risulta essere quella assemblata nel VII Secolo, sotto il terzo Califfato. Il Kuran non è stato scritto da Maometto (o meglio, Muhammad) come una propria agiografia. Il libro è stato “dettato” direttamente da Dio a Muhammad e da quest’ultimo trascritto in Arabo. Non è possibile interpretarlo o commentarlo poichè così facendo si distorcerebbe la parola originale di Dio.
Nella Bibbia Cristiana, il Vangelo è invece la cronaca della vita e delle parole del Cristo ad opera dei discepoli. E’ quindi già, nota Segatti, una forma di trascrizione interpretata della vita, delle opere e del volere di Dio fatto uomo. Da questa fondamentale differenza discende la storia stessa delle due confessioni. L’Islam ha subito un unico grande scisma tra sunniti e sciiti che si è risolto nella divisione tra le due interpretazione entro il primo secolo della nuova fede. Nel cristianesimo invece, le riletture del vangelo e quindi gli scismi dovuti a diverse interpretazioni sono stati costanti lungo tutta la sua vita a partire da quello ortodosso, per giungere a quello protestante passando per tutta una serie di distinzioni teologiche presenti ancora oggi.
Le due religioni hanno anche un differente rapporto con il potere. Segatti fa notare come Gesù non fosse a capo di un esercito o che avesse alcun potere nell’imporre il suo pensiero. Muhammad era invece un “profeta armato”, dotato di un proprio esercito e amministratore in capo della città di Medina nel 615. Ne discende che dove cristianesimo e potere temporale possono distinguersi ed anzi dovrebbero, per il bene dell’uno e dell’altro, nell’Islam il potere terreno deriva strettamente da quello divino e non è possibile abbattere l’uno senza mettere in discussione l’altro.
Ecco due punti sui quali l’ISIS o Al Qaeda possono far leva nella loro opera di proselitismo e nella loro rivendicazione politica. La volontà di ricreare un Califfato è quindi la missione di riunire tutti musulmani (la Umma) in un unica realtà politica fedele ai principi del Kuran, letto e applicato alla lettera.
Il professor Segatti ha quindi introdotto il pubblico intervenuto alla conoscenza del Kuran leggendo alcune delle 114 sure di di cui è composto il libro. La professione di fede, che ogni musulmano ripete 5 volte a l giorno è, ovviamente, la sura 1. Curiosamente le sure più importanti sono però le ultime del libro come la terzultima detta “del culto sincero” in cui si dà la definizione di Dio per un musulmano (e quindi data da Dio stesso di sè). Alla sura 109, ad esempio, viene definito l’Islam come l’unica e vera fede, relegando tutte le altre al ruolo di miscredenza. Vi si dice che Dio è favorevole ai musulmani ma è in collera con gli Ebrei, mentre i Cristiani stanno errando dalla retta via indicata.
Tra le prime troviamo ancora la sura 2 in cui si incita a combattere (con giudizio) il miscredente stesso, o la sura 4 in cui si afferma la superiorità dell’uomo sulla donna. Alla sura 5 , i cristiani e musulmani si rappacificano nel passo in cui si dice “chi salva una vita umana salva l’intero genere umano”. Ma alla sura 7 si ricorda a cristiani ed ebrei che chi non è musulmano o non si converte dovrà pagare una tassa. Il versetto 156 del sura 4 si riferisce alla vita del profeta Gesù, alla vita di sua madre, la Madonna, ed agli ebrei che uccisero il Cristo che però Dio salvò.
Il professor Segatti fa notare come la vita di Gesù e Maria sia descritta lungamente nel libro e di come in Nazzareno sia rispettato come uno dei profeti ed addirittura indicato come il Messia che tornerà alla fine dei tempi. Nelle pagine le Kuran e della Bibbia, esistono perciò i presupposti per un dialogo proficuo tra le due religioni e quindi tra le culture che li rappresentano? La risposta è un Ni. In molti paesi il confronto tra la propria cultura musulmana e occidente ha messo in crisi i rapporti rigidi che esistono nelle strutture psicologiche, teologiche e sociali in quelle realtà. La radicalizzazione è il frutto di un’impossibilità alla separazione tra autorità religiosa e potere politico, tra pensiero e pratica. Se non si è musulmani, e quindi osservanti, si è altro, e non è perciò possibile una versione moderata se non cedendo ai valori decadenti degli occidentali.
Se il Kuran non è interpretabile nè commentabile, lo si può leggere però comprendendone anche la natura di testo storico e quindi soggetto alle norme del tempo in cui è stato scritto. Ancora il professore nota come questo libro sia scritto per immagini, per una popolazione al tempo largamente analfabeta e senza la conoscenza dell’Arabo per poter leggere essa stessa il Kuran originale. La possibilità odierna di conoscere quindi il reale contenuto del libro sacro dell’Islam e, parimenti, anche la Bibbia, è il mezzo migliore per evitare pericolose deviazioni verso certe interpretazioni dogmatiche ed integraliste che sono tutto fuorchè la vera volontà di Dio, come hanno fatto notare anche recentemente Papa Francesco ed il Presidente (Sciita) Iraniano Rouhani.
Le serate del ciclo di incontri continuano Sabato 6 Febbraio con Younis Tawfik, scrittore e giornalista iraqeno, noto anche agli spettatori di alcuni talk-show, che relazionerà su “Islam e terrorismo”. Un tema che spesso viene trattato senza la necessaria informazione in materia.
Se Segatti ci ha detto che un incontro meno problematico sul piano teologico è ancora lungi dal venire, Tawfik ci spiegherà se almeno a livello terreno riusciremo a trovare un modo meno cruento per sanare i nostri dissidi.
Davide Amerio
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