Autore
Associazione Attivisti Gay Harvey Milk Onlus.
La decisione di fare il test è solo tua: prendi il tempo che ti occorre per affrontarlo serenamente.
COS’È IL TEST HIV
Il test consiste in un prelievo di sangue che, analizzato, verifica la presenza o meno degli anticorpi anti-Hiv, i quali si sviluppano solo se
la persona che fa il test è venuta in contatto con il virus. Il risultato del test è positivo se si riscontra la presenza di anticorpi contro il virus (sieropositività all’Hiv), è negativo quando nel sangue non vi è traccia degli anticorpi (sieronegatività all’Hiv). Il test deve essere eseguito
dopo 3 – 6 mesi dall’ultimo comportamento a rischio. Tale arco di tempo, chiamato periodo finestra, è necessario all’organismo per la formazione degli anticorpi anti-Hiv. Durante il periodo finestra una persona, pur risultando negativa al test in quanto non ha ancora sviluppato gli anticorpi,
può avere già contratto l’infezione e quindi può trasmettere ad altri il virus. Per questo è opportuno fare sempre riferimento alla valutazione del medico che ha prescritto l’esame o di quello del Centro Diagnostico-Clinico. Il test non ha valore di prevenzione: qualsiasi sia l’esito,
i comportamenti da adottare sono gli stessi (comportamenti e rapporti sessuali sicuri).
COME ACCEDERE AL TEST
Puoi effettuare il test per l’Hiv, in forma gratuita, presso le Unità Operative Aids delle Asl e degli Ospedali pubblici. Le modalità di accesso
cambiano di struttura in struttura: generalmente non è richiesta l’impegnativa del medico di base e basta presentarsi direttamente presso le Unità Opertative.
In alcune strutture è necessario invece prenotarsi.
ANONIMATO E RISERVATEZZA
Quando una persona decide di fare il test ha il diritto di chiedere che sia garantita la tutela della sua privacy. I centri preposti effettuano il test in forma anonima o in forma riservata. Il Test è anonimo quando non viene richiesto alcun documento personale, ma viene utilizzato un codice
criptato per la tua identificazione. Il Test è riservato quando al momento dell’effettuazione o del ritiro dei risultati, è necessario che tu esibisca agli operatori un documento identificativo. Per tutti i dati anagrafici (nome, cognome, sesso, data di nascita, comune di residenza e indirizzo completo) che verranno richiesti al momento del test, sia nei laboratori pubblici che privati, il personale sanitario è vincolato dal segreto professionale
e d’ufficio e deve adottare tutte le misure di sicurezza necessarie a garantirne la massima riservatezza. La propria identità ed ogni informazione riguardante l’esecuzione ed il risultato dell’esame non possono essere in nessun caso divulgate. La comunicazione dei risultati Il momento della comunicazione del risultato del test è sicuramente tra i più delicati. È dunque compito di chi comunica il risultato fornire un adeguato sostegno psicologico. Il counselling si effettua generalmente sia prima che dopo il test e mira anche a comprendere se si è stati realmente esposti a rischio
di infezione e ad informare correttamente sui comportamenti sicuri. Il risultato dovrà essere consegnato esclusivamente alla persona che ha
effettuato il test e la comunicazione non deve avvenire mai per lettera o per telefono. Eventualmente è possibile autorizzare il medico a riferire ad altre persone espressamente indicate il risultato. Questa autorizzazione deve essere data sempre per iscritto.
IL TEST HIV È VOLONTARIO
Non si può essere sottoposti, senza il proprio consenso, ad analisi per accertare l’infezione da Hiv, se non per motivi di necessità clinica riguardante la propria salute. Il test è assolutamente volontario e, perché venga eseguito, è necessario il proprio consenso esplicito, dopo esser stati informati delle caratteristiche del test (che cos’è, come funziona, che cosa significa seriopositività, cosa vuol dire invece Aids).
ALTRI TEST
Oltre al Test Hiv è importante effettuare altri controlli diagnostici: esami del sangue per la sifilide e per le epatiti, esami per la gonorrea, la clamidia, l’herpes genitale e per i condilomi.
uniti contro l'aids
Dieci cose da sapere sull'HIV/AIDS
La forza dell'HIV/AIDS risiede nell'ignoranza delle sue vittime. Conoscere la malattia e i modi in cui si trasmette è l'unica, vera protezione contro di essa. Paradossalmente, l'HIV/AIDS è una malattia da cui non si guarisce, ma che può essere prevenuta al cento per cento.
Purtroppo, troppe persone si sentono protette dal rischio del contagio mentre in realtà non conoscono, o credono erroneamente di conoscere, cosa è l'HIV/AIDS.
Ecco dieci fatti che chiunque, dovunque si trovi a vivere, non dovrebbe mai mancare di sapere.
1. L'AIDS è causato dall'HIV
L'AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) è una malattia provocata dall'HIV, un virus che aggredisce il sistema immunitario umano. Nelle persone affette da AIDS il sistema immunitario non è più in grado di difendere l'organismo dalle malattie, e il processo degenerativo prosegue fino alla morte del paziente a causa delle infezioni cosiddette "opportunistiche". Non esiste una cura o un vaccino per eliminare definitivamente l'HIV dal corpo.
2. HIV e AIDS non sono la stessa cosa
Le persone che contraggono il virus HIV (sieropositive) non sono malate di AIDS, anche se sono destinate a diventarlo, in assenza di cure adeguate. Se non riceve farmaci antiretrovirali (ARV) un bambino nato HIV-positivo ha mediamente un terzo delle probabilità di morire prima di compiere un anno, e il 50% di probabilità di morire entro i 2 anni,
Se però la diagnosi è tempestiva e la terapia ARV è seguita con scrupolosità, un soggetto sieropositivo può avere una speranza di vita indefinita, pur rimanendo sempre portatore del virus. Soltanto quando il livello dell'infezione (viremia) supera una determinata soglia, il soggetto è considerato malato di AIDS.
3. Come si trasmette il virus
L'HIV si trasmette attraverso lo scambio di fluidi corporei infetti, in qualsiasi stadio della malattia. Sangue, liquido seminale, secrezioni vaginali e latte materno sono fluidi che possono veicolare efficacemente il virus. La saliva non è fra questi, dunque è una falsa credenza che l'infezione da HIV possa contagiarsi tramite il bacio.
4. Il contagio sessuale
La modalità più frequente di trasmissione dell'HIV è per via sessuale, perché durante un rapporto sessuale non protetto vi è il massimo scambio possibile di fluidi corporei, soprattutto quando si verificano circostanze aggravanti (ferite dell'apparato genitale, malattie veneree, sesso anale o forme violente di penetrazione). Le ragazze più giovani sono particolarmente esposte al contagio perché un apparato genitale immaturo è fisiologicamente più soggetto a ferite e infezioni.
5. HIV/AIDS e altre malattie a trasmissione sessuale
Le malattie a trasmissione sessuale (MTS) sono un fattore di rischio particolarmente elevato (da 5 a 10 volte superiore alla media) di contrarre o trasmettere l'HIV. I soggetti consapevoli di avere queste infezioni dovrebbero avere esclusivamente rapporti sessuali protetti (con preservativo o senza penetrazione), informare il partner e provvedere a curarsi.
6. Come si evita il contagio per via sessuale
Il rischio di trasmissione dell'HIV/AIDS per via sessuale può essere ridotto se il soggetto si astiene dal sesso,
se ha rapporti non protetti esclusivamente con un partner non infetto, se pratica soltanto sesso sicuro (con preservativo o senza penetrazione). Fra queste tre modalità di prevenzione, l'unica assolutamente certa è,
per ovvie ragioni, l'astinenza.
7. HIV/AIDS e droga
I soggetti che assumono droghe per iniezione corrono un rischio molto alto di contrarre l'HIV/AIDS tramite lo scambio di siringhe e aghi infetti, pratica tuttora molto diffusa in alcuni ambienti e che provoca innumerevoli contagi ogni anno. Il fattore di rischio è così alto da indurre a consigliare di avere sempre sesso protetto con un partner che usa droghe iniettabili.
Per le medesime ragioni aghi, rasoi, strumenti chirurgici o apparecchiature per effettuare piercing o tatuaggi che sono entrati in contatto con sangue infetto e non sono stati sterilizzati possono veicolare il virus dell'HIV.
8. A chi rivolgersi
Se una persona sospetta di avere contratto il virus, l'unico modo per accertarlo è effettuare l'apposito
test per l'HIV presso una struttura sanitaria attrezzata.
Nel caso il soggetto sia un minore, deve sapere che consultare un operatore sanitario ed effettuare il test nel pieno rispetto della privacy è un diritto riconosciuto dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia.
Inoltre, accertarsi di essere o non essere sieropositivo è un dovere etico nei confronti delle persone che potrebbero essere inconsapevolmente contagiate.
9. L'HIV e i contatti umani quotidiani
L'HIV non si contagia con comportamenti sociali quotidiani. È del tutto privo di rischi stringere la mano a una persona sieropositiva, abbracciarla, condividere con essa cibo, abiti o altri utensili
(tranne quelli che possono avere avuto contatto occasionale con il sangue, come rasoi e spazzolini da denti).
Una persona sieropositiva non trasmette il virus con la tosse, starnutendo, o nuotando nella stessa piscina. È infondata anche la credenza che le zanzare possano veicolare l'HIV pungendo in successione persone malate e persone sane.
10. Solidarietà e umanità
L'ultima, e non meno importante fra le cose da ricordare, è che ogni persona merita accoglienza e solidarietà. Discriminare un essere umano perché ha contratto l'HIV/AIDS, è membro di una famiglia in cui vi sono persone infette, o appartiene a una categoria a rischio, costituisce la violazione di un diritto umano individuale ed è segno
di profonda immaturità. Il silenzio e la paura che circondano l'HIV/AIDS possono uccidere quanto la malattia stessa.
Associazione Attivisti Gay Harvey Milk Onlus.
On-line dal 15-11-2014 questa pagina
è stata consultata da 1142 visitatori univoci.
Aggrega contenuto