di Davide Amerio. Negare che in Italia esistano forme di razzismo significa nascondere la testa dentro la sabbia. La sensazione dell’aggravarsi del fenomeno, e delle sue manifestazioni – spesso spudorate,- non può che allarmare. Vieppiù se queste sono rivolte verso i soggetti più deboli, o i disperati di turno. Le discriminazioni sono sempre presenti nei gruppi sociali, di qualunque tipo. C’è sempre una linea di demarcazione che definisce il perimetro del “noi” verso “gli altri”, che stanno fuori. Il confine tra il “noi” e “loro” contribuisce alla definizione di una identità, di una appartenenza sociale, di una comunità. Niente di male, in fondo; ciascuno di noi partecipa a più gruppi sociali che si intersecano nella realtà, quindi i confini diventano più sfumati. Possiamo avere antipatia per il nostro vicino di casa, perché vive in modo diverso da noi, e possiede un’altra cultura, o una visione del mondo differente. Poi un bel giorno scopriamo che è tifoso della nostra stessa squadra di calcio, e allora la linea di demarcazione diventa più sfumata. Se poi scopriamo qualche altro interesse comune, rischiamo di non ricordarci più perché ci stava così antipatico. Diversa è la questione quando il presupposto del confine non è più [...]
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