Adesso i ‘governatori del Nord’ propongono i referendum.
Chissà perché non ci si è pensato in Toscana – suggerisce l’associazione ecologista fiorentina Idra – quando la costruzione della TAV è stata avviata a forza, nonostante l’opposizione dei sindaci e delle comunità. Ed è diventata, la storia lo documenta, una fucina di danno ambientale, di spreco erariale, di umiliazione civile…
L’associazione è stata parte civile nel processo penale ai costruttori della linea ad Alta Velocità fra Bologna e Firenze, che ha seccato fonti, pozzi, sorgenti e torrenti in Mugello.
Ed è stata parte ad adiuvandum nel processo per danno erariale, per l’accertata dispersione di ingenti risorse idriche, a carico degli amministratori pubblici locali e centrali che hanno approvato il progetto: la sentenza, ancorché di prescrizione, ha attestato una “condotta gravemente colposa”, e un comportamento di “censurabile superficialità, insolita pervicacia ed in violazione ad elementari norme di diligenza”.
Ecco perché, secondo Idra, si impone anche in Piemonte e nelle regioni del Nord la massima oculatezza e consapevolezza nelle scelte. Dalla Toscana ferita è doveroso proporre – finché si è in tempo – di disinvestire dal danno e di investire nell’indispensabile: la ricostruzione nelle aree distrutte dai sismi, la messa in sicurezza del territorio che si degrada e delle infrastrutture che già esistono, il ripopolamento del sud, della montagna e delle piccole comunità, l’edilizia scolastica, trasporti decenti e sicuri ai pendolari, tutela e promozione dei beni ambientali e culturali!
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