In Francia proseguono le contestazioni nei confronti delle nuove leggi sul lavoro volute dal governo e sostenute dal Presidente Hollande. Ieri un gruppo di 56 deputati di sinistra(PS, PCF, ecologisti, senza sigla) del Parlamento francese, che l’11 maggio avevano depositato una mozione di sfiducia nei confronti del governo, ha inviato una lettera al Presidente Hollande sollecitando una sua presa di posizione in favore delle richieste del popolo. “Una crisi che noi crediamo ancora evitabile” – scrivono i deputati – “c’a ancora il tempo per abbandonare queste riforme che inquietano e dividono inutilmente la sinistra”.
Non c’è una maggioranza di sinistra che sostenga queste riforme che rendono flessibile e insicuri i cittadini francesi, spiegano i deputati, non c’è disonore a prendere in considerazione le aspirazioni del popolo facendo una scelta coraggiosa per la pacificazione collettiva; sarebbe un cammino che ricomporrebbe la Francia e il Parlamento.
Venerdì mattina Francoise Hollande ha invece dichiarato che la riforma è una “buona riforma” e che “andrà sino in fondo”, confortando così il primo ministro francese Manuel Valls.
Un sondaggio della Odoxa rileva che la maggioranza dei francesi è convinta che il primo ministro cederà di fronte alle pressioni popolari e ritirerà la legge. Alla domanda se Valls terrà duro di fronte ai blocchi e non ritirerà la legge o non modificherà il testo, il 60% dei francesi ha risposto in modo negativo.
Per il 52% dei francesi vicini alla sinistra e il 63% dei simpatizzanti di destra Manuel Valls finirà per cedere di fronte alle agitazioni sociali. Molti pensano che abbia però gestito meglio il conflitto rispetto al presidente Hollande. Invece la maggioranza dei sostenitori di sinistra crede sia stato migliore il comportamento di Hollande.
Comunque il 72% delle persone interrogate ritiene che se la legge El Khomri (la legge sul lavoro) verrà ritirata il primo ministro si dovrà dimettere.
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