Le serate belle a Torino non hanno stagione. Ed ecco, così, che Emilia Paranoica, inno all-time dei CCCP Fedeli alla Linea sulla società italiana, chiude meravigliosamente una serata di gennaio con sonorità che hanno fatto storia e gusto della musica italiana.
Rivedere Zamboni, Maroccolo, Canali e Magnelli sul Palco dell’Hiroshima Mon Amour è stato un momento di grande estetica artistica. Gli ex-CSI suonano bene, supportati da un’ottima Angela Baraldi per voce e presenza, e ripropongono non un revival di brani indimenticabili (Cupe Vampe, Ko de Mondo, In Viaggio, Annarella…) ma una tradizione di grande rock puramente italiano, nato nella pianura padana e propagatosi sulle dorsali alpine e appenniniche.
Gli ex-CSI sono musicisti di valore che sbagliano, che sorridono, che porgono la musica al pubblico in modo accurato ma non accademico, personale ma non intimo. Rappresentano la scena underground e vedendoli, non solo ascoltandoli, suonare si capisce come si traduce questo termine, sottosuolo, in contrasto profondo con quel suolo di superficie calpestato da un mainstream - ormai scream - che impone sempre Vasco, ancora Albano e Romina e Talent Show senza pietà.
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Mario Guglielminetti - @mariogug
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