Come da definizione, che in questo caso risulta veritiera ma ironica, molti di loro se la suonano e se la cantano: seguiti da un manipolo di amici, allenteranno la loro attività alle prime bollette da pagare o coccolati dai primi vizi ricattatori della condizione borghese acquisita trovando lavoro; altri, sono abbastanza conosciuti: non diventano noti al grande pubblico, non godono di passaggi radiofonici o televisivi, sono consapevoli che tra un decennio dovranno aprirsi una sala prove/studio di registrazione per campare con le demo delle band emergenti che ancora abboccano al buon nome, ma vivono di musica e riempiono locali e teatri anche medio-grandi.
Ciò però che accumuna questi due tipi di cantautori (o band percepite come cantautorali) è la banalità del loro impegno. Esaurite la politica e l’ideologia (nonostante siano due concetti che possano comprendere persino l’andare a comprare il pane da uno o dall’altro fornaio), ripetono triti ritornelli contro la società di massa: siamo riconglioniti dalla tv, dalla pubblicità, dai social, dal denaro. Capirai che novità! Che tematiche! Che profondità nell’analisi contemporanea!
E non si parla quasi mai d’amore. E quasi ci si vergogna a parlare d’amore. E se si parla d’amore, è quasi sempre in modo cinico o sprezzante. Mi pare invece che tale tema sia il meno banale di tutti: non solo perché riguarda l’uomo dalla notte dei tempi e pare ancora l’unica cosa in grado di cambiare le nostre vite (oltre ad ingenti somme di denaro ereditate, guadagnate o vinte); ma anche perché l’epoca contemporanea mi sembra portatrice di grandi sconvoglimenti in tal senso: nessuno si ama più, non so se ve ne siete accorti.
Mi piacerebbe ritrovare qualche cantautore che si distruggesse per amore, che cantasse sempre alla stessa musa, che si ammazzasse per la di lei mancanza. Sarebbe d’aiuto per chi ancora prova questi sentimenti; quindi forse per nessuno; quindi forse è giusto che cantino solo polemiche sterili contro la società di massa.
E così, l’incombenza di parlare d’amore viene lasciata agli artisti del main-stream, ai fuoriusciti dai talent, ai cantanti da karaoke. Non ci si lamenti se poi funzionano solo le reunion e le operazioni nostalgiche: Capitani Coraggiosi (Baglioni e Morandi), DeeJay Time, Techetechetè (RaiUno).
Aggrega contenuto