Brasile il prossimo arresto dell'ex presidente Lula
Continua in Brasile quella che sembra una mirata repressione di tutte le forme di dissenso. Dopo l'omicidio di Marielle, ora tocca all'ex presidente Lula.
In questo momento mentre scrivo migliaia di persone militanti del PT del Psol (il partito della sinistra radicale a cui apparteneva Marielle) del PCB, Sem Terra Sem Techo, CUT (Central Unica do Trabalhadores),si stanno dirigendo nella sede del sindacato metalmeccanico di San Bernardo do Campo (San Paolo) dove l’ex presidente Lula insieme a dirigenti del suo partito e del sindacato è in attesa del suo imminente arresto.
Ieri sera il 4 aprile alle 2 di notte ora brasiliana dopo una seduta fiume di 15 ore i giudici della suprema corte hanno deciso 6 contro 5 di negare la richiesta di “Habeas Corpus” che appunto era stata inoltrata dalla difesa di Lula per impedirne l’arresto e consentirgli di svolgere la sua campagna elettorale come candidato dell’opposizione tenendo conto che la condanna non è ancora arrivata al 3 grado di giudizio e dunque non definitiva.
La Costituzione brasiliana infatti all’art5 prevede che il condannato sia innocente fino all’ultimo grado ma il codice Penale prevede la possibilità dell’arresto già il 2° grado.
Il Brasile è sull’orlo di un conflitto molto pesante, la società civile infatti non restera inerte e passiva dopo un golpe che non ha solo sostituito un nome di una presidente con il suo vice, ma ha violentato la volontà popolare sostituendo una politica sociale e redistributiva con riforme privatistiche e di distruzione dei diritti sociali e lavorativi. In gioco c’è la democrazia brasiliana quella profonda che dopo la dittatura ha pensato che ci fossero gli spazi per cambiare il paese che è al 1 posto per disuguaglianze sociali nel pianeta.
Dopo il golpe, l’uccisione di Mariella e ora l’arresto di Lula queste speranze si stanno spegnendo. Degli assassini di Marielle non si sa dopo quasi un mese ancora nulla, nessuno, è stato non dico arrestato, ma nemmeno accusato non c’è un nome una ipotesi ufficiale ne sugli esecutori e tanto meno sui mandanti ma per Lula accusato di aver ricevuto una casa del valore di 300000 euro domani o al massimo sabato si potrebbero aprire le porte del carcere con una condanna di 12 anni, poiché nel 2 grado di giudizio è stata aumentata di 2 anni. Nella giornata di ieri forse per premere sulla decisione della suprema corte si sono fatti sentire anche i militari che per bocca del generale comandante dell’esercito Villa Boas che ha detto “le forze armate sono contro l’impunità per chi è stato condannato anche in prima istanza.”
Il giudice Moro acerrimo accusatore di Lula gli ha intimato di presentarsi domani entro le 17 presso la delegazione della polizia federale ma l’ex presidente non ha deciso se si presenterà spontaneamente o dovranno venire a prenderlo con la forza. Lula ha invitato tutti a protestare in modo pacifico, ma forse è comprensibile non vorrà facilitare il compito di coloro che già stappano lo champagne e tirano un respiro di sollievo per le prossime elezioni in cui come in un romanzo di realismo magico tropicale, per ora gli unici candidati ufficiale sono Michel Temer il presidente golpista e il candidato dell’estrema destra xenofoba omofobica e razzista Jair Bolsonaro.
di Manfredo Pavoni (dal Brasile) per Tgvallesusa.it
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