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Redazione Quotidiano Piemontese
Venerdì 3 maggio 2019, alle ore 11, verrà inaugurata la nuova opera murale di Opiemme “Alla poesia di Guido Gozzano e Cesare Pavese”, realizzata per il progetto “Muralismo a Falchera” dal Museo d’Arte Urbana, in collaborazione con Vito Navolio, ed il supporto della Circoscrizione 6, sulla parete dell’Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci, via degli Abeti 13.
Il MAU- Museo d’Arte Urbana di Torino è il primo progetto in fase di concreta realizzazione, in Italia, avente come scopo il dar vita ad un insediamento artistico permanente all’aperto collocato all’interno di un grande centro metropolitano, con in più il valore aggiunto di essere iniziativa partita non dall’alto ma dalla base, complice il consenso ed il contributo fondamentale degli abitanti.
Il nucleo originario del MAU è sito nel Borgo Vecchio Campidoglio, un quartiere operaio di fine’800, collocato tra i corsi Svizzera, Appio Claudio e Tassoni, e le vie Fabrizi e Cibrario, non distante dal centro cittadino.
Una porzione di spazio urbano miracolosamente salvatasi dagli sventramenti operati dal Piano Regolatore del 1959, che ha mantenuto pressoché intatta la sua struttura a reticolo costituita da case basse con ampi cortili interni dotati di aree verdi, suddivise da vie strette, ed una forte presenza di attività artigianali, commerciali, artistiche, sociali e di intrattenimento, il tutto a favorire il rapporto di comunanza tra gli abitanti ed una tipologia di insediamento, in una zona semicentrale di Torino, tale da farne un “paese nella città”.
Il MAU , la cui storia dettagliata potete leggere nell’allegato “MAU 2019”, nell’ambito di una condivisione dei progetti artistici con cittadini, territori, attività commerciali ed artigianali, associazioni e scuole, ha realizzato, dal 1995 ad oggi, 170 opere permanenti nel Borgo Campidoglio, nucleo centrale del progetto ed oggetto di numerose visite guidate richieste anche dalla regione, dall’Italia e dall’estero, in particolare Francia e Svizzera, ed altre 60 circa allestite, su richiesta , a partire dal novembre 2014, in territori come Falchera, Vallette, Borgo Vittoria, Madonna di Campagna, Vanchiglia, Mirafiori Sud. Dal 2014 abbiamo inaugurato la Galleria del Museo d’Arte Urbana in via Rocciamelone 7 c, dove proponiamo una intensa attività di mostre, eventi, dibattiti e proiezioni.
Di particolare rilievo la collaborazione instaurata con la Circoscrizione 6.
A partire dal primo intervento del MAU fuori dal perimetro di Borgo Campidoglio, le 17 “Panchine d’Autore”, commissionate dalla Galleria Commerciale Auchan nel novembre 2014, presso la storica sede di Corso Romania 460, per celebrare il 25esimo anniversario dall’inaugurazione, restaurate e parzialmente modificate nell’estate 2018.
A questo è seguito il progetto “Outskirt Stories. Storie di Periferia” , quattro importanti opere murali di Xel sulle pareti delle case popolari di Falchera Nuova, ed altre sei frutto di laboratori didattici con la Scuola Media Leonardo Da Vinci e le associazioni del quartiere. La manifestazione, prodotta dal MAU, è stata realizzata con il patrocinio della Circoscrizione 6, la collaborazione con lo Sportello del Malato di Aurelio Albanese, e l’Associazione Falklab, ed il fondamentale supporto della ditta di Federico Fiammengo, che ha fornito cestelli ed impalcature.
Attualmente sono in cantiere tre importanti operazioni di arte pubblica, la riqualificazione artistica di via Anglesio, luogo di incontro del quartiere Barca degradatosi nel tempo, con un laboratorio didattico degli studenti della scuola di pittura dell’Accademia Albertina del Prof. Giuseppe Leonardi, coordinati da Vito Navolio, un ciclo di pitture murali sulla memoria storica del limitrofo quartiere Bertolla, realizzate da Vito Navolio, Margherita Bobini ed Andrea Gritti, insieme al Museo dei Lavandai di Teresa Montaldo e Tino Prina, ed un intervento sul porticato di Piazza Astengo con gli studenti della Scuola Da Vinci, prodotto da El Barrio per il progetto A X TO.
“Outskirt Stories” ha avuto un proseguo con la nuova sigla “Muralismo a Falchera”.
Primo passo la produzione, con il fondamentale supporto della Circoscrizione 6, di una importante opera di Opiemme, uno degli esponenti della street art italiana maggiormente noti a livello internazionale.
Nel caso di Opiemme, definito il “Poeta della Street Art”, la collocazione in questo sito, che egli pure pratica con eccellenti risultati, appare stretto. La sua poetica si apparenta alle ricerche dell’avanguardia novecentesca nell’ambito della “poesia visiva”
Anticipata per taluni aspetti dalla modalità in movimento del verso della poesia del Barocco secentesco, la poesia visiva viene praticata dalle avanguardie storiche, in particolare dal Futurismo, con le sue “Parole in Libertà”, per poi conoscere una nuova e larga diffusione nell’ambito della cosiddetta “Neoavanguardia”, tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento, in parallelo con il progresso della tecnologia e la fase del boom economico, in cui artisti ed intellettuali rivendicano un nuovo ruolo ed un protagonismo all’interno di dinamiche sociali in rapida mutazione.
Le ricerche linguistiche ed estetiche della Poesia Visiva nascono in contesti di eclettismo culturale tendenti alla delineazione di una pratica multidisciplinare dell’arte, dove la scrittura gioca un ruolo di tramite tra l’immagine ed il pubblico.
Opiemme attualizza questa pratica, contestualizzandola all’interno della post modernità, di una fase storica “liquida”, di globalizzazione non solo finanziaria e politica, ma anche culturale dove, con la dimensione pubblica, l’arte riscopre la sua vocazione didattica ed etica.
Quello di Opiemme è uno stile dove l’immagine appare nella sua nitida essenzialità, e la scrittura funge da autentico collante linguistico, dando vita ad una concezione dell’opera come evento “totale”
Di seguito descrizione e collocazione dell’opera :
La realizzazione si è avvalsa della collaborazione di Vito Navolio, dei professori Angelo Maria Condello e Carla Facchin Vice Preside della Scuola Secondaria Leonardo Da Vinci, ed ha visto l’attiva partecipazione dei giovani studenti.
Opiemme, Alla poesia di Guido Gozzano e Cesare Pavese, 2019
per il Museo di Arte Urbana di Torino e l’Istituto Comprensivo . Leonardo da Vinci
a: Falchera, Via degli Abeti 13, Fermata Abeti tram 4, Torino
Opera
Un’opera murale come tributo alla poesia di due importanti scrittori torinesi.
Richiamo e ricordo, stimolo di riflessione e approfondimento personale, imput positivo per i ragazzi che
ogni mattino entrano a scuola in uno dei quartieri più periferici di Torino.
Le frasi sono state scelte dalle classi di terza media dell’Istituto I.C. Leonardo da Vinci di Falchera.
Testi presenti nel murale
Cesare Pavese
– Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli.[…] (da “La luna e i falò”)
– Ogni nuovo mattino uscirò per le strade cercando colori (dalla poesia “Agonia”)
Guido Gozzano
– Amor non lega troppo eguali tempre (dalla poesia “Il buon Compagno”)
– Donna: mistero senza fine, bello! (dalla poesia “Signora Felicita”)
Il poeta crepuscolare torinese rende omaggio a tutte le donne
dal suo limitato punto di vista maschile, onora il mistero, i misteri, che risiedono alla fonte di un’attrazione naturale.
Autore: Opiemme
Il lavoro e la cifra stilistica di Opiemme rimandano a movimenti incentrati su ricerche verbo-visuali che hanno fatto arte visiva utilizzando parole e poesia.
E’ stato spesso chiamato “poeta della street-art” o “street artist/muralista della poesia”, e erede di avanguardie come la poesia visiva.
La poetica di Opiemme è nota per mettere in contatto il mondo dell’arte visiva con quello della letteratura, con rimandi alla poesia visiva e azioni che gli hanno dato un ruolo di riguardo nell’evoluzione della poesia di strada italiana.
Nel 2013 “The Huff Post” sottolinea come “l’artista scandagli la linea sottile fra arte pubblica, street art, e parola scritta per portare la poesia allo scoperto”.
Ha di recente lavorato per Casa Pessoa a Lisbona, realizzando un tributo a Fernando Pessoa e Josè Saramago.
Il suo progetto “Un viaggio di pittura e poesia” ha creato un simbolico percorso di poesia di strada, dipinta sui muri, lasciata nelle vie ad attendere occhi che la leggono,
per svecchiarne la comunicazione e avvicinarla alla poesia. Fra i molti poeti citati anche il premio Nobel Wislawa Szymborska in una parete di 10 piani a Gdansk, in Polonia.
Vive e lavora a Torino. Il suo anonimato è una scelta: la scomparsa della figura per lasciare attenzione ai lavori e ai messaggi.
Preporre la concretezza all’mmagine dell’artista, riflettendo così sul contrasto tra “essere e avere”, fra essenza e apparenza,
schiava di dinamiche social e di mercato.
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