Con questo disco troviamo un filo conduttore ideale con quello delle "Stelle di Mario Schifano" del precedente Blog, psichedelico per sonorità e che ha in comune il lavoro sulla foto di copertina dello stesso Schifano, va subito detto di un altra peculiarità, ossia è il primo album pubblicato in Italia solo in edizione stereo, prima di allora solo acune produzioni erano uscite in doppia tiratura "Mono" e "Stereo". l'album e' il terzo long playing della formazione modenese, che comprende i 45 giri prodotti tra la primavera del 67 e l'estate del '68, tra i piu importanti i due brani "battistiani" che parlano di tradimento, "29 Settembre" e "Nel cuore, Nell'Anima", sicuramente piu famosi delle versioni dello stesso Battisti, che per altro lavorò ad altre canzoni di questo disco sempre coadiuvato da Mogol "Ladro" e " Hey Ragazzo".
Il disco risente fortemente dei cambiamenti epocali del periodo , i beatles di Sergent Pepper piuttosto che i Traffic di "Mister Fantasy" sembrano essere le punte di diamante su cui si poggia l'evoluzione della band ormai proiettata sulle novità che arrivano dalla "swinging london", si vocifererà adirittura di una session con Hendrix che avrebbe donato un suo assolo per la parte finale di "Nel Cuore nell'anima", visto che venne in Italia proprio nel periodo di incisione del disco ,cosa però tutta da verificare.
In altri brani è interessante l'intervento di francesco Guccini ai testi, come in "E' dall'amore Che Nasce l'uomo" piuttosto che in "Per Un Attimo Di Tempo", tra le cover da segnalare "Un Anno" cover di "No Face, No Name, No Number" dei Traffic, o "Nella Terra Dei Sogni" "Land Of Make Believe" degli Easybeats completano il quadro delle cover, "Tutto è Solo Colore" versione di "Every Little Bit Hurts" e "Un Angelo Blu" in inglese "I Can't Let Maggie Go". tra i brani originali risalta "Nel Ristorante Di Alice" ispirata probabilmante alle atmosfere del disco di "Arlo Guthrie" e scritta a 2 mani dal duo "Gianco" "Pieretti". il capolavoro però per me rimane quella "Intermission Riff" dal sapore jazz, infatti è di "Stan Kenton", dove Vandelli si misura con il Sitar e il batterista Alfio Cantarella alle Tablas, il brano strumentale verrà utilizzato come sigla per molti anni del settimanale di informazione televisva "TV SETTE". Il disco lascia un eredità proto-Prog, sia per il seguito dell'evoluzione della band, che per quello che riguarda piu in generale la via al rock italiano che verrà. questo disco segna anche una sempre maggiore presenza come autore/produttore/ arrangiatore "Maurizio Vandelli", che entrerà in conflitto con l'altro chitarrista "Franco Ceccarelli" e che pian piano vedrà incrinare i rapporti tra i due.
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