Raramente un solo disco ha spostato opinioni e giudizi unanimi come nel caso di Grace di Jeff Buckley ,pubblicato nel '94 ma con un lavoro molto lungo dietro legato a canzoni scritte gia alla fine degli anni '80, la critica prima, che lo ha eletto a disco del decennio senza se e senza ma, il pubblico poi, che seppur lentamente è arrivato ad acquistare oltre due millioni di copie di questo album ne sono la conferma.Una storia dai risvolti tragici quella di Jeff, il padre Tim è stato uno dei piu apprezzati folk-singer nel decennio a cavallo tra i sessanta e i settanta, sperimentatore poi di sonorità jazz, è fuggito per iniziare la carriera di musicista poco dopo la nascita di Jeff ed è scomparso a seguito di una overdose di eroina nel '75 proprio quando il rapporto con il figlio pareva essere rinato, le influenze della musica del padre si possono sentire in "Grace" ma il vero mentore di Jeff è stato il patrigno, Ron Moorhead, che in tenera età gli regala un 45 giri di "Phisical graffiti" dei Led Zeppelin, questi si, molto influenti sul lavoro di Buckley. Ma non solo gli Zeppelin hanno marchiato l'anima di Jeff, oltre a loro van Morrison, Leonard Cohen, Bob Dylan e Nina Simone si avvertono attraverso i micro solchi di questo disco intimista che parla della sua relazione difficile con la compagna Rebecca Moore, nella title track e in "Last goodbye", canzoni che potrebbero rimandare alla scena "Grunge" attiva in quei di Seattle in quel periodo ma che sono completamente distaccate da quella dimensione per personalità assoluta.Se su tutto il lavoro aleggia l'anima del terzo disco dei Led Zeppelin,nelle parti piu acustiche, è con "Allelujah" di Cohen che si tocca l'apoteosi Mistico-intimista, una cover molto vicina per similitudine a quella dell'ex Velvet Underground John Cale, che tocca la vetta della produzione di J. B.
Nel lavoro, Buckley è accompagnato da ottimi musicisti, che crebbero insieme nella realizzazione del disco mutando di attitudine e anche grazie alla collaborazione dell'etichetta discografica che non intralciò il lavoro dei musicisti lasciando piena libertà di scrittura e di tempistiche, per cui, un valore aggiunto nella qualità del risultato finale. Se la sera del 29 maggio del '97 Jeff non avesse sentito il bisogno di fare il bagno nella acque pericolose del "Wolf River", un affluente del mississippi, per riemergere solo alcuni giorni dopo senza vita, oggi avrebbe compiuto 50 anni e festeggerebbe chissà con un nuovo disco ancora di qualità, perchè i seguiti postumi lo sono anche se manca qualcosa come forse la spontaneità e l'improvvisazione piu di ogni cosa che ne realizzò la magia di uno dei 300 migliori dischi di ogni tempo secondo la rivista "Rolling Stone"
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