La piu famosa formazione britannica di casa nostra è protagonista dell'album di questa settimana, con il terzo disco del loro repertorio "Che Mondo Strano", pubblicato nel '66 e composto quasi completamente da inediti e da un fortunato 45 giri,"E' La pioggia che Va", ma sono i brani meno conosciuti a mio avviso a meritare la maggiore attenzione di questo microsolco, a cominciare da una versione in inglese del brano di Dylan "It's All OverNow Baby Blue" degna dei Byrds, risente fortemente delle influenze del periodo folk-rock dei Beatles, un altra cover che stranamente non ha avuto recensioni particolari è la versione klezmer di "If i Were a Carpenter" di "Tim Hardin" gia interpretata dai "Dik Dik" con il titolo fedelmente tradotto di "Se Io Fossi Un Falegame", in questo caso è una piu libera "Se Io Fossi Povero" degna di una versione alla Bregovic anni 90.
Globalmente il disco è una raccolta di sentimenti in odor di protesta come si evince dalla title track "Che Mondo strano"e la gia citata "E' la Pioggia Che Va" il sessantotto è ancora lontano di un paio di anni ma ci sono gia tutti i crismi per essere un gruppo che sta ben messo sul pezzo di un mondo in via di cambiamenti. In "Non Far Finta Di No" si cita anche Piazza di Spagna, la scalinata ritrovo dei beatnik locali ed internazionali, ritratta alcuni anni dopo nel docu-film di F.Fellini "ROMA", dove molti gruppi dell'epoca si facevano ritrarre per le copertine di dischi o per i primordiali video clip. Il suono elettroacustico dei 12 brani non è premiato del tutto dal punto di vista tecnico, infatti, alcuni brani avrebbero meritato una migliore registrazione ma tant'è resta un album da riscoprire e riascoltare dal panorama del beat italiano e dei Rokes ovviamente.
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