Era il 2014 quando il Comune di Torino decise di abbattere 180 alberi lungo la sponda del Lungo Po Antonelli, dopo la lamentela dei residenti del quartiere Vanchiglietta a seguito dei forti temporali. Già all’epoca non mancarono le polemiche da parte degli ambientalisti che erano preoccupati per la sorte delle nutrie che avevano nidificato lungo le sponde. Oggi arriva la protesta del Gruppo spontaneo Alberi Urbani che mette all’attenzione il problema dell’abbattimento degli alberi: “Beni essenziali alla salute pubblica, da curare e da mettere in sicurezza, certamente, ma non solo da abbattere”.
Questo il loro comunicato, che comprende la risposta dell’assessore Lavolta
Un gruppo di abitanti nella zona Vanchiglietta, Sassi, Madonna del Pilone si è ritrovato unito dall’indignazione per gli ennesimi abbattimenti di alberi in Lungo Po Antonelli, una zona che fino a due anni fa era totalmente alberata, ombreggiata d’estate, ospitava i pescatori lungo le rive erbose e ricche di fauna e flora ed ora è per lunghi tratti priva di alberi mentre le sponde del Po sono ammassi di terra pronti a franare.
Questi cittadini hanno scritto all’assessore Lavolta, il quale ha risposto che motivi di sicurezza e igienico sanitari hanno prodotto l’abbattimento di circa 200 alberi solo nel tratto di Lungo Po Antonelli.
La risposta non soddisfa il gruppo che ritiene gli alberi beni essenziali alla salute pubblica, da curare e da mettere in sicurezza, certamente, ma non solo da abbattere.
Stessa sorte è toccata ad alberi in Corso Chieti e nella zona dell’ex-galoppatoio a Sassi.
I cittadini chiedono che vengano piantati nuovi alberi, che si provveda alla messa in sicurezza delle sponde e degli alberi (come scelta prioritaria, anziché l’abbattimento), che si vigili sulle cooperative scelte per la cura del verde, che si comunichi la malattia di cui soffrivano tutti gli alberi abbattuti.
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