GABRIELE SALVATORES
presenta al pubblico il suo nuovo film
"Educazione siberiana"
partecipa all'incontro anche Giorgio Cattaneo che ha collaborato alla stesura della sceneggiatura
martedì 14 maggio 2013 - ore 21.00
Teatro E. Fassino, Via IV Novembre 19, AVIGLIANA (TO)
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
EVENTO EXTRA DEL XVII VALSUSA FILMFEST
Questa edizione del Valsusa Filmfest proprio non vuole terminare e, dopo l'evento del 2 maggio in cui Giorgio Diritti e Fredo Valla hanno presentato "Un giorno devi andare", martedì 14 maggio è previsto un altro evento extra di grande prestigio con GABRIELE SALVATORES che presenterà al pubblico il suo ultimo film "Educazione siberiana" al Teatro Fassino di Avigliana alle ore 21.00 in un incontro organizzato in collaborazione con il Comune.
Dopo alcuni anni di 'corteggiamento' il grande regista italiano ha potuto finalmente accogliere l'invito del festival valsusino per un incontro al quale parteciperà anche Giorgio Cattaneo, autore aviglianese che ha collaborato alla stesura della sceneggiatura del film.
::: "Educazione Siberiana" - Scheda del film :::
Regia: Gabriele Salvatores | Anno di produzione: 2013 | Durata: 110' | Soggetto: Nicolai Lilin (da un suo libro), Stefano Rulli e Sandro Petraglia | Tipologia: lungometraggio | Genere: drammatico | Paese: Italia | Produzione: Cattleya, Rai Cinema | Distributore: 01 Distribution | Sceneggiatura: Stefano Rulli, Sandro Petraglia, Giorgio Cattaneo e Gabriele Salvatores | Musiche: Mauro Pagani | Montaggio: Massimo Fiocchi e Chiara Vullo (Assistente)
Costumi: Patrizia Chericoni | Scenografia: Rita Rabassini | Fotografia: Italo Petriccione | Aiuto regista: Sergio Ercolessi | Produttore: Riccardo Tozzi | Interpreti: John Malkovich (Kuzja, il Nonno), Arnas Fedaravicius (Kolima), Vilius Tumalavicius (Gagarin), Peter Stormare (Ink), Eleanor Tomlinson (Xenja), Jonas Trukanas (Mel)
::: SINOSSI
Nel sud della Russia, in una città divenuta una specie di ghetto per criminali di varie etnie, due bambini di 10 anni, Kolima e Gagarin, crescono insieme, amici per la pelle.
L' educazione che viene impartita è piuttosto particolare: il furto, la rapina, l' uso delle armi.
Il loro clan ha delle regole precise, una specie di codice d' onore, a volte persino condivisibile, che non va tradito per nessun motivo.
Ma il tempo passa, i due ragazzi crescono mentre il mondo intorno a loro cambia radicalmente...
E quando hai vent' anni e il mondo ti si spalanca davanti, hai voglia di prendertelo.
E quando hai vent' anni, rispettare le regole non è esattamente il tuo primo pensiero.
Ma, come dice nonno Kuzja, il capo del clan criminale siberiano: "È folle volere troppo. Un uomo non può possedere più di quello che il suo cuore può amare!"
::: NOTE DI REGIA
L'educazione siberiana è uno strano tipo di "educazione".
E' un'educazione criminale, ma con precise e, a volte sorprendentemente condivisibili, regole d'onore.
"Educazione Siberiana" è anche il titolo del primo libro di Nicolai Lilin, in cui l' autore racconta la sua infanzia e la sua adolescenza all' interno di una comunità di "Criminali Onesti" siberiani, così come loro stessi amano definirsi.
La storia si svolge in una regione del sud della Russia e abbraccia un arco di tempo che va dal 1985 al 1995. In quegli anni avviene uno dei più importanti cambiamenti della nostra storia contemporanea: la caduta del muro di Berlino e la conseguente sparizione dell'Unione Sovietica con tutto quello che questo evento ha poi comportato nei rapporti economici e sociali dell'intero pianeta.
La storia di questi ragazzi che passano dall'infanzia all'adolescenza e della comunità in cui sono cresciuti diviene, quindi, partendo da un microcosmo molto particolare, una storia universale che, al di là delle implicazioni sociali, acquista un significato metaforico che riguarda tutti noi.
Ci siamo ispirati ai personaggi, alle situazioni e al mondo raccontato da Lilin per creare una storia epica: l'eroica e disperata resistenza dei discendenti dei guerrieri Urca, originari abitanti delle grandi foreste siberiane, all'invasione del consumismo e della globalizzazione. E, soprattutto, la storia di un gruppo di ragazzi che affronta uno dei problemi più complessi della nostra vita: il diventare adulti.
È un mondo di contrasti, come quando, in una scena del film, nell'unico spazio libero lasciato dai palazzi grigi e tutti uguali di un quartiere di architettura sovietica, una piccola giostra accende le sue luci colorate e diffonde dai suoi altoparlanti la musica di David Bowie.
E, dato che si tratta di creare un mondo lontano da noi e praticamente sconosciuto, questo si può in un certo senso definire un vero film "in costume".
On-line dal 13-05-2013 questa pagina
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