doors: 17.00
ticket: 5 euro / up to you! fino alle 20.00 (prevendita: biglietteria online)
Spazio 211 è in Via Cigna, 211 Torino.
ZEUS! è un duo formato da Luca Cavina (Calibro 35, Transgender, Hellish, Pornoise, Pixel Johnson, Beatrice Antolini) al basso distorto e da Paolo Mongardi (Transgender, Rebelde, Il Genio, Jennifer Gentle, Mortuaria, Taunt/State Of The Art Living Dead) alla batteria distorta. Il progetto nasce nell’ estate del ‘46 con l’ intento di rivoluzionare completamente il panorama musicale internazionale. Dopo varie sessioni in studio ci si rende subito conto che il materiale registrato è roba che scotta, tale da poter sconvolgere per sempre il mondo intero. I due decidono quindi di nascondere il master di quelle registrazioni e di non renderlo pubblico fino al 3000. Gli ZEUS! si prefiggono quindi di elargire una pioggia di metallo dorata fino a quando le masse non saranno pronte per ascoltare il contenuto del master segreto. Per gli amanti del trito.
[..ZEUS! tende ad usare il minimo per ottenere il massimo ed è: non metal, non punk, non math, non noise, non prog, non jazz‐core, né postalcunché. Semmai una somma di micro‐composizioni del nostro tempo, picassiane e psicodeliche, in quanto le particolari melodie di un certo tipo “liberano il pensiero dalle sovrastrutture delle convenzioni sociali”.] Agli ZEUS! importa poco del buon gusto, anzi…hanno il gusto ironico del trash e non fanno niente, ma proprio niente, per compiacere. Forse i loro gruppi madre danno agli ZEUS! un’inaspettata libertà, come se fosse il progetto con cui possono esprimere il peggio di sé senza compromessi. Forse sta qui la loro forza, o forse, semplicemente, il Padre degli Dei è con loro e allora c’è poco da fare o spiegare. Questi spaccano. Amen.
www.facebook.com/#!/zeusbumbum
Il progetto “Fast Animals And Slow Kids” nasce a Perugia alla fine del 2007 come una di quelle cose che si fanno per passare il tempo in inverno. I quattro personaggi coinvolti (Aimone Romizi, Alessandro Guercini, Alessio Mingoli e Jacopo Gigliotti) vanno ancora al liceo e suonano in band locali. Fanno canzoni in inglese e provano il lunedì sera nella sala prove in cui lavora il batterista. In questa veste riescono a fare tre concerti ottenendo grandi pacche sulle spalle dai loro amici più cari; uniche presenze a tali eventi. Alla fine del 2009, finito il liceo ed alle prese con agonizzanti pomeriggi all’università, i quattro decidono di rispolverare con maggiore convinzione i Fast Animals And Slow Kids. Ed è così che arrivano i primi pezzi in italiano, i primi concerti importanti e le prime soddisfazioni. Registrano il loro primo ep “Questo E’ Un Cioccolatino” (stampato grazie all’aiuto di Luca Benni dell’etichetta umbra “To Lose La Track”) e nel corso del 2010 aprono i concerti a gruppi del calibro di Zen Circus, Il Teatro degli Orrori, Futureheads e Ministri, di passaggio nella loro città. Riescono a partecipare al celebre contest “Italia Wave Love Festival” e addirittura a vincerlo. Iniziano i primi minitour “spaccaossa” autogestiti, che li portano, in giro per il Bel Paese (ricordiamo di questo periodo, la memorabile trasferta Catanzaro-Bergamo). Dopo aver conquistato Appino e tutta la famiglia Zen CIrcus , registrano a Febbraio 2011 il loro primo disco intitolato “Cavalli”, prodotto, appunto, da Andrea Appino e pubblicato dall’etichetta Ice For Everyone, di proprietà degli Zen. Il disco, uscito nel Novembre 2011, forte di un suono “abrasivo”, dovuto principalmente alla registrazione e mixaggio di Giulio Ragno Favero del Il Teatro Degli Orrori, riscuote il successo di critica e pubblico, portando i F.A.S.K. di nuovo in tour, prima a seguito degli stessi Zen Circus, poi da soli, nei migliori locali della penisola e nei migliori festival estivi. A differenza dei loro primi tour, dietro queste date c’è la professionalità di Locusta Booking ed il lavoro del fonico Andrea Marmorini ( chitarrista dei seminali La Quiete) che garantisce quel suono granitico che ben conosce chi ha avuto l’occasione di assistere ad un concerto della band perugina.
Nel frattempo, tra un concerto e un altro, i Fast Animals ascoltano tanta nuova musica e lavorano a nuove canzoni. Realizzano una decina di pezzi e decidono di andare i registrare i provini nella casa vacanze della famiglia di Aimone, di fronte al lago di Montepulciano e a pochi chilometri da quello di Chiusi, al confine tra Umbria e Toscana. I risultati sono così soddisfacenti da convincere la band a registrare lì il loro nuovo album. Ed è così che nel Novembre 2012, con Andrea Marmorini e Jacopo Gigliotti alla produzione, apparecchiature prestate da amici e conoscenti e tante nuove idee, si rinchiudono al Macchione (la casa vacanze della famiglia Romizi), e registrano mattina e sera i pezzi che andranno a comporre il loro secondo album ufficiale: “HYBRIS” uscito il 18 marzo scorso grazie al supporto di Woodworm, Audioglobe e Toloselatrack.
https://www.facebook.com/fastanimalsandslowkids
Blue Willa è il fermo-immagine di qualcosa che è scaturito giorno per giorno, che è impossibile catturare (è quello che succede qui e ora durante i concerti) ma che con buona approssimazione si è provato a restituire in un formato compatto e riproducibile. Per questo la band ha cercato di coinvolgere un’artista con un orizzonte visionario stupefacente come Carla Bozulich, già alla testa di progetti ambiziosi come Evangelista, The Geraldine Fibbers, Scarnella, Ethyl Meatplow. Le affinità tra la band e Carla tracciano un percorso trasversale in costante movimento in una terra di mezzo tra Pixies e Diamanda Galás, Kurt Weill e Iggy Pop, echi di torride melodie mediterranee e richiami di nativi americani, paesaggi sonori solcati dalle fantasticherie di Edgar Allan Poe o Italo Calvino, rumori inquietanti, animali, campane, gitani, punk.
Nei tanti anni vissuti a fianco di questi musicisti abbiamo aspettato a lungo questo momento, l’uscita del disco che potesse restituire a pieno l’emozione della loro musica e che trovasse un punto di equilibrio tra le loro diverse anime. Signori, il momento è arrivato: ecco a voi i Blue Willa, per noi una esperienza coinvolgente e totalizzante.
Blue Willa, un buco nero che si nutre di emozione ed energia.
A 3 anni di distanza dall’esordio datato e intitolato “2010″, Gli Ebrei si ripresentano con un un nuovo lavoro e un nuovo piano: “Disagiami” - nuovo ep di 6 pezzi in uscita il 1° aprile su Tannen Records (free download/digitale) e acquistabile dal 31 maggio su V4V Records (cd) – è il nichilismo annoiato di chi vive in una provincia stretta e claustrofobica come una gabbia, è la rassegnazione coatta di chi sa che non si può scappare, è il racconto degradante di una realtà sbilenca, che di memorabile ha ormai ben poco ma su cui non possiamo e non dobbiamo spegnere la luce.
6 pezzi dissacranti per farsi sbattere la vita addosso, cinici e distaccati come tutti quei vicini che non ci salutano mai.
“Disagiami” rappresenta il nostro primo Ep dopo il primo Disco. Sei tracce forse più pulite ma sempre col nostro sound low fi registrate la scorsa estate.
Calda estate. Parla della nostra città e di quello che si fa nella nostra città. Del disagio nel vivere le situazioni che si ripetono. Parla di come vediamo le persone e le situazioni. Feste e week end.
“VERNON: (autore di un 7″ e un LP -STRESSED DESSERTS BLUES- per Shit Music For Shit People) un uomo che porta il nome di un gruppo ormai sciolto che portava il nome di un uomo immaginario. Profeta senza visioni, ciarlatano dal cuore grande, prestigiatore senza assi nella manica, voce e chitarra perennemente al crocicchio fra blues, gospel, psichedelia involontaria ed enigmistica spiccia.”
All’inizio era solo il nulla cosmico. Poi alcune cellule hanno ben pensato di riprodursi, mettendosi a ballare la rumba su ritmi caraibici. Molti anni son passati da allora, addirittura decenni, o forse eoni. Una serie di coincidenze avvenute in questo lasso di tempo ha portato alla nascita del rogheroll, del panc, dell’arcor e di tutta una serie di nomi con cui il rumore è stato etichettato. Per celebrare tutto questo nacquero i Cibo, musica intelligente per gente deficiente, musica deficiente per gente intelligente.
ARODORA: Travolgente passione torinese per il Rock Strumentale! C’era Torino con i suoni e le situazioni di quel periodo creativo a cavallo degli anni 80/90…. dall’influenza di quel background e dal panorama del rock indipendente e crudo di sempre, nelle cantine dai muri carichi di muffa dei Docks nel 2005 nasce il progetto “arodora”: forte identificazione con il territorio e voglia di sonorità strumentali alternative e sperimentali. Francesco chitarra – Felicce batteria – Giovanni chitarra – Rouge basso, hanno sulle spalle l’esperienza di anni di varie avventure musicali precedenti ed attuali (I Treni all’Alba, Belli Cosi, Sparkle, Suolo Libero, Gli Aeroplani Cadono). Suonano un genere dai suoni graffianti, colpisce piacevolmente la sregolatezza acustica di alcuni riff e la frequente alternanza delle situazioni musicali con accostamenti d’azzardo. Ogni traccia e’ caratterizzata da energica progressione, potenza trascinante e genuina passione che generano piacere acustico!!
www.facebook.com/pages/arodora
Jordaan nasce nel 2009, come naturale conseguenza di varie esperienze e dall’osservazione di realtà musicali nella provincia di Torino. Alla base del progetto vi è indiscutibilmente la voglia di fare musica e, quello che più conta, di farla mettendo in comunicazione generi quasi sconosciuti in Italia, come il math-rock e il post-rock. Jordaan è infatti un concetto, un’idea di musica che cerca di liberarsi dai suoi vincoli strutturali focalizzandosi più sul flusso delle sensazioni, sul tempo, sul suono e il suo colore. Jordaan quindi unisce sonorità post-rock e atmosfere ambient a quelle più aggressive, creando così uno stile ipnotico nello spaziare tra tonalità melodiche a passaggi carichi di groove. L’ambizione è quella di provare ad essere una band che abbia sempre e comunque qualcosa di originale da portare sul palco. Di grande importanza per i Jordaan è la decisione di non usare alcuna voce. La sua assenza di fatto li porta a mettere in musica ogni idea che nasca all’interno del progetto, ma costringe anche a un continuo approfondimento della conoscenza e del modo in cui lo strumento entra nei vari brani, nonchè delle interazioni tra gli stessi strumenti.
On-line dal 23-09-2013 questa pagina
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