“Cosa può fare un rinoceronte, con un nodo? Sbatterci contro finché non lo spezza, fermandosi solo ogni tanto, per rifiatare rumorosamente. È questa liberazione animalesca, selvaggia, che rende i Crash Of Rhinos speciali non solo nello sparuto panorama emo attuale – forse vivo dalle nostre parti più che altrove, infatti anche gli inglesi Rhinos bazzicano dall’esordio etichette nostre, prima la Triste, che ha prodotto l’esordio “Distal”, poi la To Lose La Track, qui in realtà braccio italico di una distribuzione internazionale.
Ma la sensazione è che i Crash Of Rhinos non avrebbero per niente sfigurato neanche durante gli anni d’oro del genere, per come sanno incanalare il proprio impeto in una scrittura fervida, che fa di saliscendi ritmici e schemi armonici volubili e potenti al tempo stesso il proprio alimento principale. È solo così che la rappresentazione di brutalità, di furore tipica del genere può risultare credibile, e in questo come nell’esecuzione, per la quale i Rhinos fanno uso di due chitarre, due bassi e una batteria (e molte voci), il quintetto di Derby non ha niente da invidiare a mostri sacri come Archers Of Loaf o Mineral– anzi, si potrebbero definire come il risultato di una fusione aurea tra questo filone e quello più tecnico, dalle venature math, degli American Football.” Ondarock.
“cari, il 25 settembre suoniamo a torino coi crash of rhinos.
prima che qualcuno se la prenda e cominci a tirarci le banane, sappiate che performeremo esclusivamente e più o meno per intero cultivation of ease che è il nostro primo disco in assoluto. magari pochi di voi lo conoscono. a dirla tutta ormai lo conosciamo poco anche noi, ma ci piaceva l’idea che questo concerto fosse una sorta di piccolo tributo ai nostri amichetti inglesi che proprio con questo disco abbiamo circa 12 anni fa conosciuto. insomma, faremo il gruppo spalla delle medie”
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