Artisti Sergio Aiello, Marco Altavilla, Marco Da Rold, Debora Ieranò, Severino Magri, Francesca Vignale
Titolo COME QUANDO FUORI PIOVE
a cura di Amalia de Bernardis
testo critico Claudio Lorenzoni
Start Mercoledì 30 settembre h. 19.00
End Sabato 10 ottobre
Sede SPAZIO MOUV Via Silvio Pellico 3 Torino
Orario lun/ven. 17/21 – sab/dom. 10/21
“Questa è l’acqua.
Incendiata dalla stessa forza che ha acceso le stelle: compassione, amore, l’unità sottesa a tutte le cose.
Misticherie non necessariamente vere.
L’unica cosa Vera con la V maiuscola è che riuscirete a decidere come cercare di vederla”.
- David Foster Wallace –
Lo vogliamo ammettere o no che la visione che abbiamo della realtà è solo una mera illusione, sia individuale che collettiva? Non siamo portati in modo naturale ed istintivo dalla nostra struttura mentale ad osservare tutte le varie possibili interpretazioni (per comodità o mera paura del dolore). Siamo troppo abituati a vivere e percepire il mondo secondo il nostro “preziosissimo” punto di vista? Sì, ammettiamolo. Siamo estremamente centrati su noi stessi. E’ facile immaginarsi protagonisti, avere i fari puntati sulla propria personale storia è immediato, piacevole. E gli altri?
Bando alle ciance. Perché intitolare una mostra d’arte ‘Come Quando Fuori Piove’? Metafora di una verità? O semplicemente il ritornello Cuori Quadri Fiori Picche, il gioco di magia, il segreto dell’esperto per ricordare la giusta gerarchia dei semi nel gioco delle carte? Forse non ha un senso. Forse come le cose del passato a noi care ci rimangono dentro senza saperlo, si sono familiarizzate in poche parole. Come Quando Fuori Piove dice tutto e dice niente. Si ripete senza vincoli nel nostro pensiero. Come le poesie mai amate ma a memoria imparate. Ti immagini bimbo a giocare alla settimana. A tirare il sassolino cantando il ritornello. Come quando Fuori Piove Come Quando Fuori Piove.
Come quando fuori piove è intimità e sgusciare la bocca ad un sorriso. Un ritorno a noi stessi senza passare dal via. Una sequenza verbale che vuole essere gesto, una mossa tecnica, nella fattispecie senza risvolti accademici. Come Quando Fuori Piove non è semplicemente un titolo di una collettiva d’arte ma un invito a prendere la propria arte cosi come il ritornello per intero nel suo suono per poi spezzettarla dolcemente nelle sue diverse sfaccettature: non solo è una frase su quanto sia bello o malinconico stare lì fermi ad osservare, immobili, lo scorrere verticale dell’acqua fuori dalla finestra, ma è come uno scrigno: rinchiude in sé una serie di tesori nascosti, livelli diversi di lettura e rimandi e significati. Il concetto di priorità. Di gerarchie. Gesti quotidiani. Preziose abitudini. Abbracci dimenticati. Profumi riposati nella dimenticanza.
Come Quando Fuori Piove è uno stratificarsi dei significati, è una libera interpretazione del linguaggio (artistico) e della realtà, scritta o umana o divina che sia. Come Quando Fuori Piove sono pietre di diverse visioni, di numerose inclinazioni e rotazioni. Un cubo di Rubik che mai completeremo ma da cui mai ci staccheremo.
La mostra collettiva vedrà come protagonisti artisti che attraverso le loro opere, tecniche e linguaggi espressivi diversi, trasformeranno i loro lavori in una e vera e propria esperienza creativa e sensoriale per l’osservatore.
Come Quando Fuori Piove porta l’artista ad una riconciliazione tra spirito e mente. Gli artisti presenti, forse per la prima volta, nonostante la pioggia, aprono la porta ed escono senza ombrello. Hanno lasciato a casa la sicurezza della copertura ed anche il quadro portafortuna. Si, anche quello che piace a tutti.
Il percorso espositivo della mostra propone opere caratterizzate ora da giochi di corrispondenze visive (siamo ai limiti dell’onirico); ora da profumi ora da installazioni, immagini sfuggenti ed allusive dove la caduta (sempre morbida ed indolore) è provocata dagli “inganni” curatoriali.
Come Quando Fuori Piove: questa frase mi ricorderà sempre che le cose non esistono di per sé. Che la verità è solo una costruzione a posteriori. Una citazione da tramandare a memoria.
"I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare come vuoi
o farli rimanere buoni amici "
Rimmel – F. De Gregori
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