Ingresso: 18,00€
Minori di 30 anni: 9€ (regolamento sconti)
Per l’ultimo concerto dell’anno, a ridosso del Natale, talvolta ci piace ricreare l’atmosfera delle veglie popolari di una volta. Quest’anno si presenta un’occasione davvero ghiotta: il 40° anniversario di uno dei gruppi folk più storici del nord d’Italia. La celebrazione di questo patrimonio preziosissimo della Cultura alpina ci fornisce il giusto ‘pretesto’ per virare decisamente verso la musica popolare più vera e legata alle radici. La famiglia Boniface al completo ci accompagnerà in una grandiosa fruizione musicale comunitaria, che rimanda a quando la musica aveva una funzione sociale ben più forte e profonda. Nel corso della serata offriremo a tutti i presenti uno spuntino a base di prodotti tipici valdostani.
…C’est une manière d’alpinisme assez inédite que celle qui consiste à courir la montagne à la recherche des chansons populaires. (Julien Tiersot – 1900) [è una modalità di alpinismo alquanto inedita che consiste nel percorrere la montagna alla ricerca dei canti popolari n.d.r.]
Sin dalle origini, i Trouveur Valdotèn hanno sempre posto al centro del loro agire la collaborazione e la condivisione con i musicisti delle regioni intorno al Monte Bianco ma ciò va ben oltre il semplice piacere di incontrarsi. Alla base delle ricerche e degli sviluppi realizzati sulle danze e i canti, c’è prioritariamente la coscienza di una stessa radice culturale che ridà alle montagne il loro ruolo autentico di connettori di tutti quegli elementi che le popolazioni alpine hanno in comune. Tra questi elementi, un posto importante è occupato dalla musica, dalle danze e dai canti di tradizione che sempre hanno testimoniato questa radice culturale e che oggi son oggetto di protezione e di valorizzazione. Tuttavia, la sopravvivenza di questo patrimonio è minacciata costantemente dal potere dei media che cercano a ogni costo di promuovere la musica, e l’arte in generale, secondo strategie esclusivamente economiche. Nel contesto in cui ci troviamo immersi ogni giorno, ci pare che la funzione originale della musica, del canto e della danza, sia soffocata a detrimento di tutte quelle sensazioni alle quali i nostri avi erano legati, come il sentimento di appartenenza ad una collettività sensoriale percettibile e non soltanto quantificabile dal punto di vista numerico. Di fronte a questa prospettiva, il ritorno alle radici delle nostre tradizioni costituisce una risorsa per le nuove generazioni affinché l’umanità ritorni verso le varietà arricchenti per le quali tanta strada si è percorsa. Una risorsa che ci permette, attraverso la conoscenza di noi stessi, di aprirci all’altro senza timore e a braccia aperte. (Trouveur Valdotén).
…E se fosse ancora il senso della montagna? Se rimanesse quello il messaggio? Sono cambiati i tempi, i linguaggi e le generazioni, abbiamo riempito molti vuoti e dissipato troppa bellezza, ma ci restano quelle creste profilate come domande nel cielo. Schiaffi di pietra alla società liquida. Ostinatamente provocanti, disobbedienti anche al nostro disincanto. Se non ci parlano di cose alte, se non ci esortano ancora ad alzare gli occhi e aprire la mente per guardare oltre, allora le Alpi non esistono. (Enrico Camanni, da Alpi ribelli)
Nel 1979 nascono i Trouveur Valdotèn: Alessandro Boniface, sua moglie Liliana Bertolo e i loro due figli, Rémy e Vincent, che ne compongono l’attuale formazione, si occupano di ricercare e riproporre gli antichi canti e le danze tradizionali del loro territorio e delle regioni attigue, appartenenti alla stessa cultura alpina. Anche gli strumenti utilizzati appartengono alla tradizione (fisarmonica, organetto, violino, flauti, clarinetto, cornamuse) e il repertorio proposto comprende canti in patois e in francese assieme ad alcune arie di danza. Nel 2000 compongono assieme ad altri 50 musicisti dell'arco alpino, da Nizza all'Istria, un insieme conosciuto con il nome di Grande Orchestra delle Alpi, esibitasi in diversi paesi europei, spesso nell'ambito di manifestazioni importanti quali il Filmfestival di Trento, le Olimpiadi del formaggio a Verona, il Festival delle Alte Terre d'Auvergne e Alpi 360° di Torino. Questa esperienza confluisce nel progetto Tradalp, attivamente sostenuto dal FolkClub, con la direzione del musicista valdostano Christian Thoma. I Trouveur partecipano a diverse esibizioni in Piemonte, in Spagna e in Finlandia. Nel 2018, i Trouveur ricevono il Premio Nazionale Città di Loano per la musica tradizionale.
Nel corso della sua lunga carriera, il gruppo ha partecipato a migliaia di concerti in tutta la Valle d'Aosta, in Savoia, a Parigi, a Roma, in Svizzera, in Belgio, in Piemonte, in Lombardia, in Trentino, in Sud-Tirolo e in Liguria; ha collaborato spesso con l'amministrazione regionale della Valle d’Aosta per le animazioni di differenti incontri culturali e con la sede regionale RAI per una serie di trasmissioni sulla musica tradizionale. I Trouveur hanno preso parte a Norimberga allo spettacolo Euromusica e, in collaborazione con musicisti della Savoia e del Piemonte, hanno partecipato al festival Musik'Alpes di Faverges, in Alta-Savoia, e alla creazione dello spettacolo transfrontaliero Musicalpina negli anni ’90. Per più di vent’anni i Trouveur hanno organizzato lo spettacolo musicale di chiusura della fiera di Sant'Orso offrendo ogni volta scorci del vasto panorama delle musiche tradizionali dell’arco alpino. Il gruppo cura un'esposizione dedicata agli strumenti musicali delle Alpi, frutto della passione di Sandro Boniface per la ricerca di oggetti sonori. Da molti anni i membri dei Trouveur Valdotèn animano incontri nelle scuole della regione Valle d’Aosta e organizzano corsi di avvicinamento ai diversi strumenti della tradizione, al canto e alla danza. Il gruppo ha condotto una ricerca sui canti e le melodie di Natale nelle Alpi e ha proposto questo repertorio in numerose chiese della Valle: ad oggi, quasi tutti i comuni valdostani hanno accolto questo concerto. Nel 2015, il Musée Savoisien di Chambéry, ha affidato al gruppo Trouveur Valdotèn la restituzione del prezioso repertorio natalizio di Bessans, un villaggio della Maurienne. Nel progetto sono confluite più di sessanta persone, tra coristi e strumentisti; sotto la direzione di Vincent e Rémy Boniface, che hanno creato gli arrangiamenti dei brani scelti, si è consolidato un repertorio che è stato proposto in varie località della Savoia e in Valle d’Aosta. Nel 2018, l’intero repertorio è stato pubblicato su un album che il Musée Savoisien trasmetterà nelle sale di visita, distribuito dall’etichetta francese Mustradem.
Oltre alle 10 raccolte pubblicate dal 1984, il gruppo ha registrato alcuni brani nel CD Chansons populaires recueillies dans les Alpes françaises, dedicato al musicologo Julien Tiersot (etnomusicologo di fine ‘800 e depositario delle ricerche del valdostano Joseph Siméon Favre), e nel CD En viadje, pubblicato dalla regione Piemonte e dedicato ai canti francoprovenzali delle regioni alpine italiane.
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