San francisco '67, la Summer of love porta con se mille aromi, dal patchouli al'incenso indiano, dalla red mexican al pot che esce dalle abitazioni di haight & hasbury, i suoni di chitarre e wah wah sono dappertutto, ma la vera ventata è il gran numero di band che nascono come funghi, dai più famosi Jefferson e G. Dead, a quelle band che durano lo spazio di un amen, quella di cui vi parlo oggi non è esattamente una meteora, ma una formazione dall'enorme potenziale che avrebbe potuto raccogliere di più, i "MOBY GRAPE" sono una tipica acid rock band cittadina,Alex "Skip" Spence è gia stato il batterista del primo disco dei Jefferson Airplane, qui è passato alla chitarra e alla composizione del grosso dei brani, in questo album d'esordio vi è un mix di blues, jazz, folk, rock, ecc. che ebbe la sfortuna di incorrere in una scriteriata promozione di lancio, dove praticamente l'intero disco venne pubblicato in una serie di 45 giri, confondendo il pubblico, quando l'album esce di fatto è già conosciuto sul mercato attraverso i singoli, e rimane fermo al palo delle vendite, ma c'è un altra cosa che ne rallenta l'uscita , ed è la censura della copertina , prima la foto avrebbe dovuto mostrare la band con alle spalle la bandiera americana e Don Stevenson stendere il dito medio sulla tavolozza ma il tuto viene cancellato ad arte per la versione che verrà distribuita.
Tornando alla musica in senso stretto, il disco verrà riscoperto negli anni '80 e considerato come uno dei lavori più riusciti di quella scena psichedelica, "Omaha", "Someday", "Changes" "Ain't no use", "Lazy Me" ne fanno un gioiello da ascoltare e riascoltare con attenzione ricollocandolo in un panorama che appunto avrebbe meritato maggiore attenzione rispetto alla media di molti dischi dello stesso genere e periodo.
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