Gli avvenimenti di Parigi, oltre a scuotere le coscienze sui temi della politica internazionale, hanno suscitato un dibattito serrato in rete sulla responsabilità delle banlieue, ponendo l'accento su un legame problematico tra un territorio specifico e un problema che gli apparterrebbe e facendo riflettere sulla tesi che gli abitanti siano il prodotto del luogo in cui vivono.
Su questo tema dice la sua l'architetto Renzo Piano, definendo le periferie come fabbriche di desideri "nel bene e nel male. Sono la fonte di energia della città". E ancora: "Bisogna cercare le perle, smetterla di denigrare le periferie e decidersi ad amarle". E noi siamo d'accordo con lui al punto tale che già lo facciamo: da tempo cerchiamo di vedere il nostro borgo con altri occhi e ci adoperiamo per migliorarlo, perché come diceva David Hume, "la bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva".
Per fortuna non siamo soli: negli ultimi mesi abbiamo incontrato ed iniziato a collaborare con un gruppo di amici appassionati di fotografia, i Photo-graffiatori, che hanno realizzato una rassegna fotografica che documenta la nostra trasformazione nel tempo, quella di un'area di Torino che ha visto uno dei primi murales sociali autorizzati a Torino, a testimonianza della voglia di affrancarsi dal cliché di abbandono e degrado di ex-quartiere operaio e di immigrazione, e l'arrivo dei nuovi muri realizzati da street artist attivi sulla scena nazionale e internazionale. A voi il giudizio!
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