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- Torino -
La storia dei Figli di Guttuso, iniziata a Torino nel 1987, non è sicuramente quella di molte band locali che nascono e passano inosservate. I fondatori, fin dagli esordi, costruiscono un progetto artistico allora decisamente unico, che univa atmosfere rock e underground a strumenti come violini e fisarmoniche, e a testi e situazioni live irriverenti, maliziose e artisticamente variopinte. Nascono in quel periodo brani come "Gusta la Frusta" e "Autolesionismo", distribuiti su un 45 giri rosa, esaurito in poche settimane. Nel '90, i FG aprono, al Palasport di Torino, la prima edizione di SanScemo, con uno spettacolo alla loro maniera: dominatrici con fruste, schiavi, animali di vario tipo sul palco, mangiatori di fuoco e mimi, musicisti vestiti da preti e una stage presence decisamente grintosa e sudata. In breve tempo i FG pubblicano nuovi brani stand-alone e all..interno di compilation. Per anni la band macina date e registrazioni, collaborando con i maggiori musicisti rock torinesi (Max Casacci, Boosta e Samuel dei Subsonica, Madaski degli Africa Unite e Josh Sanfelici dei Mau Mau). Da queste interazioni nasce la sessione di incisione presso Casa Sonica da cui prenderanno vita due opere importanti nel percorso della band: "Sciamani d'Amore" (1996) e "Non Fiori" (1999). Ma la storia dei Figli di Guttuso è anche uno spaccato di vita vera, e di dolore personale tutt'altro che patinato. Nel 1995 inizia infatti il calvario umano che porterà la band a pagare alla sorte un prezzo altissimo. In tempi pressoché coincidenti si ammalano Claudio Fino e Antonello Angiulli, entrambi di tumore, entrambi ventiseienni, entrambi, purtroppo, gravemente. Tra il 1996 e il 1997, i due ragazzi se ne vanno, lasciando a chi rimane una voragine nel cuore, parzialmente riempita da una nuova vena musicale più intimistica e folk. Oggi, i nuovi Figli di Guttuso sono quattro persone che, nonostante tutto, hanno appuntito il gusto della vita e dello sberleffo e, come dicono loro, "oltre ad avere una carica erotica non comune per dei circa quarantenni, grazie soprattutto a Photoshop® e alla carne cruda in insalata di cui siamo ghiotti, abbiamo sviluppato un percorso tutto nostro verso il rock'n'roll, sicuramente più ruspante, irridente e panciuto di quello dei tanti babacci con le mutande calvinclain di fuori."
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- Torino -
Luca Franceschi
info@figlidiguttuso.it
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