Nei giorni scorsi un messaggio cialtrone era stato messo in circolazione sui social (pare ritwittato dallo stesso Renzi) secondo il quale la neo sindaca Chiara Appendino avrebbe “licenziato” tremila dirigenti del Comune di Torino. Una bufala, ovviamente, essendo, a detta dello stesso Fassino, i dirigenti del comune un centinaio circa. Bestialità dei social a parte, grazie al contributo dei soliti noti, la sindaca da davvero iniziato a riordinare un po’ la struttura del Comune della città.
Tagli alla macchina comunale per realizzare un fondo di cinque milioni di euro da destinare all’assunzione (tramite bando) di assistenti sociali e domiciliari, educatori professionali, giardinieri e tecnici impianti sportivi. Più poteri al Segretario comunale e nessun Direttore generale. L’addetto stampa proverrà tra quelli già presenti in comune e altri risparmi sono previsti evitando il rinnovo di alcune cariche dirigenziali.
Prossimo l’incontro con il Presidente della Regione Sergio Chiamparino per discutere sul Parco della Salute. Differenti le posizioni sulla sede da utilizzare per il progetto. Chiamparino vorrebbe adattare il sito della ex Avio, mentre l’Appendino preferirebbe la ristrutturazione dell’ospedale esistente mantenendo fede alla linea pentastellata del consumo zero per il suolo pubblico. In ballo i 250 milioni di finanziamento del governo sui quali la ministra Maria Elena Boschi ha, non tanto velatamente, “ricattato” i torinesi in campagna elettorale affermando che i soldi non sarebbero stati destinati alla città qualora avesse vinto l’Appendino ai ballottaggi. Minaccia che si è rivelata inutile.
Un messaggio chiaro dalla sindaca è palesato per quanto riguarda la lotta alla criminalità: il Comune si costituirà parte civile nel processo sull’uccisione del magistrato Bruno Caccia; il processo inizia oggi in Corte d’Assise di Milano al presunto killer arrestato solo lo scorso dicembre. La sindaca ha dato la notizia di persona alla figlia del magistrato.
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