PERCHE' GLI UOMINI NON SI CAPACITANO DELLA FINE DI UNA STORIA
Quello che più ferisce della fine di una storia d'amore, ahimè, non è tanto la mancanza dell'altra persona, anche; quanto ciò che si scatena nei nostri pensieri, soprattutto perché l'amore è molto simile ad una carriera professionale o artistica in Italia: non prevede meritocrazia.
Dunque, non trovando spiegazioni, per così dire, razionali, ci si dispera e si crede di essere stati insufficienti in qualche cosa: fisicamente (molti dei lasciati si iscrivono in palestra), sessualmente (molti dei lasciati si buttano poi di letto in letto per dimostrare a sé stessi di essere dei bravi amatori), brillantemente (molti dei lasciati si ributtano a capofitto in serate danzanti, social, drink in centro e, credetemi, non è per trovare un'altra fidanzatina), culturalmente (no, culturalmente no, scherzavo).
Io parlo, purtroppo, da eterosessuale ed è per questo che analizzo la situazione da questa parte della barricata. Inoltre, non ho una storia canonica da quando era ancora vivo Aldo Moro, quindi leggo ciò che mi circonda con relativa lucidità. Infine, nel 90% dei casi (il dato è del tutto campato in aria) sono le donne a lasciare gli uomini, poiché questi ultimi sono pigri, deboli e poco coraggiosi.
Insomma, gli uomini meritano di essere lasciati e soffrire per amore, o meglio, è necessario che questo avvenga: perché non capiscono nulla di donne. E qui non si parla di puttanate da cabaret.
Non capiscono, e ce l'hanno insegnato dei grandissimi del pensiero (su tutti, tra gli altri, Shopenauer e Freud), che le donne hanno due soggettività: un'io , più o meno razionale; un (chiamiamolo così, per intenderci) inconscio che invece è irrazionale (mah) e si batte per la specie. Ed è quest'ultimo aspetto che trionferà sempre. Esattamente come un erba che spacca una colata di cemento e cresce ai bordi dell'autostrada: senza alcun motivo, senso, scopo, solo perché l'Esistenza (si legga Natura) ha avuto un'opportunità.
Non è raro infatti che le donne scelgano, da giovanissime, dei virgulti belli e prestanti e che credono bravi sessualmente; e non importa minimamente l'aspetto socio-culturale. Sono migliaia i casi di bella del paese che sta col truzzo drogato che sgomma col motorino truccato; sono milioni le lamentele di amici e spasimanti che si chiedono "ma come cazzo fa a stare con quello lì?". Razionalmente, appunto, non ne avrebbe motivo; naturalmente sì.
Crescendo, diventando donne, la specie, sporcata dalle condizioni socio-culturali, le spinge, non verso il migliore, ma verso il più adatto: un uomo per bene, insomma, che abbia un lavoro, che sia controllabile, che non abbia bizze per la testa, che garantisca un accettabile livello di benessere (non si scada nel patetico ritornello, pur vero, delle donne che stanno con i potenti e i ricchi; la radice è sempre la medesima). E allora la lamentela cambia e si fa più frustrante: laddove fossimo giustificati a contestare il ragazzaccio della nostra giovane amata, questa volta, diventati adulti, non possiamo che assistere allibiti e mutilati della possibilità di struggimento artistico, a qualcosa che ci manda in bestia: un poveraccio simile a noi, solo più fortunato.
L'unica triste cosa che viene in mente, oltre al fatto che da adulti si deve stare col più adatto e non con chi si è amato di più, è questa frase: tanto per non amare lui, non avresti potuto non amare me?
Aggrega contenuto