Andrea Mandarino fa parte di una tendenza emersa negli anni Ottanta, diffusa a livello nazionale ma particolarmente vivace a Torino, caratterizzata dall’irrompere di una nuova, giovanissima generazione di 20-25enni che, pur inserendosi con modalità particolari nella scia della citazione, opera una vera e propria ridefinizione dei generi artistici. Si tratta di un'ondata post '77, erede della parte creativa e dadaista del movimento. Crollate le ideologie che hanno permeato, nel bene e nel male, il Novecento, si entra in una fase di riscoperta della dimensione individuale, autenticamente “estetica” nell'accezione di una valorizzazione estrema della sensorialità. Parte un periodo di contaminazione tra le varie discipline creative, con i giovani artisti affascinati dalle nuove tecnologie, dalla musica, dalla pubblicità, dalla moda, e da una società in cui si riscopre la dimensione ludica, ed al tempo stesso angosciati dai timori propri di una stagione di passaggio in cui non è facile intravedere l'orizzonte futuro.
In Piemonte è soprattutto la pittura protagonista di questo momento, ma è presente anche un oggettualismo di matrice neo pop e post concettuale. La pittura si tramuta in una narrazione infarcita di ironica epica metropolitana, e vari rimandi al mondo della pubblicità, del fumetto e dell'illustrazione, con una predilezione per l'estetica d'antan.
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