Autore
Talco - Alice Arduino
La pirateria è sempre stata considerata una attività illegale, composta da marinai che per scelta o per costrizione, abbandonarono la precedente vita sui mercantili per abbordare, depredare o affondano le altre navi. Ha origine antiche e i primi episodi sono riscontrabili all’epoca di Greci e Romani. Molti furono i pirati che andarono alla scoperta del nuovo mondo solcando i mari del Mediterraneo, Mare Caraibico, lo stretto di Gibilterra, il Madagascar, il Mar Rosso, il Golfo Persico, le coste dell’Africa, del Mar della Cina, la costa indiana di Malabar e tutta l’area tra le Filippine, Malesia e Indonesia.
Abbiamo sempre sentito parlare delle storie di uomini di cui sono narrati miti e leggende, dal celebre Edward Teach detto Barbanera, Francis Drake o Henry Morgan, ma pochi conoscono la storia delle piratesse, impavide e coraggiose che sotto la bandiera del Jolly Roger, sfidarono il mare intraprendendo dure battaglie. Furono ladre, regine, corsare, mogli, nobildonne, provenienti da vari ceti sociali a governare via terra o comandare intere flotte.
Di seguito troverete le storie delle donne più famose che grazie alle loro gesta, hanno portato gli scrittori a raccontre le loro avventure. Ancora una volta, il “gentil sesso” dimostra di essere audace, trasformando i propri ideali di libertà, vendetta e amore, in armi spietate per cui combattere.
TEUTA LA REGINA DEGLI ILLIRI
Teuta visse nel III secolo a.C. ed era la Regina degli Illiri, tribù a sud dei balcani che comprendeva gli Istri, gli Iapodi, i Liburni, i Dalmati, parte dei Traci e i Pannoni. Sposò Re Agrone e dopo la sua morte, divenne regnante, iniziando a dedicarsi alla pirateria per riportare la ricchezza nei suoi territori impoveriti. Fu una grande condottiera, portò i suoi sudditi alla conquista dei mari, saccheggiò le navi dirette verso l’Italia e quelle delle coste greche, conquistò Fenice, creò alleanze con gli Epiroti e gli Acarnani, e sfidò Roma con il suo desiderio di espansione.
Nella prima Guerra Punico-Romana (264 a.c. – 241 a.c.) i romani avevano da poco conquistato Cartagine ed erano interessati ad espandersi nel Tirreno e nel Mediterraneo occidentale. Per raggiungere un accordo, inviarono due ambasciatori, Gaio e Lucio Coruncanio, nella speranza di un dialogo con la regina. Teuta, rispose uccidendo Lucio e dichiarò guerra. La battaglia navale ebbe luogo presso le isole di Paxos ma la regina fu sconfitta a causa del tradimento del comandante Demetrio di Faro, aspirante al trono degli Illiri. Dopo essere fuggita a Rizone e aver resistito in fondo alle Bocche di Cattaro, dovette cedere alle richieste degli invasori: ritirarsi dalla maggior parte delle terre illiriche, pagare tributi ai romani e rinunciare ad ogni intervento militare futuro. La leggenda narra che Teuta si suicidò a causa dell’umiliazione subita per le condizioni imposte.
Le poche informazioni sulla vita della regnante ci sono giunte dallo scrittore Polibio, il quale descrisse il carattere della Regina “scostante e agguerrito” degno di tenere testa ai pirati uomini. (Polibio, Storie, II).
LA REGINA DI SVEZIA: ALVIDA
Originaria della Svezia meridionale, Alvida è una delle prime donne pirata ad aver comandato una nave composta da sole donne. Non si hanno documenti sulla sua reale esistenza (IX secolo d.c.) e la sua storia è tramandata verbalmente dai vichinghi. Si dice che rifiutò di sposare il Principe Alf di Danimarca e creò un equipaggio composto da ragazze che avevano rifiutato anch’esse il matrimonio. Per sfuggire alle nozze combinate, si dedicò alla pirateria, razziando le coste del Mar Baltico, ma quando una flotta, comandata proprio dal Principe, attaccò la sua nave e la conquistò, venne cattura e riconosciuta. Alf chiese ad Alvida nuovamente la sua mano e lei accettò, smise di essere una pirata e diventò Regina di Danimarca.
Il personaggio di Alvida è ripreso nella serie manga “One Piece” con il soprannome di “Mazza Chiodata” l’arma che usa per abbattere i nemici.
LA NOBILDONNA JANE DE BELLEVILLE
Jane De Belleville fu una nobildonna francese del 1300, figlia di Létice de Parthenay e di Maurice IV de Montaigu, signore di Belleville e Palluau. Sposò Olivier IV di Clisson, membro di una delle più grandi famiglie bretoni, ma rimase presto vedova. Durante la Guerra dei Cent’anni, il marito fu catturato dagli inglesi e passò un lungo periodo di detenzione. Al suo rilascio, verrà accusato dalla Francia di aver fornito informazioni segrete all’Inghilterra. Questa ipotesi non fu mai provata realmente ma portò Re Filippo VI a incriminarlo e decapitarlo come spia. Nel 1343, sulla Place des Halles a Parigi il suo corpo venne appeso alla forca di Montfaucon e la sua testa inviata a Nantes, per essere esposta sopra la porta di Sauve-All. Jane, convinta dell’innocenza del marito e decisa a vendicare la sua morte, giurerà fedeltà agli inglesi e guerra alla Francia. Con i soldi derivati dalla vendita dei suoi beni, comprerà 3 navi dedicandosi alla pirateria. Assaltò la roccaforte di Château-Thébaud, appartenete al conte Charles de Blois per poi minare il commercio marittimo francese. Con la torica in una mano e una spada nell’altra, bruciò interi villaggi radendoli al suolo.
Donna spietata sia in mare che in terra fu soprannominata “La Leonessa dei Mari” perché nessuno era al sicuro dalla sua ira.
SAYYDA AL HURRA – LA CORSARA DELL’ ISLAM
Di questa pirata si hanno ben poche notizie. Nata probabilmente nel 1485, da una famiglia importante, i Banu Rashid, aveva origini marocchine e andaluse. Sayyda Al Hurra non è il suo vero nome ma un nominativo dato a molte donne importanti del mondo musulmano. Letteralmente significa “La Nobile Signora Libera” e indica un potere sovrano.
Quando Ferdinando II di Aragona e Isabella Di Castiglia, nel 1942 ripresero il regno di Granada con la battaglia della “Reconquista”, i familiari furono costretti a emigrare a Chaouen, in Marocco. Ayša, a soli 16 anni, viene data in sposa ad Ali al-Mandri, governatore di Tétouan dal quale erediterà il suo impero. Agguerrita e caparbia, non dimenticherà l’affronto subito dai Re Cattolici, e dopo la morte del marito, gli dichiarerà guerra. Nella battaglia, sarà alleata del famoso pirata e ammiraglio ottomano, Barbarossa di Algeri, padrone del Mediterraneo orientale e nel 1520, inizierà ad affondare e bruciare tutte le navi portoghesi incontrate sulla sua rotta. Per vent’anni Sayyda Al Hurra prenderà in ostaggio numerosi prigionieri portandoli alla schiavitù e sarà considerata “il leader indiscusso dei pirati islamici nel mediterraneo occidentale”.
Secondo alcuni studi della sociologa Fatima Mernissi, Saydda non salì mai su una nave e si avvalse di validi corsari per i suoi saccheggi. Le razzie di Al Hurra cessarono improvvisamente nel 1542 a causa di un colpo di stato da parte dei figliastri che rovesciarono il suo governo nello stesso anno. Nonostante sia stata dimenticata dalla storia e vi siano pochi documenti sulla sua vita, Sayyda rimane la Signora dei Mari, l’unica ad aver creato e comandato una forza marittima che diede testa alla Spagna.
LA RIVOLUZIONARIA GRACE O’MALLEY
Conosciuta come “La regina del Mare di Connemara”, fu una rivoluzionaria irlandese del XVI secolo, passata alla storia come l’eroina che lottò contro la dominazione inglese.
Era figlia di Owen Dubhdarra O’Malley, capo degli O’Malley, clan che controllava buona parte della regione del Baronato di Murrisk, nel sud ovest della Contea di Mayo. Nel 1546, ancora ragazza, andò in moglie a Donal an Chogaidh (Donal della Battaglia) erede degli O’Flaherty, da cui ebbe tre figli. Quando a vent’anni, il marito fu ucciso in guerra, prese il comando della flotta, attaccò i porti irlandesi controllati da altri clan e dai governatori inglesi e riconquistò il Castello di Joyces (ora castello di Hen nel Lough Corrib).
Sono molte le imprese della giovane donna e i racconti che ci vengono tramandati nella sua battaglia rivoluzionaria contro la corona inglese. La Regina di Connemara sapeva come farsi rispettare e lo dimostrò più volte. Una leggenda diffusa, racconta di un incidente a Howth, avvenuto nel 1576. Durante un viaggio a Dublino, O’Malley tentò di fare una visita di cortesia al Barone del castello, il quale si rifiutò di riceverla, sostenendo di essere a cena con la sua famiglia. Per ritorsione, Grace rapirà il figlio erede al trono e lo rilascerà sotto la promessa del Barone di tenere i cancelli sempre aperti ai visitatori inaspettati oltre ad aggiungere un posto in più a tavola durante ogni pasto. Ancora oggi questo accordo viene mantenuto dalla famiglia dei St.Lawrence, proprietari di Howth Castle.
Nel 1953 il potere inglese andò progressivamente aumentando in Irlanda, mentre la potenza degli O’Malley venne meno quando i suoi figli, Tibbot Burke e Morrough O’Flaherty, furono fatti prigionieri dal Governatore del Connaught. O’Malley salpò alla volta dell’Inghilterra per proporre alla regina Elisabetta I una petizione per il rilascio. Le due donne giunsero ad un accordo: Elisabetta acconsentì alle richieste di liberare i figli in cambio dell’impegno di Grace nel far cessare le ribellioni irlandesi e agli atti di pirateria contro la Gran Bretagna. L’armistizio ebbe breve durata e O’Malley tornò alla vecchia vita di pirata.
Grace fu una donna molto coraggiosa. A lei sono ispirati libri e racconti di due noti scrittore: Alan Gold, The Pirate Queen: the story of Grace O’Malley, an Irish pirate, dove si racconta la sua storia dai quattordici anni fino all’incontro con Elisabetta I e Morgan Llywelyn autore di Grania. La regina dei pirati d’Irlanda. È stato scritto anche un libro per bambini The Pirate Queen e un musical con lo stesso nome prodotto da Alain Boublil, Claude-Michel Schönberg, Richard Maltby, Jr. e John Dempsey.
LA SANGUINARIA MARIA LINDSEY
Nasce nel XVIII secolo a Plymouth, in Inghilterra e diventa pirata quando conosce lo spietato capitano Eric Cobham da cui rimane affascinata grazie ai suoi racconti crudeli e sanguinari. Si sposa dopo due giorni, lascia la città e si unisce alla sua ciurma diretta in America. Secondo alcuni studiosi, Maria Lindsey era una crudele assassina, “l’omicidio non era solo una questione di business, ma un vero e proprio piacere”. La coppia divenne famosa per la cattiveria degli assalti: non lasciavano mai tracce e uccidevano tutti i passeggeri delle navi. Una leggenda narra un episodio violento che ben ne descrive il carattere: dopo aver saccheggiato un vascello, legarono il capitano e due compagni all’albero maestro usandoli come tiro al bersaglio.
Dopo aver accumulato per anni, saccheggi e omicidi, i Cobham decidono di ritirarsi dalla pirateria e si trasferiscono in Francia in una piccola comunità per godere delle ricchezze acquisite. Eric prenderà il posto di un magistrato locale e diventerà un giudice rispettato, ma Maria cadrà in depressione, fino ad arrivare al suicidio. Alcuni sostengono che la morte fu a causa del marito donnaiolo, altri del cambio di vita troppo tranquillo e senza avventura. Non si conosce la verità dei fatti ma il corpo della donna fu ritrovato dopo due giorni a riva, ai piedi di una scogliera. Il marito, distrutto dal dolore, scrisse una confessione che fu ceduta al parroco locale, promettendogli di pubblicarla solo dopo la sua morte. Grazie a questa testimonianza, oggi possiamo conoscere una parte della vita dei “Bonnie e Clyde” dei mari.
LE PIRATE DEI CARAIBI: ANNE BONNY E MARY READ
Le più famose pirate della storia sono indubbiamente Anne Bonny e Mary Read. La loro gesta ci arrivano da un trattato sulla pirateria pubblicato a nome del Capitano Charles Johnson nel 1724 “A general history of the robberies and murders of the most notorius pirates”. Il testo è considerato una fonte attendibile per quanto riguarda i costumi e la vita del tempo. Lo stesso Robert Louis Stevenson si basò su questa opera per scrivere L’isola del tesoro.
Anne nasce in Irlanda, alla fine del 1600 e diventerà un personaggio popolare della letteratura inglese per l’infanzia. Viene descritta come un “ragazzaccio” con i capelli corti e rossi, il viso sporco ed i vestiti a brandelli, frequentatrice del porto di Charleston. Abile sia con la pistola che nell’uso dello stocco è considerata pericolosa quanto ogni altro uomo della ciurma soprattutto durante gli abbordaggi. Si narra che a 18 anni, per respingere un focoso pretendete, scatenò una rissa prendendolo a sediate e lasciando l’uomo inabile per molto tempo.
La sua prima azione di pirateria sarà fatta con il suo migliore amico, Pierre Bosket, un pirata omosessuale che gestiva un negozio di abiti e acconciature. Era chiamato “The Pansy Pirate“, letteralmente, il pirata-mammola (pansy è ancor oggi un modo inglese, poco lusinghiero, per definire gli omosessuali maschi). Insieme, rubarono un’imbarcazione e asslatarono la nave di un mercante francese, creando l’effetto “nave fantasma”, con manichini e vele sporche di sangue. Dopo aver conquistato il vascello, si narra che Anne restò a torso nudo, con indosso solo i famosi pantaloni ideati da Pierre: una mano era posata sull’elsa della spada, l’altra agitava la sciarpa di seta, come ironico saluto al governatore.
Ebbe diverse relazioni: inizialmente fu diseredata dal padre perché si legò a James Bonny, un marinaio dalla dubbia reputazione, lo sposò e per vendetta bruciò la piantagione paterna, fuggendo verso il porto britannico di New Providence. Lasciato Jonny si legò a Chidley Bayard, uomo ricco e potente. Il suo temperamento la portò a tirare un pugno alla cognata del governatore della Giamaica, durante una festa da ballo perché la nobildonna, oltre a porre domande incaute, si permise di esprimere il suo parere contrario su Bayard. Venne arrestata ma riuscì ad uscire di galera grazie all’influenza del compagno.
Finita la storia con Bayard, si mise con il pirata John Rackham, detto “Calico Jack” a causa dei fantasiosi pantaloni patchwork che era solito portare. Con lui condivise molte battaglie e divenne comandante in seconda, fino a quando incontrò Mary Read conosciuta come “Mark” Read.
Mary, inizialmente vestiva abiti maschili, per nascondere il suo lato femminile e mischiarsi meglio alla ciurma. Questa prassi era diffusa da molte donne che per essere accettate dalla società e rispettate dai colleghi dei mari, dovevano mostrarsi sia nelle gesta che nel fisico, forti come gli uomini. Grazie a questo travestimento riuscì ad arruolandosi e far parte di un equipaggio diretto nelle Fiandre. In viaggio si innamora di un soldato, Fleming, lo sposa, abbandona la vita di mare e apre una locanda. Quando il marito viene a mancare, gli affari iniziano a vacillare e Mary si ritrova costretta a riprendere gli abiti maschili e a imbarcarsi su una nave olandese. Sarà su questo vascello, abbordato da Calico ed Anne che cambierà nuovamente vita, diventando una pirata.
La storia di Anne e Mary è stata spesso cambiata e camuffata per evitare scandali, raccontando le loro avventure come semplici amiche. Ma da alcuni scritti risale che le due donne ebbero una relazione e diventarono amanti. “Mark” condivideva la cabina con Anne e quando Jack, geloso di “Mark”, fece irruzione con lo scopo di tagliare la gola all’intruso, scoprì Mary seminuda a letto con la fidanzata.
Mary ed Anne, ormai coppia fissa, divennero temute e pericolose, ricercate in tutti i mari dei Caraibi, facevano riecheggiare il loro nome come sinonimo di brutalità e coraggio. Assaltavano qualsiasi nave incrociasse la loro rotta, arrivando ad attaccare anche il vascello reale, dell’ex protettore di Anne, Chidley Bayard, comandato dal Capitano Hudson. Lo stratagemma usato per l’abbordaggio fu pensato con astuzia: Anne vestita da donna, convinse Hudson a farla salire a bordo, poi lo drogò con un bicchiere di vino e riempì di acqua i serbatoi dei cannoni così da poter assaltare la nave facilmente il giorno dopo. Durante il saccheggio, il capitano fu ucciso dalla gelosa Mary Read.
Le loro imprese finirono quando la nave ammiraglia della marina britannica, comandata dal capitano Jonathan Barnet, attaccò il loro vascello al largo delle coste giamaicane. Tutta la ciurma fu sterminata, Calico Jack fu catturato e impiccato, mentre le due donne vennero processate a St. Jago de la Vega, riuscendo a sfuggire alla morte, dichiarandosi incinte. Secondo la legge del tempo, infatti, prima di essere giustiziate dovevano partorire. Vennero imprigionate per diversi mesi. Mary morì di febbre in carcere, mentre di Anna si persero le tracce. Non vi sono notizie del suo rilascio o sulla sua presunta morte. Il suo nome scomparve misteriosamente dalle registrazioni ufficiali. Secondo Daniel Defoe, (autore de l’Historia General de los Robos y Asesinatos de los más Famosos Piratas, Editorial Valdemar, Madrid, 1999, tradotto da Francisco Torres Oliver), prima di morire Mary dichiarò: “Non considero troppo rude morire sulla forca, perché se non esistesse questo rischio tutti i codardi diventerebbero pirati e andrebbero per mare, costringendo i coraggiosi a fare la fame. E se si concedesse ai pirati di scegliere il loro castigo, non chiederebbero altro che la morte, perché la loro paura a questa farebbe diventare onorati alcuni ladri codardi; perché molti di quelli che adesso truffano vedove e orfani ed opprimono i loro vicini poveri che non hanno denaro per ottenere giustizia salperebbero in mare a rubare, così l’oceano sarebbe pieno di ladri come lo è la terra (…)”.
Negli anni, la figura di Anna, fu debitamente occultata e la sua relazione omosessuale censurata, portando il suo personaggio ad essere etero-normalizzato e protagonista della cultura popolare nella letteratura inglese per l’infanzia. Ma la relazione tra le due donne è un fatto provato che probabilmente, le portò ad essere famose anche per questo.
Le imprese delle piratesse influirono anche nel campo artistico. Si pensa che la figura di Anne e Mary abbia ispirato l’illustrazione di un ignoto artista apparso come frontespizio dell’edizione olandese della General History di Johnson, tradotto come Historie der Engelsche Zee-Roovers. Il disegno rappresentata una donna militante, a petto nudo, armata di una spada e una torcia, che si ergeva sotto l’emblema internazionale della pirateria, la bandiera del Jolly Roger. Sullo sfondo a sinistra c’è una forca con dieci impiccati appesi e a destra una nave in fiamme. L’illustrazione è una vera e propia allegoria della pirateria. Può essere interessante paragonare l’opera a un dipinto famoso, la “Libertà che guida il Popolo“ del pittore Eugène Delacroix, perché le due immagini sono notevolmente simili: anche in quella di Delacroix la figura centrale è una donna armata e a petto nudo, vestita di una tunica romana, che si volge indietro con la testa mentre procede in avanti al di sopra di una massa di corpi sparsi a terra. In entrambi i casi, l’identità proletaria delle donne è indicata dal fisico solido e muscoloso. Alla nave che brucia sulla destra fa riscontro il tricolore francese e un edificio in fiamme, con collocazione praticamente identica. Dove stavano i corpi dei pirati appesi, qui c’è «il popolo». Due soldati, verosimilmente morti, giacciono in primo piano.
Non può essere provato e non è chiaro se Delacroix abbia visto l’illustrazione olandese e l’abbia usata come modello ma è risaputo che l’artista si sia ispirato a fatti realmente accaduti, tipici dell’immaginazione romantica dell’800 e che nel 1830 (anno in cui compose l’opera) erano già apparse almeno venti edizioni della General History di Johnson, delle quali diverse in francese, contenenti l’illustrazione comparsa nell’edizione olandese. Infine, il pittore era ispirato dal poeta romantico inglese Byron. Delacroix ha intensamente usato l’opera di Byron, durante gli anni Venti, producendo tre importanti opere derivate da soggetti della sua poesia e aveva letto poema The Corsair. (informazioni tratte dal testo di Marcus Rediker).
La leggenda di Anne e Mary ha ispirato anche molti eventi attuali: Anne Bonny, insieme a Mary Read e Calico Jack sono presenti nel videogioco Assassin’s Creed IV: Black Flag, il personaggio di Bonny ha ispirato Jewelry Bonney, nella serie manga One Piece, sia Anne che Calico Jack sono presenti nella serie tv statunitense Black Sails e citati nel videogioco del 2016 “Uncharted 4: Fine di un ladro”.
La figura di Mary, compare nel film d’animazione “Detective Conan: L’isola mortale”, uscito nel 2007 e nel film del 1961 “Le avventure di Mary Read” regia di Umberto Lenzi. La storia in questo caso è romanzata, viene ripreso il nome di Mary, ma non vi è alcun accenno a Anne Bonny.
CHING SHIH – LA SIGNORA DI CANTON
Nata probabilmente nel 1785 in un luogo non precisato della provincia di Guangdong, Ching Shih fece la prostituta nella città portuale di Canton finché nel 1801, si innamorò e sposò il temutissimo pirata Cheng Yi. Cheng Yi, decise di creare una alleanza tra vari pirati cantonesi, creando una delle flotte più potenti della Cina, nota come “Red Flag Fleet”, ovvero “La flotta dalla bandiera rossa”. Quando nel 1807, Cheng Yi morì durante un tifone, la vedova prese il comando, ritrovandosi con 1.500 navi e 60.000 pirati, diventando la donna più temuta del Mar Cinese meridionale. Conosciuta come “La Signora di Canton”, dominava molti villaggi della costa, instaurò una profonda disciplina tra i suoi uomini, che la rispettavano e temevano, vietando addirittura di praticare sesso tra i marinai e le prigioniere. Secondo Ching Shin, i pirati avrebbero potuto sfogare le loro frustrazioni in battaglia.
Sconfisse più volte le autorità cinesi e alla fine del 1808, la marina Imperiale aveva perso 63 navi. Neanche l’appoggio della marina britannica e di quella francese riuscirono a fermarla, a tal punto che fu necessario arrivare a delle trattative: l’amnistia in cambio della consegna della flotta e delle armi, consentendo ai pirati di conservare il bottino; ogni accusa su di lei e su tutti gli uomini (e donne) fu ritirata e la nomina del suo figlio adottivo Chang Pao a colonnello della marina imperiale. Nel 1840 finì la sua attività piratesca e morì a Canton nel 1844 a 69 anni.
Nel 2003 venne realizzato un film dal titolo “Cantando dietro i paraventi” di Ermanno Olmi che si ispira alla storia di Ching Shih ma nel 2016 si è parlato della produzione di una serie tv che ne racconti la storia, dal titolo “Red Flag”, con protagonista Maggie Q e Dylan McDermott, protagonisti di “Stalker” e coppia reale nella vita. McDermott interpreterà Mason, un rivoluzionario americano, mentre François Arnaud (I Borgia) sarà Carlito, un marinaio portoghese e cacciatore di taglie determinato a catturare Ching Shih. Il film verrà scritto e prodotto da David Franzoni ma rimane sconosciuta la data per l’uscita della pellicola.
Nel film “Pirati dei Caraibi”, la potente Mistress Ching, uno dei Nove Lords, si ispira alla sua figura leggendaria.
GERTRUDE IMOGENE STUBBS – POLVERE DA SPARO GERTIE
Nasce nel 1879, in Whitby, in Inghilterra. Figlia di un tecnico dei treni e di una sarta, dimostrò fin da subito di essere una ribelle, passando il tempo sul molo ad ascoltare le storie dei capitani di mare. Iniziò a lavorare con il padre, ma quando egli morì nel 1896, la ferrovia, non le consentì di continuare perché le regole non includevano l’assunzione di donne. Rimasta senza soldi si taglia i capelli, si veste da uomo e va a spalare carbone sui battelli a vapore. Durante un incidente il suo travestimento viene scoperto e Gertrude licenziata. Giura vendetta e diventa la pirata Gunpowder “Polvere da Sparo” Gertie. Ruba la nave “The Witch – La strega”, considerata la più veloce del tempo, capace di arrivare a 22 nodi e la rinomina “The Tyrant Queen – La Tiranna Regina”.
Nessuno è mai riuscito a capire come abbia fatto a sottrarre l’imbarcazione alla polizia portuaria ma dal 1898 al 1903 Gertie inizia le sue scorribande, diventando il terrore delle navi che trasportavano oro e argento dalle miniere, brandendo la pistola Gatling, piccola ma letale e rubando ai passeggeri i loro oggetti di valore.
Sarà il tradimento di uno degli uomini dell’equipaggio, Bill Henson, a farla perire. Insoddisfatto della spartizione del bottino e con la promessa di immunità, Bill le tese una trappola. Quando Getrude ordinò l’arrembaggio della SS Moyie trovò l’equipaggio ben armato pronto ad aspettarla. Fu una dura battaglia, Gertie sparò alla schiena al traditore, le acque del fiume si cosparsero di sangue ma Polvere da sparo venne catturata e condannata all’ergastolo. Morirà di polmonite nel 1912. La leggenda narra che non svelò mai il luogo dove aveva nascosto i tesori e ancora oggi si è alla ricerca di una mappa che ne sveli il segreto.
Altre donne pirata famose che hanno compiuto gesta eroiche sono: Charlotte De Berry, conosciuta come “la capitana dei Caraibi” in cui si narrano le sue gesta nel libro di Edward Lloyd “History of the Pirates” del 1836, Lady Mary Killigrew di Cornovaglia, una nobildonna che sfidò la Regina Elisabetta I, Marie-Anne or Marianne piratessa francese coraggiosa e spietata a cui venne dato il soprannome di “Anne Dieu-le-Veut – Anna il volere di Dio”, Jaqcuotte Delahaye, haitiana soprannominata “Back from the Dead Red – Il ritorno della morte rossa” e Sadie Farrell, soprannominata Sadie the Goat – Sadie la Capra perché decapitava le sue vittime mozzando loro la testa.
NOME | PERIODO DI TEMPO | POSIZIONE |
Regina Teuta | 232 aC al 228 aC | Mare Adriatico |
Sela | 420 dC | |
Hetha | circa 704 dC | Nordic Sea |
Wigbiorg | circa 704 dC | Nordic Sea |
Wisna | circa 704 dC | Nordic Sea |
Alvida (aka AElfhild, Alwilda, Alfhild) | tempo effettivo sconosciuto: Anywhere dal 5 – 12 ° secolo | Svezia |
Ladgerda | 870 dC | |
Jane de Belleville | metà del 1300 | Francia / Inghilterra |
Sayyda al-Hurra | 1500 | Mediterraneo occidentale |
Grace O’Malley , alias Granuaile, Granny Wale, Grana Weil, Graun’ya Uaile, Granuaile, “Queen of the West” “Il Grande Mare dei Pirati” | 1500 | Atlantico: Irlanda |
Lady Mary Killigrew | 1530-1570 | Atlantico: Gran Bretagna |
Elisabetta Shirland | fine del 1500 | Inghilterra |
Mrs. Peter Lambert | fine del 1500 | Aldeburgh, Suffolk |
Elizabetha Patrickson | 1634 | |
Charlotte de Berry | 1640 | Inghilterra |
Maria Lindsey Cobham | 18 ° secolo | Inghilterra, America, Francia |
Jacquotte Delahaye | 1650 -1660 | Caraibi |
Anne Dieu-le-Veut aka Marie-Anne and Marianne | 1690 – 1704 | Francia |
Anne Bonny | 1720 | Caraibi |
Mary Read | 1720 | Caraibi |
Maria Harley (o Harvey) alias Maria Farlee | 1726 | Americhe |
Maria Crickett (o Crichett) | 1728/1729 | colonia della Virginia |
Rachel Wall (Schmidt) | 1780 | Boston, Massachusetts |
Anonimo comandante corsaro francese femminile di Los Angeles BAUGOURT | 1805 | Francia |
Catherine Hagerty | 1806 | Australia, Nuova Zelanda |
Margaret Jordan | 1809 | Canada |
Madame Ching | Del 1800 | Mar Cinese Meridionale |
Mary Lovell | 19 ° secolo | Pacifico / acque asiatiche |
Polvere da sparo Gertie | 1800 defunto | Canada |
Sadie Farrel alias Sadie the Goat | 1869 | New York |
Honcho Lo e Wong | 1921 | Porcellana |
Lai Sho Sz’en (Lai Choi San) | 1922-1939 | Mar Cinese Meridionale |
P’en Ch’ih Ch’iko | 1936 | |
Huang P’ei-mei | 1937 – 1950 |
N.B. le immagini sono indicative e non sempre indicano le piratesse rappresentate.
BIBLIOGRAFIA E APPROFONDIMENTI:
Lesbian Pirates: Anne Bonny and Mary Read
“Storia della pirateria” di Philip Gosse, Odoya Editore
Storia della pirateria” di David Cordingly, Mondadori
“Svestite da uomo”, di Valeria Palumbo, BUR, Rizzoli
Le sultane dimenticate. Donne capi di stato dell’Islam” di Fatima Mernissi
“Sayyda al Hurra, mujer marroqui de origen andalusi, di Rodolfo Gil Grimau
“Le 101 donne più malvagie della storia”, di Stefania Bonura, Newton Compton Editore, 2011
CINEMA
“Le avventure di Mary Read” Regia di Umberto Lenzi, 1961 (Versione in inglese)
“Cantando dietro i paraventi”, regia di Ermanno Olmi, 2003
“Jolanda la figlia del Corsaro Nero”
Serie tv “Black Sails“
Nella saga “Pirati dei Caraibi”, Penelope Cruz interpreta Angelica Teach, la figlia di Barbanera mentre Keira Knightley è la pirata Elizabeth Swann.
Nel film “Corsari” del 1995, Geena Davis interpreta Morgan Adams
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