Autore
Fabrizio Bertolami
Non c’è stato il tempo di finire di commentare la strage di Nizza che subito il fallito colpo di stato in Turchia si è inserito stabilmente sulle prime pagine dei giornali. Quando anche questo episodio era ancora in fase di analisi, ecco arrivare i fatti di Monaco. Ed è scattata subito la psicosi.
Su tutti i media, analisti di ogni natura faticano a tenere il passo con quanto accade e spesso azzardano previsioni, come nel caso di Monaco, che verranno smentite di lì a poche ore.
Non dobbiamo dimenticare, poi, che negli ultimi mesi ci sono stati anche i due attacchi di Parigi, e quelli di Bruxelles, oltre ai fatti di Capodanno in Germania. Ormai è uno stillicidio di notizie di politica estera ed in ogni telegiornale nazionale, in Francia, Germania, Italia o Inghilterra, la politica interna è retrocessa a mera amministrazione della situazione internazionale contingente. L’interdipendenza economica, militare, finanziaria e normativa delle Nazioni europee fa si che ogni avvenimento in una Nazione si riverberi automaticamente su tutte le altre. La Spagna ha problemi economici. Due elezioni politiche non hanno ancora prodotto un governo, segno che la politica interna spagnola è divisa, ma intanto Bruxelles sanziona Madrid per lo sforamento del deficit del 3%. La Francia è sotto attacco straniero. Così un parlamento spaventato ha varato una serie di norme di sicurezza da stato di emergenza, e nel frattempo sono passate anche nuove leggi sui contratti di lavoro che hanno avuto un ampio contrasto, anche nelle piazze. In Gran Bretagna è ovviamente la Brexit al centro di ogni dibattito. La politica interna si divide tra chi era pro-Brexit ed ora ci ripensa e quelli che non lo erano ma ora sono Primo Ministro. Tra i laburisti è caccia all’untore. L’amministrazione pubblica inglese comunque si vedrà costretta a rivedere molte delle normative nazionali per relazionarsi con l’UE e con il mondo in tema di immigrazione, economia, finanza, esportazioni e quant’altro.
In Italia, lo sappiamo, la politica interna si dibatte attorno a sé stessa ma è sempre pronta a cedere il passo ai temi internazionali come l’immigrazione,la guerra in Siria, i rapporti con la Russia, con Bruxelles e con la BCE. In Germania la Signora Merkel domina incontrastata a capo di coalizioni che, negli ultimi dieci anni, sono andate dal centro-sinistra al centro-destra quasi senza soluzione di continuità. Durante lo stesso periodo ha guidato l’Europa con pugno di ferro e ne ha dettato l’agenda economica. La politica interna tedesca è quindi morta? No, ma è piuttosto sonnacchiosa, sempre che le contestazioni al TTIP non la risveglino. Certamente quanto accaduto a Monaco riaprirà il dibattito sulla sicurezza interna e sul sistema di welfare denominato Hartz4 ( quello dei mini-job, tanto per intenderci) che ha livellato verso il basso i salari tedeschi e richiamato una crescente immigrazione. Anche il tema del rapporto con la Russia (e con gli USA) sarà un tema che potrà riaprirsi. In Polonia, tanto per citare un solo caso tra i paesi dell’Europa dell’Est che hanno problemi simili, il tema dell’immigrazione sta sconvolgendo l’assetto politico-sociale interno. Il governo nazionalista di Beata Szydlo sta combattendo una dura battaglia sulle quote imposte da Bruxelles ed internamento sta procedendo ad una serie di nomine e nuove leggi di stampo, si direbbe se non fosse un ossimoro, putiniano.
In Turchia non vi sarà più una politica nazionale sino a che l’assetto neo-ottomano disegnato da Erdogan non si sarà compiutamente realizzato. L’obiettivo è il riposizionamento culturale e strategico della Turchia nei decenni a venire in senso islamico e geo-economico. Samuel Huntington, ne “Lo Scontro di Civiltà” suggeriva che la NATO dovesse espellere Grecia e Turchia dal suo consesso in quanto facenti parti di due sfere culturali distinte e diverse da quella europea. Ortodossa la Grecia, islamica la Turchia, ed inoltre da anni in guerra silenziosa tra loro per quanto riguarda l’influenza su Cipro. Oggi la Grecia è quasi un Non-Stato mentre la Turchia si avvia a diventare una “Democrazia formale”, sempre nella definizione dello studioso americano.
Quanto è successo in questa ultima, tragica , settimana è il segno di un’accelerazione della politica internazionale a voler stringere sempre più i tempi verso un nuovo assetto e a voler imporre i suoi temi all’agenda delle politiche nazionali europee. A Novembre si svolgeranno le elezioni americane che si annunciano molto combattute e foriere di possibili forti divisioni sociali nei mesi di campagna elettorale. Hillary è notoriamente pro-globalizzazione, è stata Ministro degli Esteri, sebbene molto chiaccherata, e fa parte di un partito da sempre favorevole all’apertura dell’America al mondo. Trump, di converso, è isolazionista, è ostile ai trattati internazionali e dice che ridurrà la presenza militare americana nel mondo, forse già a cominciare dalla NATO. Il suo programma economico si fonda sul processo detto di “IN-shoring” ovvero riportare in USA le aziende che ora producono all’estero. Per fare ciò deve poter competer anche in termini di paga oraria, oltre che di vantaggio tecnologico.
Le norme imposte da TTIP e TPP (e forse anche quelle del NAFTA) impedirebbero di poter legiferare autonomamente in materia economica e forse anche finanziaria ed è per questo che in America i due trattati sono osteggiati tanto da Trump quanto da entrambi i partiti, Repubblicano e Democratico.
Siamo qui di fronte ad un paradosso rispetto a quanto affermato poco prima. Negli USA la politica interna, con il tema delle armi da fuoco, la recessione economica, la sparizione del ceto medio, il tutto condensato nella prossima campagna elettorale, sembra essere al centro delle preoccupazioni degli americani mentre in tutto il resto del mondo sono le questioni internazionali a turbare il sonno dei cittadini.
Comunque vada, se gli Stati Uniti decideranno di ridurre la propria presenza militare all’estero, ogni Nazione dovrà destinare una quota maggiore del proprio PIL alla spesa militare. Questi ultimi settant’anni sono stati garantiti da una Pax Americana che sembra avviarsi al tramonto e non dobbiamo dimenticare che prima del 1914 gli USA erano debitori netti nei confronti di molte delle Nazioni europee, Francia e Inghilterra in primis. Il loro mercato interno era già piuttosto sviluppato ma il Dollaro non aveva ancora status internazionale (nella storia degli USA sono esistiti più tipi di Dollaro, anche contemporaneamente). Dopo la guerra persa dall’Europa, in questi settant’anni, il Dollaro è divenuto il mezzo attraverso il quale il mondo ha pagato la sua sicurezza. Gli acquisti di Titoli di Stato americani da parte degli alleati sono andati a finanziare la spesa per armamenti americana che in ultima istanza difendeva il mondo libero da comunisti, prima, e dai tiranni autocratici, poi.
Oggi il Dollaro è esausto e nuovi attori sono ormai una presenza stabile sui teatri mondiali. Le loro monete ed i loro sistemi di sicurezza iniziano a premere.
Le Nazioni europee si troveranno presto a dover scegliere come e con chi allearsi, quanto e da chi difendersi, se e come stare insieme. Una NATO senza Turchia, Gran Bretagna e un appoggio solo parziale degli Stati Uniti, nascerebbe spendo di morire. Una qualsiasi configurazione senza gli USA sarebbe squassata dai personalismi nazionali e dai differenti, troppo differenti, obiettivi geopolitici di lungo periodo di tutte le Nazioni europee, nessuna esclusa.
Se invece non vogliamo provare in alcun modo ad analizzare quanto successo in una settimana qualunque di un mese qualunque allora è molto più semplice: giovedì uno squilibrato si è lanciato con un camion sulla folla ed ha ucciso 85 persone. Il motivo è sconosciuto. Venerdì in Turchia alcuni militari hanno tentato un golpe ma il governo ha prontamente sventato i disordini. Ci sono stati alcuni morti e 55000 dipendenti pubblici di ogni livello sono stati arrestati. La democrazia ha i suoi costi. Venerdì un altro squinternato ha sparato in un fast food ed in un centro commerciale uccidendo 11 persone. Aveva problemi psichici.
Anche non volendo ragionarci troppo su è già comunque abbastanza spaventoso così.
Fabrizio Bertolami
On-line dal 25-07-2016 questa pagina
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