Autore
Domenico Graglia
All'epoca di Internet, dono del signore secondo alcuni e sciagura secondo altri, dovrebbe andar valutato con attenzione l'impatto sociale causato dal comportamento dei media in merito alla diffusione di alcune notizie, senza che esse vengano verificate.
Lo è, in maniera strabiliante, lo strano caso, poi rivelatasi panzanata "work in progress", del tentato rapimento di un bambino a Borgaro, nel Torinese.
"Work in progress" perché l'inarrestabile voglia di fornire info (e generare click - la nuova merce di scambio nell'epoca di un Internet sempre peggio regolamentato) ha generato alcuni "aggiornamenti" che, letti postumi, hanno davvero del grottesco.
dapprima un Bambino Rapito (1), poi un Bambino Salvato dal Padre Attento (2), poi il tentativo, anch'esso sfumato, di rapire un altro Bambino (3), poi il Padre Eroe che sferra un cazzotto al rapitore di chiara etnia ROM (4), e infine non si rinuncia neppure all'immancabile complice Donna Bionda (5), su auto in moto (come da ordinanza gossippara), pronta alla fuga.
Questa notizia in breve tempo, complice il tam tam dell'indignazione razziale sui social, dapprima si gonfia sul web, poi raggiunge i giornali locali quindi le testate nazionali e infine i TG per tornare sul web, diventando la notizia alla posizione numero 1 di Google News (forse il più importante "contenitore" media in Italia di notizie on line).
La notizia, in serata, si rivela infine una panzanata, inventata da un Padre distratto, che non solo ha "perso" il proprio figlioletto, ma anche quello di una coppia amica.
Insomma, mentre i Carabinieri cercavano di svolgere le indagini necessarie ad assicurare il colpevole alla giustizia, ma già sentivano "puzza di bruciato" nel racconto di questo sciagurato Padre, l'isteria di massa scatenatasi sui social (FB in primis, ma anche Twitter) i giornalisti tentavano e a volte inventavano particolari sempre nuovi, volti a rendere scabrosa la vicenda e assicurarsi un po’ di visibilità (e realtivi ADSense pubblicitari).
Ora, a qualcuno tutto questo potrebbe andar bene e anzi, va bene: La notizia ancora oggi è reperibile (raccontata male) su diverse testate nazionali però (c'è sempre un però) non tutte si sono occupate di segnalare con la stessa foga la falsità della notizia.
Ma a chi lavora nel Web, questo dev'essere un caso da attaccarsi all'orecchio, come direbbe qualcuno.
La ricaduta sociale di questa immondizia di giornalismo non ha fatto che alzare nuovamente l'asticella della tensione fra etnie diverse, facendo generare, ieri come oggi, un po’, solo un po’, di odio razziale in più.
Credo sia necessario cominciare a rendersi conto, come utenti pro-attivi, che il verificare le notizie, prima di indignarsi pubblicamente e divenire dei piccoli "perbenisti" pieni di buoni sentimenti, sia un atto di civiltà e un dovere per degli "Adulti Digitali".
Perché il modello di business dei social, dove il prodotto è l'utente ignaro di esserlo sta scatenando delle catene di Sant'Antonio sempre più pericolose, dove ognuno è sicuro di NON essere un prodotto, mentre invece lo è, in forma di micro goccia elemento fondante di ondate di traffico, che si dirigono una volta da una parte, una volta dall'altra.
E questo è grave assai: la montatura (persino inconsapevole) di notizie "trend" di cui tutti (Io Compreso) siamo vittime, ci distoglie dalle vere questioni: l'Italia sta andando a rotoli, incapace di legiferare, incapace di una ripresa basata su operazioni e ristrutturazioni sagge e consapevoli.
Per cui, pensiamoci bene: Un pover'Uomo, ignorante, incapace, spaventato, che si inventa una bugia, in una piccola cittadina, un caso di quelli che, ahime, le nostre forze dell'ordine risolvono quotidianamente, diventa una notizia dal sapore nazionale.
Questo non va bene e la colpa è un po di tutti Noi, che forse dovremmo imparare a usare meglio il web e, forse, abbandonare un po’ alcuni atteggiamenti che altro non fanno che rendere sempre più forti modelli di business sbagliati, che trovano la materia prima proprio in noi.
A inizio "OffPOST", l'ho detto: "Internet, dono del signore secondo alcuni e sciagura secondo altri": io appartengo a quelli che credono nella prima ipotesi, e lavorano per renderlo davvero di tutti e vi prego: non trasformiamolo in sciagura, non facciamolo diventare uno strumento in mano ai pochi.
Domenico Graglia
On-line dal 30-09-2014 questa pagina
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