“Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.”
La pietra d’inciampo posta ieri per Filippo Acciarini, insieme alle tante altre messe per ricordare le figure di uomini e donne che si sono battuti per la libertà, assume, in questi giorni di grande dolore per gli attentati terroristici di Parigi, un valore molto importante.
In un momento infatti in cui autorevoli giornalisti (Lucia Annunziata) e intellettuali (Umberto Eco) paventano l’inizio della III guerra mondiale, è opportuno ricordare a loro come a tutte le parti della nostra società civile che le guerre, a maggior ragione quelle di portata mondiale, sono state periodi da cui l’umanità è uscita solamente pagando un prezzo carissimo non solo in termini di sangue ma soprattutto di mancato progresso. Queste tragedie hanno rappresentato un arresto delle qualità migliori dell’uomo e questo ora noi non possiamo, visto il sacrificio di tante persone, più permetterlo.
Se ora dessimo al terrorismo questa valenza compieremmo un errore imperdonabile sia perché lo eleveremmo a uno status non suo (esiste infatti una bella differenza tra guerra e guerriglia), sia perché rischieremmo di consegnare le Istituzioni democratiche a fanatici peggiori di questi, abituati ad alimentarsi d’odio per fare proseliti e desiderosi di aizzare la paura, legittima ma non legittimante, delle persone contro un nemico banalmente generalizzato.
Se vogliamo imparare dalla Storia e non dalla cronaca e se vogliamo rendere onore agli Ideali e non alle ideologie, riordiamo sempre perché Filippo Acciarini ha deciso di sacrificare la sua vita, i suoi affetti per un ideale che è quello di consentire a tutti di poter esprimere le proprie idee.
Come diceva Voltaire: “Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente.”
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