Secondo Lo Spiffero Chiara Appendino avrebbe pronto il suo “si” alle Olimpiadi di Torino 2026 e starebbe aspettando solo la fatidica data del 4 marzo (le elezioni politiche) per poi dare il suo assenso e far partire la macchina per la candidatura.
Appendino dovrà però convincere le molte resistenze all’interno della sua maggioranza e per farlo, sempre secondo Lo Spiffero, avrebbe deciso di muovere la candidatura non a partire dalla Città di Torino, ma dalla Città Metropolitana, di cui è ugualmente presidente e dove giace una presentata dai democratici Monica Canalis e Mauro Carena.
La decisione di partire dalla Città Metropolitana è tutt’altro che casuale. Innanzitutto perché l’evento olimpico non riguarda solo il capoluogo, ma anzi coinvolge i comuni delle Valsusa e del Pinerolese, che sin dalla fine dello scorso anno si stanno agitando per ottenere il placet della sindaca. Nell’ultimo incontro ufficiale, fortemente voluto dal primo cittadino di Sestriere Valter Marin, persino il collega di Pinerolo Luca Salvai, anche lui grillino, è sceso ufficialmente in campo, accettando il ruolo di portavoce dei sindaci delle valli presso Appendino. Il pressing ormai è a tutto campo e per certi versi al piano nobile di Palazzo Civico fa pure comodo. In fondo se mezza Torino, soprattutto quella che conta, chiede insistentemente di sostenere la causa come può sottrarsi? A ciò si aggiunga che in Città Metropolitana il M5s non ha la maggioranza e quindi un eventuale semaforo verde potrebbe passare come una mediazione necessaria (per quanto sofferta), in grado tuttavia di rappresentare un punto di non ritorno. Non sfugga, inoltre, che mentre in via Milano l’amministrazione è alle prese con un bilancio lacrime e sangue la Città Metropolitana già da quest’anno dovrebbe godere di trasferimenti statali in grado di consentirle margini di manovra maggiori e forse per questo nella testa di Appendino l’ex Provincia potrebbe assumere la regia di tutta l’operazione.
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