Per parlare delle ragioni dei #NoTav, abbiamo raccolto l’invito della trasmissione Backstage (prodotta per la testata giornalistica on line Torino Oggi), a cura di Patrizia Corgnati, per parlare delle ragioni del mondo No Tav, anche alla luce della recente manifestazione (oramai conosciuta come “quella delle madamine”) tenutasi in Pza Castello a Torino.
Hanno partecipato alla trasmissione, oltre al sottoscritto (unico No Tav presente):
Claudio Chiarle – segretario FimCisl Torino
Stefano Lorusso – Capogruppo consiglio comunale Torino (PD)
Corrado Alberto – Presidente API Torino (Associazione Piccole Imprese)
Diego Pasero – Presidente Astra Cuneo (Associazione Trasportatori)
Ciascun relatore ha posto questioni sulla situazione di Torino e del Piemonte, dal punto di vista economico e delle prospettive future. Il dibattito ha avuto come perno la questione del Tav, la sua importanza per la logistica e il possibile contributo allo sviluppo della città di Torino e del Piemonte. In particolare sono state espresse differenti valutazioni sulla manifestazione di piazza Castello.
Raggruppo qui alcune considerazioni riassuntive che ho dedotto dalla serata, precisando che gli argomenti dibattuti non hanno certamente coperto tutti gli aspetti della questione Tav, ma si sono limitati ad alcune considerazioni di carattere economico:
Permane, nel dibattito pubblico avversario, l’immagine del No Tav come posizione “ideologica” e prevenuta dei confronti del Tav. In particolare questo modello presuppone che l’opposizione alla Linea Torino Lione si estenda a qual si voglia struttura ferroviaria e di opera pubblica. Non si comprende come, invece, la posizione #SiTav, sia invece sempre da considerarsi come ragionevole e pro attiva
Non viene mai messo a fuoco il costo reale dell’opera e i tempi della sua realizzazione, non ostante venga più volte dichiarata la necessità, urgente,di strutture logistiche adeguate per la città e il Piemonte
Pur in questa prospettiva, il Tav viene viene immaginato come un progetto che sarà comunque utile nel futuro, anche se questo futuro risulta lontano, e i dati economici dimostrano la sua inutilità
Non viene mai presa in considerazione l’ipotesi di ben altre priorità cui destinare tanto denaro
Si ignora l’impatto ambientale e sociale che i cantieri potrebbero avere sulla vita dell’intera Val di Susa
Si ignora che il corridoio 5 non esiste più
Si ignorano i soldi già sprecati con progetti come quello della stazione internazionale prevista tra Susa e Bussoleno
Continuano a far fede i testi dell’Osservatorio
La manifestazione pro Tav svoltasi a Torino viene assunta come un momento di ribellione della piazza nei confronti dell’amministrazione Appendino, e come tale viene, e verrà strumentalizzata, non ostante l’evidente assenza di un profilo politico e di reale conoscenza degli argomenti messi in campo. A riguardo ho tenuto a precisare che né la sindaca Appendino, né il M5S si sono presentati alle elezioni oscurando la propria posizione sul Tav.
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