bipersonale di Sergio Aiello e Atelier Insense
a cura di Daniele D’Antonio e Edoardo Di Mauro
@ MAU 30/10 -> 30/11.
Sabato 30 ottobre 2021, dalle 18.00 alle 20.30, presso la Galleria del Museo d’Arte Urbana, via Rocciamelone 7/c Torino, si inaugura la bipersonale di Sergio Aiello e Atelier Insieme |RE|SPIRO.
Fino al 30 novembre su appuntamentoInfo : 335/6398351 info@museoarteurbana.it www.museoarteurbana.it
Sostenitori istituzionali : Regione Piemonte,Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Camera di Commercio di Torino, Circoscrizioni 6, 5,7 Comune di Torino.
Sostenitore : Unione Buddhista Italiana
Sponsor tecnici : OIKOS Colore e Materia per l’Architettura, Fiammengo Federico srl
Partner : Associazione Tribù del Bad Night Cafè/Cabina dell’Arte Diffusa, Officine Brand www.officinebrand.it, Galleria Campidoglio http://www.galleriacampidoglio.it
https://www.facebook.com/events/964926584096686
Alcuni eventi del recente passato, apparentemente tra loro non connessi (la pandemia e i casi da George Floyd in poi alla base del movimento Black Lives Matter) hanno indotto una sorta di riflessione su un loro elemento in comune: la presenza/assenza dell’atto della respirazione.
Questa funzione, innata, istintiva e alla base dell’esistenza in vita, ben si è evidenziata sia quando questa è stata scientemente impedita da un soggetto terzo, come nel caso degli assassinii ad opera della polizia, sia quando questa è stata l’espressione della potenza distruttrice a scala globale di un morbo che proprio nella privazione della capacità respiratoria degli individui traeva la propria forza devastante.
La mostra di Aiello e Atelier Insense (aka Adriano Rosso) nasce dalla contrapposizione simbolica dei due stati respiratori: la presenza e l’assenza del respiro come condizione di vita.
Da un lato (Atelier Insense) la dichiarazione esplicita, violenta, di una violenza imposta e subita del respiro che viene a mancare, dall’altro (Sergio Aiello) la percezione di atmosfere velate, che sebbene non rientranti nel figurativo in senso stretto, avvicinano a certi concetti propri di certa arte orientale, dove il non detto è presente e protagonista e regge l’opera nel suo complesso, in virtù di questa sua presenza implicita, ma essenziale.
Le opere esposte, nate da percorsi indipendenti dei due artisti, esaltano questa forma di dualismo, sostanzialmente la linea di confine vita/non vita, indipendentemente dalle cause che lo hanno generato, evidenziandone il suo significato più universale e volutamente presentate in mostra in forma contrapposta non per dividere ma per sottolineare l’unicità del tutto tramite le sue parti componenti.
Il messaggio lanciato dalla mostra sta nel recupero della consapevolezza della fondamentale importanza dell’istinto di sopravvivenza, manifesto come nell’opera di Atelier Insense o latente sotto traccia con le opere di Sergio Aiello.
Negli ultimi due anni molti comportamenti individuali e collettivi sono stati modificati istintivamente o forzatamente dalle situazioni contingenti, alcune scale di priorità, se non di valori, sono state rivedute e corrette ma, nonostante questo, esiste il reale rischio che questo percorso non voluto rischi di essere obliterato nel breve periodo dalla scarsa capacità di memoria storica che ci affligge tutti.
In questa dinamica rientra anche la consapevolezza del non posso respirare e del sono vivo poiché respiro.
Chi, come, cosa, quando, dove questa linea di confine verrà nuovamente oltrepassata? Come riusciremo a renderci conto che ci staremo pericolosamente avvicinando ad essa? Quali saranno le strategie che adotteremo per ritornare in condizioni di sicurezza o constateremo indifesi la condizione per cui I can’t breathe?
Daniele D’Antonio, 2021
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