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Ingresso: 20.00 € Minori di 30 anni: 10.00 € leggi regolamento sconti
Siciliana di nascita e veneta d'adozione, Patrizia Laquidara è una tra le figure più inafferrabili, poliedriche e brillanti della nuova musica d'autore italiana. Cantautrice ed -occasionalmente- attrice e scrittrice, esordisce nella 13ª edizione del Premio Città di Recanati (oggi Musicultura). L'accoglienza è dirompente: suoi sono i premi per la miglior interpretazione, quello per la miglior musica e il premio della critica. Il primo album di inediti (dal titolo Indirizzo Portoghese, nel quale spicca uno splendido duetto con Mario Venuti sul brano Per Causa D'Amor) arriva nel 2003 e le vale l'invito al Festival di Sanremo, nella categoria Nuove Proposte, durante il quale si aggiudica il premio Alex Baroni per la migliore interpretazione, oltre al Premio assoluto della critica Mia Martini. Nel 2005 è chiamata ad eseguire il brano portante del film Manuale D'Amore (per la regia di Giovanni Veronesi, interpretato -tra gli altri- da Carlo Verdone, Sergio Rubini e Margherita Buy). Il risultato è l’intensissima Noite Luar, a firma di Paolo Buonvino e della stessa Laquidara, che le varrà inoltre la nomination per i David di Donatello di quell'anno nella sezione Migliore canzone originale. Il 2007 è l'anno del suo secondo disco, Funambola, prodotto dall'icona della musica tropicalista e sperimentale Arto Lindsay, oltre che da Patrick Dillett. L'album la porta a suonare in tutta Europa, in Brasile, in Marocco, in Giappone e negli Stati Uniti. Funambola viene inoltre inserito dal Premio Tenco nella cinquina dei dischi più belli della stagione. Nel 2011 dà alle stampe Il Canto Dell'Anguana, riuscitissimo album-indagine sulle tradizioni musicali dell'alto vicentino. L'accoglienza entusiastica della critica la porta a conquistare la Targa Tenco per il Miglior Album Dialettale. Negli anni che seguono l'attività concertistica è praticamente ininterrotta, ma la Laquidara trova il tempo per recitare a teatro, al cinema (nei film Ritual - Una Storia Psicomagicacon Alejandro Jodorowsky e Le Guerre Orrende, entrambi per la regia congiunta di Giulia Brazzale e Luca Immensi), di ideare e condurre programmi per la Radio Svizzera Italiana, di duettare su disco o dal vivo con artisti internazionali (uno tra tutti il leggendario flauto traverso dei Jethro Tull: Ian Andreson) e di pubblicare una raccolta di poesie dal titolo Alphonsomangorey. Nell’ottobre del 2018 esce il suo nuovo lavoro C’è qui qualcosa che ti riguarda. Il materiale compositivo, quasi interamente scritto da Patrizia, raccoglie varie suggestioni ed esperienze, pur mantenendo quella forte identità e personalità che hanno sempre caratterizzato il lavoro della Laquidara. E’ un disco stratificato, multiforme e generoso, ricco di suoni, la cui produzione artistica è stata affidata al compositore, pianista e arrangiatore Alfonso Santimone che definisce l'album …un lavoro che desidera prestarsi a un ascolto paziente e duraturo nel tempo, in netta opposizione a una musica che vuole essere consumata in fretta. Un album che intende muoversi nell’ambito di un pop cantautorale dove il nucleo fatto di strumenti acustici, chitarre, bassi, batterie, legni, corde, metalli, ottoni, archi, cori riportano alla grande storia e tradizione della canzone italiana, ma dove le soluzioni di scrittura e arrangiamento che portano in aria, con soffi leggeri di elettronica che a volte si infuriano nella danza e altre che si stemperano nel puro suono, hanno l’orecchio teso a suoni contemporanei. Tony Canto e Joe Barbieri, autori rispettivamente dei brani Amanti di passaggio e Il resto di tutto, sono gli altri due nomi che impreziosiscono questo progetto.
Nelle 12 tracce dell’album c’è tutto il mondo di Patrizia: i suoi viaggi, il suo approccio alla vita, all’amore, alla sua terra e, soprattutto a sé stessa. Più di ogni altra cosa C’è qui qualcosa che ti riguarda è un omaggio al femminile, alla bellezza, alla forza e alla fragilità. Parla di chi cade e risorge, chi si perde in una relazione sbagliata per poi ritrovarsi, parla di donne indaffarate in faccende domestiche ma anche di una grande madre multiforme, di piccoli fatti quotidiani fino a toccare tematiche più ampie: un territorio, il femminicidio, un nuovo mondo che avanza. Patrizia crea un racconto universale che, attingendo alla sua storia personale, riguarda ciascuno di noi. Nell’album trovano spazio anche due importanti temi di attualità, trattati con la grazia che contraddistingue lo stile compositivo della Laquidara: la violenza sulle donne e l’immigrazione, argomento declinato nell’album come opportunità da cogliere per creare un mondo migliore.
Il nuovo live di Patrizia Laquidara restituisce con un mood vitale ed emozionante le atmosfere del suo ultimo lavoro discografico. Sul palco la presenza di due chitarristi che si alternano tra strumenti acustici ed elettrici, un elemento di continuità con la carriera concertistica dell'artista, si sposa con il cuore ritmico di basso e batteria. Le timbriche e le elettroniche distribuite nelle mani di tutti i musicisti fanno capo a un multistrumentista che si divide tra laptop, tastiere e chitarra. Tutte le parti corali completano il quadro con al centro la suggestiva vocalità di Patrizia, offrendo un concerto pieno di emozioni che unisce la grande tradizione del cantautorato italiano con tante suggestioni a cavallo di mondi diversi.
Così è stato accolto dalla critica il suo ultimo album C’è qui qualcosa che ti riguarda:
…Qui siamo di fronte alla bellezza in una delle sue espressioni musicali più alte, non solo nel nostro Paese, qualcosa che Patrizia Laquidara ci ha fatto attendere per un’infinità di anni, ma che valeva la pena di attendere... (Michele Monina)
…Un disco ruvido ed emozionante (Suono)
…Forse l’album più bello della Laquidara, vuoi per la dimensione della sfida raccolta e portata a termine in questo lasso di tempo o più semplicemente per quello svelarci la grandezza di un’artista eretica nei confronti della stessa propria immagine. (Il sussidiario)
Al FolkClub Patrizia Laquidara (voce) sarà accompagnata da Andrea Santini (elettronica), Davide Repele (chitarra acustica ed elettrica), Daniele Santimone (chitarra acustica ed elettrica), Stefano dalla Porta (basso) e Nelide Bandello (batteria).
Grazie alla squisita disponibilità di Patrizia, siamo in grado di proporre a tutti i Soci uno straordinario LABORATORIO di CANTO tenuto da una delle voci più interessanti e versatili dell'attuale panorama musicale italiano, che pone particolare attenzione alla forma canzone e all'utilizzo della voce e del corpo nella ricerca del suono.
Il Laboratorio avrà luogo al FolkClub nei giorni successivi al concerto di Patrizia di venerdì 25/01/19.
Gli aspiranti partecipanti hanno la possibilità di indicare DUE opzioni distinte rispetto alla durata del laboratorio a cui vorrebbero prendere parte:
un giorno (6 ore complessive) oppure due giorni (12 ore complessive).
Data: SABATO 26 Gennaio 2019 / SABATO 26 + DOMENICA 27 Gennaio 2019
Orario: 10.00 - 13.00 e 14.00 - 17.00
Luogo: FolkClub, Via Ettore Perrone 3 bis - Torino
Costo: 80 € / 150 €
(+ eventuale quota associativa o di rinnovo tessera FolkClub)
Minimo partecipanti: 12 / 20
Massimo partecipanti: 22 / 25
Iscrizione: entro giovedì 24 gennaio 2019
Informazioni e iscrizioni: 011 192.15.162 - paolo@folkclub.it
PRESENTAZIONE DEL LABORATORIO
'La voce, il corpo, la nostra canzone'
La percezione che la musica e il suono più di ogni altra forma d’arte, abbia effetti concreti sull’individuo, veri e propri effetti di trasformazione, è antica quanto l’uomo
Voce - è probabile che per alcuni millenni la musica sia stata soprattutto un elemento magico e gli uomini hanno sempre creduto al potere incantatorio della musica, alla possibilità di scacciare la paura attraverso una melodia rassicurante e guaritrice...
La voce è indubbiamente il più antico degli strumenti musicali, quello che ci lega alla terra, frutto di infiniti intrecci psicofisici ma che, allo stesso tempo più ci collega con la nostra parte spirituale e 'divina'. Dalla voce umana possiamo imparare molto, non essendoci, di fatto, una voce che sia uguale all’altra e proprio in questo essere unica e irripetibile sta la strada che ci porta a una più alta conoscenza di noi stessi e degli altri attraverso la ricerca e l'ascolto del nostro suono.
Corpo - tutti più o meno abbiamo sperimentato l’effetto che la musica ha sul nostro essere. Penso a quel qualcosa di nascosto, una qualità del corpo complessivo di una certa musica, diciamo pure il suo suono, che agisce sui nostri diapason interiori, sulle micro frequenze che viaggiano lungo il nostro corpo.
La voce, che abita e che sgorga direttamente dal nostro corpo, non può essere disgiunta da esso, ed è per questo che il corpo deve essere libero, consapevole della propria postura e del proprio posto nello spazio.
Canzone - ho imparato più da una canzone di tre minuti che da tutti gli anni della scuola (Bruce Springsteen). La canzone può essere il riassunto di una vita e, in termini “collettivi”, può essere l’espressione di una società e del suo tempo, può essere sicuramente intesa come la forma più importante di poesia popolare, può essere infine una macchina del tempo che ci porta veloci attraverso la storia.
Obiettivi
La prima parte, più fisica, è un'occasione di ricerca vocale e sensoriale dove il canto non viene inteso come performance, ma come uno strumento di connessione con se stessi e gli altri. Nel cantare insieme non c’è competizione, anzi è necessario sviluppare al massimo l’attenzione verso l’altro e verso se stessi. Andremo alla scoperta di noi stessi, del nostro suono, attraverso esercizi, anche fisici, di percezione e di ascolto. Si lavorerà a migliorare la consapevolezza corporea, al fine di “sentire” in modo nuovo la propria presenza del corpo nello spazio senza trascurare la voce, esplorando i suoni del corpo e ciò che nel nostro suono puo’ essere terapeutico per noi e per gli altri.
Nella seconda parte ci soffermeremo sulla forma canzone: cos’è una canzone? Come ci parla intimamente una canzone? Come parla di noi? Quali sono le canzoni che ci accompagnano, che descrivono il mondo interiore ed esteriore che viviamo? Come viene scritta una canzone? Come trovare il giusto modo di interpretarla? Infine, qual è la nostra canzone? Come ci si approccia a una canzone? Come possiamo lavorare a un testo?
Contenuti
La ricerca di una voce in cui ci riconosciamo e in cui ci sentiamo a casa; la ricerca, la percezione e l’ascolto del nostro corpo e della nostra voce nello spazio che ci circonda, all’interno del nostro corpo e in risonanza con la voce e il corpo degli altri, attraverso tecniche fisico-vocali e di rilassamento, attraverso il canto di melodie ancestrali e filastrocche popolari che ci insegnano a far dialogare la voce col silenzio che è la materia da cui estrarre il suono. Faremo un viaggio tra le canzoni mostrando come esse possono raccontare la storia e un viaggio dentro “la nostra canzone” lavorando a ciò che emotivamente ci dice un testo, una melodia.
Destinatari
Il laboratorio è aperto a tutti, ai cantanti ma anche a chi non ha esperienza né di canto, né musicale.
E’ aperto a chi ha voglia di mettersi in gioco, a chi si è commosso di fronte a una canzone, a chi almeno una volta nella vita ha scritto un pensiero, un diario.
Materiale
Portate una o due canzoni in italiano, il testo, un blocco per gli appunti, una penna.
E’ richiesto anche un abbigliamento comodo e caldo. Se qualcuno ne avrà il desiderio, sarà possibile lavorare anche a dei brani di propria composizione.
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