Il gruppo norvegese Jaga Jazzist sarà il 24 novembre al Teatro Superga, dopo Milano e Roma, con una data del tour “Starfire”.
Quando le più grandi stelle del nostro universo cominciano a bruciare per poi collassare rilasciano gas neon. Quando l’elettricità passa attraverso il gas neon, si trasforma in luce. Quando l’elettricità è intrappolata all’interno di un vetro si può far venire fuori della luce colorata. Quando quel vetro diventa un tubicino modellato dalla sagoma di una ragazza nuda, può essere appeso fuori ad uno strip club. In questo incontro tra il celeste e il profano, l’epico e il particolare, emerge il nuovo album dei Jaga Jazzist “Starfire”.
Nel dicembre del 2012, il principale compositore dei Jaga, Lars Horntveth, lascia la Norvegia per trasferirsi a Los Angeles. Li, dall’altra parte del mondo, ispirato dallo spazio che lo circondava, la grandezza del cielo sopra la sua testa, le mille luci lampeggianti intorno a lui mentre guidava per la città di notte, inizia a comporre la nuova suite di lavori che sarebbe poi diventata “Starfire”. Periodicamente veniva raggiunto dagli altri 8 membri della band che avrebbero lasciato il loro contributo nel suo appartamento/studio prima di tornare a casa in Norvegia. Quando le basi dell’album erano tutte definite, Lars torna a Oslo per ultimare le registrazioni negli studi professionali che la band aveva costruito nel corso degli anni.
Il risultato è una rivelazione – non da poco per un gruppo con una storia ventennale. “Starfire”.si muove verso un approccio da studio più sperimentale – “L’idea principale parte dal fatto che abbiamo pensato ai pezzi come se fossero già la versione orginale e il remix allo stesso” – trasformando ogni composizione in una varietà di direzioni sonore. Con un aumento dell’uso dell’elettronica e un cambio di stile nel lavoro della chitarra di Marcus Forsgren, è probabilmente il meno “semplicemente jazz” dei loro dischi.
Concentrandosi attorno ai fratelli Horntveth (Lars, Martin e Line) gli otto elementi della band costituita nel 1994, quando Lars aveva solo quattordici anni ancora, hanno alle spalle cinque album in studio, un album dal vivo, cinque EP (CD e vinile), un DVD live e un cofanetto. Cinque di questi otto membri originali sono ancora nel gruppo e tutto questo ha contribuito a una profonda comprensione reciproca del gruppo. Aggiungi un ospite come Leon Dewan, che suona la propria Swarmatron su ‘Shinkansen’ e l’uso massiccio del Pocket Piano di Lars come strumento per la composizione e ottieni le basi per un suono elettronico più spigoloso, perfettamente fuso con il talento musicale sprigionato nei live.
Sostenuto da Flying Lotus (che ha mandato in esclusiva il pezzo che da il nome al disco sul suo show alla BBC Radio 1), “Starfire” è un lavoro assolutamente bello, viscerale, esilarante che continua lanciarti in alto e lontano durante l’ascolto. Strutturalmente complesso, musicalmente rigoroso, ma senza mai perdere il contatto con una certa sensualità terrosa e simpatia umana. Potrebbe essere semplicemente il capolavoro dei Jaga Jazzist.
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