“Oggi non parliamo più delle crisi – singolarità plurali legate ad ambiti specifici – ma della crisi : singolare collettivo che ingloba registri completamente differenti”.
Da qui la filosofa Myriam Revault d’Allonnes esamina il significato originario della parola “crisi”, che nell’accettazione antica di Krisis indicava lo stadio più critico della malattia, il momento estremo da cui si doveva uscire. Oggi, invece, tutto avviene come se la crisi fosse diventata permanente. Non ne vediamo l’uscita, è la trama stessa della nostra esistenza.
La crisi, che all’origine segnava il momento risolutivo, è diventata il termine con cui si spiega tutto.
Modera Diego Guzzi, dottore di ricerca in Studi Politici alle Università di Torino e Amiens, già borsista della Fondation pour la mémoire de la Shoah di Parigi e dell’Institut d’Histoire du Temps Présent (CNRS). Insegna filosofia e storia all’Istituto internazionale “Edoardo Agnelli” di Torino e collabora con il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino e con il Dipartimento di Filosofia dell’Università del Piemonte Orientale.
L’incontro fa parte della rassegna Perspectives critiques organizzata dall’Institut français Italia in collaborazione con l’Alliance française di Torino e L’Indice ed è legato al volume La crise sans fin (Seuil)/La crisi senza fine (ObarraO)
È prevista la traduzione consecutiva.
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