presso Conserveria Pastis
piazza emanuele filiberto 11/A, 10122 Torino
***Artisti in mostra***
BR1
http://www.br1art.com/
br1.art@hotmail.it
GEC
http://www.gec-art.com/
gec-art@libero.it
***Titolo***
99%
Daniele Galliano, in veste di curatore, continua con la rassegna Fuoriclasse promossa da Azimut in ambito IoespongoXX, per promuovere artisti che lavorano a "quattromani".
Per questa mostra i due street artist analizzano l'impatto del modello capitalista sull'identità delle persone, stravolgendo e reinterpretandone i simboli e le consuetudini di quell'immaginario collettivo, interloquendo e coinvolgendo attivamente il pubblico che, da sempre fruitore, diventa talvolta protagonista dell'opera.
INDAGARE LA LIBERTA’
«Riunito è tutto ciò che vedemmo,
a prender congedo da te e da me:
il mare, che scagliò notti alla nostra spiaggia,
la sabbia, che con noi l’attraversò di volo,
l’erica rugginosa lassù,
tra cui ci accadde il mondo».
Paul Celan
La ricerca, il valore assoluto dell’immagine, la visione di una realtà contaminata che trasforma lo spazio pubblico, costituiscono alcuni dei momenti dell’esperienza di BR1 e GEC, che da più di dieci anni dialogano insieme sul ruolo dell’artista nella società contemporanea.
Un ruolo che appartiene indissolubilmente a una stagione di aperti conflitti esistenziali, di precarietà, di azioni scandite dal potere delle multinazionali, dei governi, della comunicazione effimera della pubblicità.
In tale contesto, il loro discorso s’inserisce nel secondo ciclo del progetto di Daniele Galliano, che si sveste temporaneamente dei panni d’artista e diviene il curatore della rassegna «Fuoriclasse_4 mani» ospitata nello Spazio Espositivo Azimut presso la Conserveria Pastis del Quadrilatero Romano.
In questo ambiente storico di una Torino che sembra quanto mai lontana dal nostro tempo tecnologico e multimediale, in queste pareti e spazi intensamente vissuti i lavori di BR1 e GEC assumono una particolare e indiscutibile dimensione espressiva, legata a un linguaggio profondamente segnato dai fenomeni sociali, da una umanità che sembra aver smarrito le proprie connotazioni e convinzioni, dalla volontà di cercare nuovi approdi conoscitivi per fuggire dai conflitti, ingiustizie, violenze: «Siamo solo individui - suggerisce BR1 - che devono vivere il mondo intero senza paura, perché ognuno è straniero su questo mondo».
E BR1 e GEC operano all’insegna di un’arte alla continua e inesausta ricerca della libertà al di là della globalizzazione, di una comune volontà di parlare «alla collettività intesa nel senso più ampio e trasversale possibile. Nella maggior parte dei casi - sostengono i due artisti - l’intervento artistico nasce senza alcuna intermediazione o autorizzazione, essendo frutto di una spiccata attitudine alla pianificazione strategica dell’azione. Si tratta di azioni libere ed improvvise in grado di modificare il paesaggio urbano,in cui l’osservatore si ritrova inconsapevolmente coinvolto...».
Un’orchestrazione, quella creata da BR1 e GEC, che «scopriamo» nei progetti comuni «Acqua farina e pomodoro» del 2013 e «Fieno e asfalto» del 2014, entrambi realizzati a Torino. Progetti e performance che uniscono l’attualità al loro intervento atto a «offuscare la pubblicità commerciale» o esprimere «il rapporto tra opera d’arte e spazio pubblico».
Alla Conserveria Pastis, BR1 presenta un grande quadro con due donne africane in abiti sgargianti, sedute a un tavolino con davanti nove passaporti di diverse Nazioni. Basta pagare per acquisire il passaporto che si desidera, diventato, quindi, un bene di lusso e di consumo. E accanto affascina l’opera «Un vestito nuovo per Delphine» (Torino, aprile 2016), dove una donna indossa un vestito africano da cerimonia realizzato con una coperta isotermica dorata. Un abito tanto sfavillante che le restituisce l’antica fierezza, il portamento regale e una rinnovata bellezza nella luce della città.
Una città che è anche il determinante punto di riferimento per il lavoro di GEC, che propone l’inedito «Consapevolezza, ottimismo, impegno» (fotografia+video). Tre elementi - afferma l’autore - che oggi mancano nella lettura del presente». Ma che ritroviamo nel gesto atletico della giovane ginnasta, che esegue il suo elegante e rigoroso esercizio sulle barriere antiterrorismo in Piazza San Carlo. Di GEC, si può inoltre vedere la serie di rappresentazioni «Cala la notte», composte, con pennarello e spray, sui «Gratta&Vinci». E sono profili di città, gru, finestre che si aprono su svettanti grattacieli, che raccontano con ironia la «dimensione della nevrosi colettiva, del tentativo ossessivo, affidato alla sorte, di «svoltarsi la vita», di raggiungere un’improvvisa ricchezza, agognata come soluzione definitiva di felicità»(Clara Iannarelli).
E dai volti delle donne nella società islamica alle trivellatrici, si identifica il senso profondo della ricerca dei due artisti nel segno di un’interiorità rivelata, di un futuro messo in discussione, di una storia che richiama l’attenzione sul cammino della società occidentale attraverso un tempo di pulsanti e incisive riflessioni sull’umanità e il suo divenire.
Angelo Mistrangelo
***music***
Dj set a cura di The Big Payback
Aperitivo della COnserveria Pastis
On-line dal 20-11-2017 questa pagina
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