Apotypómata (dal greco) può essere tradotto con “tracce”, “impronte” ed è questo il titolo scelto da Agapi Kanellopoulou e Giuliano Brancale – in arte Gibrah – per la mostra che li vede protagonisti al fine di esprimere quanto nel loro lavoro si riconosca l’importante e stretta intimità che vivono con gli oggetti.
Agapi Kanellopoulou @agapikane dà vita agli oggetti di uso comune, che nelle sue nature morte diventano parlanti. Gli oggetti del quotidiano si fanno icone sacre, l’intimità delle case viene esplorata ma senza rivelare troppo, e lo spettatore può immedesimarsi nell’ambiente sentendosi a casa. @giulianobrancale in arte GIBRAH, sostenitore della pittura dal vero, prassi artistica principale e metodologia di indagine del reale, lavora su soggetti quotidiani quali ritratti, nature morte e paesaggi urbani, facendo della pittura il proprio mezzo di trasfigurazione del reale, filtrata attraverso una sensibilità vicina all’espressionismo e al Novecento italiano.
Allestimento Alberto Garino @albertogarino Progetto grafico Silvia Carbotti @carbottina@mau_art_gallery | Spazio Garino | 7 – 28 settembre 2024
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