Indirizzo
Via Serre, 23 - Pinasca - 10060
L’Associazione Naturalistica e Culturale “Diomedea” ha sede in Pinasca ed ha durata illimitata. L’Associazione è retta da uno Statuto, dal quale si riportano in seguito gli obiettivi. Lo Statuto stabilisce in particolare che l’adesione all’Associazione è libera, che il suo funzionamento è basato sulla volontà espressa democraticamente dai soci, che le cariche sociali sono elettive e che è escluso ogni scopo di lucro. L’iscrizione all’Associazione ha durata annuale e va rinnovata di volta in volta, tramite il pagamento della quota annuale.
L’Associazione “Diomedea” si occupa di:
svolgere attività per lo sviluppo delle conoscenza storica e naturalistica del territorio locale, principalmente delle Valli Chisone e Germanasca
recuperare e valorizzare aspetti culturali ed ambientali generalmente trascurati, anche tramite il ripristino di itinerari naturalistici e storici di particolare interesse
organizzare e diffondere attività di tipo escursionistico, estivo ed invernale, anche tramite l’affitto di eventuali attrezzature necessarie (es.racchette da neve)
organizzare e diffondere attività sportive varie in ambienti aperti, quali cicloturismo, escursioni in mountain-bike, escursioni a cavallo, escursioni con slitte trainate da cani, giornate di sci alpino e nordico, il tutto avvalendosi di opportune figure titolate
promuovere la conoscenza degli ambienti naturali tramite l‘organizzazione di serate culturali e di informazione nei locali messi a disposizione dagli Enti locali
promuovere attività in montagna rivolte a Scuole di ogni grado
organizzare corsi di diversa natura con lo scopo di accrescere le conoscenze culturali degli interessati
avanzare proposte agli enti pubblici partecipando alle forme decentrate di organizzazione del territorio, in particolare nel settore turistico
fornire parziale ospitalità ai partecipanti alle attività utilizzando come punto d’appoggio un alloggio sito in Fenestrelle. Tale alloggio è indipendente e viene affittato con utilizzo cucina, ma non si somministrano alimenti e bevande
contribuire allo sviluppo e alla conoscenza delle risorse valligiane utilizzando come punti tappa per eventuali pernottamenti o pasti le strutture presenti in valle
organizzare attività ricreative e culturali per favorire i contatti sociali tra gli Associati
esercitare piccole attività di natura commerciale, senza scopi di lucro, per l’autofinanziamento (es. affitto attrezzature)
L’Associazione deve il suo nome alle Diomedee, Berte maggiori (Calonectris diomedea), appartenenti alla Famiglia delle Procellarie. Tali albatros nidificano lungo le coste tirreniche nel Sud Italia e alle Isole Tremiti, unica colonia conosciuta del Mar Adriatico. Uccelli prevalentemente pelagici, nidificano abitualmente in cavità rocciose poco disturbate, nel periodo primaverile-estivo. Il nome delle Diomedee, a sua volta, è spiegato dalla leggenda della morte di Diomede, eroe greco della tribù degli Achei.
La scelta di un nome non legato alla montagna o alle vallate locali vorrebbe proprio indicare la grande varietà di programmi e attività proposte dall’Associazione:da brevi escursioni in zona a trekking e camminate al mare o all’estero, da serate culturali alla vendita di prodotti artigianali per l’autofinanziamento e/o la beneficenza.
L’obiettivo primario dell’Associazione rimane la promozione del territorio circostante, tramite la valorizzazione di quegli aspetti della cultura montana che lentamente stanno scomparendo: l’utilizzo delle erbe medicinali, la preparazione casalinga di prodotti vari con frutta e verdura, la pratica dell’alpeggio, l’utilizzo del legno nell’architettura montana, la conoscenza del territorio e dei toponimi…
L’Associazione Diomedea intende far proprie le numerose teorie sull’importanza e il valore del camminare lenti: camminare per poter osservare, gustare, assaporare nel modo più ampio e profondo possibile, in sintonia con i ritmi dell’ambiente, tutto ciò che si incontra sul cammino, tutto ciò che Madre Natura ha creato. Il bosco, così come il fiume, la montagna, il deserto, vissuti in ogni condizione atmosferica, con pioggia, neve, vento, sole, oppure di notte, donano sensazioni particolari, uniche, irripetibili. Purtroppo nella mentalità attuale tutto ciò che non è asciutto, soleggiato, pulito è da evitare, portando ad un blocco mentale che ci impedisce di vivere pienamente tutti i fenomeni naturali e di riceverne i benefici, sia fisici sia emotivi. Diventa importante, allora, riappropriarsi di ritmi semplicemente più umani, più lenti, di comportamenti più naturali che sono alla base di un buon equilibrio per ogni essere umano. Camminare, ammirare la natura, gli animali, socializzare con le persone che si incontrano, parlare, cantare, ballare…sono le cose semplici e normali che aiutano a riscoprire una dimensione più umana e vitale, in armonia con i ritmi della natura. Il tipo di approccio alla montagna e alle escursioni non è nuovo: si tratta, prendendo in prestito le parole di Michele Zanetti, naturalista veneto, di un sentiero antico tracciato dai Lakota Sioux, che lo esprimevano con la frase “AKITA MANI JO’”, cioè “osserva ogni cosa mentre cammini”. “Osservare camminando, affinché nulla sfugga ai nostri sensi, alla nostra attenzione, nulla di quanto possa significare piacere, utilità o rischio; affinché il cammino stesso non sia inutile dispendio di energie, ma occasione sempre nuova per conoscere, per crescere, per amare e per stupirci del bello e dell’insolito che, in montagna più che altrove, sempre ci circonda, ci avvolge, ci contiene”1
La quantità delle conoscenze acquisite e della bellezza goduta durante un’escursione dipendono direttamente dalla capacità del singolo di osservare ed interpretare, cioè di “leggere” la realtà che ci circonda. Tale capacità dipende, a sua volta, dal bagaglio culturale di ciascuno, cioè dalla quantità e qualità dei concetti depositati nella cultura personale. “Leggere la montagna in termini interdisciplinari può, in effetti, riservare particolari gratificazioni e trasformare un banale paesaggio alpino in fonte di conoscenza e di scoperte”2 La montagna si apre, così, come un libro dai contenuti inattesi ed affascinanti, rivelandosi come un insieme complesso di elementi correlati. Lentamente l’esercizio diverrà l’espressione di un atteggiamento culturale, cioè un metodo di approccio alla montagna, anziché costituire la pausa durante un’escursione.
1 Michele Zanetti, “Osserva ogni cosa mentre cammini”, Corso Nazionale per Operatori Naturalistici del CAI, Laggio di Cadore, luglio 2002
2 Ibidem
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Serena Maccari
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