Autore
Leonardo Tonini
Spesso chi veramente va controcorrente non è chi sembra andarci. Spesso anzi i veri rivoluzionari non si notano, non vogliono essere rivoluzionari e forse intimamente si sentono talvolta come figli del passato, custodi di un ieri invisibile agli uomini e alle donne del loro tempo. Walter Benjamin diceva che c’è una profezia del passato che aspetta di avverarsi nel presente, in ogni presente.
Andrea Casoli, che già nel primo libro aveva dato buona prova, qui si innalza e prosegue il suo personale percorso, e lo approfondisce. Non solo è capace, come nel precedente libro, è più consapevole del ruolo del poeta, il camminare davanti agli altri tenendo la lanterna dietro di sé, di dantesca memoria, non vedendo la strada, ma facendo luce agli altri che lo seguono.
Il primo insegnamento di Casoli è la cura formale, una perizia metrica e un uso quasi naturale delle figure metriche e retoriche, che rappresentano in sostanza l’insegnamento dei padri; tuttavia senza esserne impedito, senza che si avverta la volontà di seguire per forza uno schema irrigidito. Non è la sua una adesione formale, ma è un uso che gli viene dall’essere egli un poeta naturale, un poeta cioè alla Sandro Penna piuttosto che un poeta culturale alla Montale (la distinzione non è mia, è di Borges).
Il secondo insegnamento è l’autonomia, la caparbietà a seguire il proprio percorso, la capacità di essere moderno contro i moderni, di cercare un lessico semplice dove oggi i più insistono con parole aduse e polverose che sanno di letture liceali più che di vera conoscenza letteraria (e meno che mai di coscienza letteraria…). Oggi si riempie il vuoto di senso con misticismo e paroloni, si cerca l’effetto speciale d’accatto, che sia visibile al più largo pubblico; e questo atteggiamento funziona, a vedere i nomi che contano nel panorama odierno della poesia italiana. A nessuno pare interessare il dopo, conta il qui e ora, ma una Chiesa che sposa la contemporaneità rimane presto vedova.
C’è però una evoluzione considerevole tra il Casoli di Piccole poesie passeggere, del 2018, e l’attuale Da questo temporale, che a ben vedere si vede fin dal titolo. Nel primo libro il poeta pare non credere a se stesso, al suo ruolo; in queste nuove composizioni ha preso coscienza non solo del proprio valore, ma che il destino del poeta è finire per essere figura di riferimento ai tanti o pochi che lo leggono. Si diventa cioè padri di se stessi e, quindi, padri anche agli altri. Non è il nostro io che dobbiamo mettere in mostra, ma è per il nostro lavoro che verremo giudicati. E il lavoro del poeta è appunto quello di costruire dei teoremi di parole che si reggano su loro stessi, che trovino in se medesimi la loro ragione d’essere. A un certo punto è la poesia che fa il poeta. La poesia, cioè la conquista di quel territorio comune nel quale noi lettori non troviamo le parole del poeta, ma le parole che ci mancano.
Ecco quindi un Casoli meno ingenuo, con meno parole ‘comuni’, con ritmi più evoluti, con una sintassi più movimentata. Anche la metrica, come i novenari e senari di questa composizione a metà strada tra il madrigale e il sonetto, ne risulta innovata.
Ricordami accanto alle foglie
cadute d’autunno in giardino
credendosi vento.
Ascoltami almeno un momento
stavolta: di questo destino
che prende e che toglie
non resta che un fragile spago
che spesso si spezza:
sta tutta in un tocco di mago
la nostra bellezza.
Dove, più che lo schema rimico che ricorda certi sonetti del Petrarca in forma liofilizzata (abc cba de de), abbiamo un ritmo anfibraco-dattilico che cade sul senario formando una sincope come in certa poesia antica: 2° – 5° – 8° / 2° – 5°
Ma al di là di tutte queste sfaccettature tecniche, la poesia del Casoli mantiene un sapore di immediatezza, una sincerità che va nell’ironia anche quando tocca argomenti che sarebbero in sé più seri:
Una voce lontana da qui
che mi grida qualcosa.
Una notte vicina alla fine
di un amore di casa.
Sento macchine fare la guerra
per un pezzo di strada.
Pure i sogni fan troppo rumore,
pare come una gita.
Ogni sera il mio volto confonde,
sembra quasi che rida.
Io non cado e se cado che accada:
tanto mi alzo, è la vita.
L’intero libro, e ho finito, ne risulta più unito, non una raccolta di testi, non un libro di poesie, ma un libro di poesia. Unità di lingua, di temi, di fini.
Leonardo Tonini
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Titolo: Da questo temporale
Autore: Andrea Casoli
Editore: Gattogrigio Editore
Data di Pubblicazione: maggio 2021
ISBN-13: 978-889-6314-27-2
Pagine: 50
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Leonardo Tonini
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